Solimano
Decido di andare al supermercato. E' giorno di spesuccia, quindi vado a piedi. In tasca, la listarella dei nove acquisti, che poi diverranno undici, seguendo lo sfizio. C'è chi abbandona le liste nei carrelli, una volta ultimata la spesa, prima o poi ne farò una collezione: il tipo di foglio, le calligrafie, le sottolineature, l'ordine degli acquisti, le sgrammaticature, i Rovagnati ed i Salti in Padella, il gusto degli yogurt, Lines e Pampers, cibi per cani, gatti e criceti, balsamo e shampoo, zampironi ed air fresh, Amadori e Rana (i due furbacchioni), etc.
Appena uscito dal cancelletto sommerso dal glicine, prendo a destra, cinquanta metri di strada, quella di una macchina ogni cinque minuti, poi ancora a destra, altra strada, trafficatissima, una macchina ogni trenta secondi. A metà strada, c'è un campo.
Lo so da vent'anni, forse è il motivo inconscio che mi ha fatto comprar casa qui. Proprio un campo di più di un ettaro, non cintato - è importante, che non lo sia. Fanno la rotazione delle culture, un anno grano, un anno granturco, un anno altra roba (che sia avena? e chi lo sa...), un anno a maggese.
Questo è l'anno dell'altra roba, ed oggi me ne sono accorto, che tutto l'ettaro aveva un colore incredibilmente bello, roba da satori immediato.
Non lo si può definire, quel colore: giallo dorato è da snobberìa, giallo paglierino è da analisi clinica, giallo solare, ecco, forse giallo solare, ma un sole non arrogante, un sole potente, però ti carezza e non se la tira, un sole morbidone.
Me ne sono accorto, questo è il punto, il campo sono dieci giorni almeno che è così, e zàc, me ne sono accorto oggi.
Due mesi fa, mi sono accorto del fico enorme che ho di fronte agli occhi quando mi siedo in terrazza: è più alto della casa a due piani che gli sta a lato, senza avvertirmi ha continuato a crescere per vent'anni, e c'era sicuramente quando sono arrivato a Monza.
Della mimosa, mi sono accorto tre anni fa, dell'ailanto, un cespuglione alto venti metri, due anni fa. Non è che uno con questi accorgimenti ci gode perchè poi potrà scriverci un post.
Anche, ma cambiano la vita.
Avete mai visto un ailanto? Eppure l'avete davanti agli occhi, solo che non ve ne siete mai accorti. Un giorno lo vedrete: Ah!
(7 luglio 2004)
sabato 15 maggio 2010
Me ne sono accorto
Pubblicato da Habanera alle 00:15
Etichette: Appunti personali, Solimano
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8 commenti:
Se l'immagine finale del post è quella dell'ailanto, allora sì: l'ho scoperto oggi... c'è un AILANTO nel giardinetto di mia zia, proprio sotto la finestra della mia cucina!!! WOW! e c'è sempre stato, ed io l'ho sempre visto (almeno dal 1992, da quando abito qui), solo che NON SAPEVO come si chiamasse!!!
A parte questo: la collezione di liste della spesa abbandonate nei carrelli è un'idea assolutamente geniale, che piacerebbe anche a me. Per esempio: voi la lista come la compilate? In colonna o tutta di seguito? Parole separate da lineette, da virgole, o solo da spazi? Merci divise per reparti o a casaccio, secondo quel che vi viene in mente?
Grazie ri-grazie supergrazie, cara Haba, perchè ridai voce così bene al nostro Primo!!!
Roby
PS: e in quanto all'arma... tastiera, ovvio!
[:->>>]
Non mi ricordo da quanto-sicuramente da molto presto- i miei occhi giovani si accorsero ritagliarono l'affaccio improvviso di un universo. Un universo unico ed irripedibile incontenibile deformato così tirato da un lembo succhiato da un vortice invisibile -forse era dietro un angolo nei corimbi luminosi nel colore viola che andava verso i blu scuri notturni - scia di un lampo una blanda cianografia riflesso del mondo che Primo nel suo passaggio ha visto scorrere.Alexandra/AlfaZita)
Ho passeggiato con lui in questo piccolo percorso spesaiolo. Con lui mi sono sorpresa del giallo solare e dell'alianto che avrò visto da qualche parte senza conoscerne il nome.
Il rammarico è non averlo conosciuto di persona.
Sono stata bene, così, però.
Fa male però, anche.
Quante cose ci circondano e non le vediamo se non ad un certo punto...
Allora prendono parte nella nostra vita. Che nostalgia! A volte fa proprio male.
Un abbraccio Habanera e grazie
Giulia
Roby, Alexandra, Silvia, Giulia, più passa il tempo e più mi manca la voce forte e sicura di Solimano.
Mi mancano i suoi post, i suoi commenti, le nostre furibonde litigate, le riappacificazioni sofferte ma sempre sorridenti ed affettuose.
Dieci anni non si cancellano in un attimo e pubblicare i suoi scritti è un modo per non sentire troppo la sua assenza e per tenere fede ad un'antica, reciproca, promessa.
Grazie di essere qui, insieme a noi.
Un abbraccio
H.
P.S. Roby, la mia lista della spesa è quanto di meno organizzato si possa immaginare.
Scrivo quello che mi viene in mente al momento, spesso dimenticando le cose essenziali, senza lineette o virgole -a stento uno spazietto- e senza neppure l'idea lontana che si possa dividere la merce per reparti. Insomma, sono una vera frana!
Eppure, in qualche modo, la famiglia sopravvive e mangiamo (non sempre benissimo) ogni giorno.
In quanto alla nostra sfida non c'è partita: hai scelto la tastiera, quindi hai già vinto tu.
Capisco perfettamente quel ME NE SONO ACCORTO, quell'illuminazione che permette di vedere cio' che è evidente, sotto agli occhi e che prima di ora non siamo riusciti a vedere. Eh si', una gran voglia di dialogare con Primo...
Lascio qui il mio affetto.
E molta commozione.
Chiedo scusa per questa parentesi di silenzio. A volte ce n'è bisogno per ricompattarsi. Un po'.
Un abbraccio.
zena
Sabrina, Zena, non è un caso che ci si ritrovi qui, a commentare un vecchio post di Primo.
Voleva che fossimo unite e lo siamo, ciascuna con le sue parole, i suoi silenzi, il suo modo di esserci, comunque.
Io continuo a seguirvi nei vostri blog. Spero di ritrovare presto le parole per dirvelo.
Un forte abbraccio
H.
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