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sabato 26 luglio 2008

Tristram Shandy (3)


Gli uomini si tormentano per le opinioni che hanno delle cose,
non per le cose


Tristram Shandy (3)
(Laurence Sterne)

postato da Giuliano




Che galoppata ho fatta sin qui, con corvette e impennate, a due per volta, per quattro volumi di seguito, senza voltarmi una volta indietro o di lato per vedere chi calpestavo. "Non calpesterò nessuno, - dissi tra me quando montai in sella. - Me ne andrò ad un sonante galoppo, ma non urterò il più umile somaro che incontrerò sulla strada".
E partii, su per un viottolo, giù per un altro, qui infilando un varco, là saltando una barriera, come se avessi avuto in groppa con me il più diabolico dei fantini.



Ora, a questa andatura, con tutte le migliori intenzioni e propositi, ci sono un milione di probabilità contro una che voi combiniate qualche malestro, se non a voi stesso, agli altri. E la gente a gridare:
- E' disarcionato - è sbalzato di sella - è partito - è giù - non ancora, ma finirà col rompersi il collo - vedete, è andato a sbattere contro l'armamentario dei critici più audaci - si fracasserà le cervella contro un palo - lo ha schivato - eccolo là che corre all'impazzata, piomba nel folto d'un mucchio di pittori, violinisti, poeti, biografi, avvocati, filosofi, suonatori, scolastici, ecclesiastici, statisti, generali, casuidici, esperti, prelati, pontefici, ingegneri.
- Niente paura, - mi dissi io: - non farò male a nessun povero diavolo che cavalchi sulle vie maestre.
- Ma il vostro cavallo schizza fango; ecco, avete inzaccherato un vescovo.
- Fido in Dio, - rispondo-. - non era che Ernulfo.
- Ma avete schizzato in pieno anche le facce dei Signori Le Moyne, De Romigny, e De Marcilly, dottori della Sorbona.
- Acqua passata, roba d'un anno fa.
- Ma solo un momento fa avete pestato i piedi ad un re.
- Poveri re, se si fan pestare i piedi da un poveraccio come me.
- Eppure è quello che avete fatto or ora, - risponde il mio accusatore.
- Lo nego, - ribatto io. Ed eccomi smontato, eccomi qui a terra con la briglia in mano e il berretto nell'altra, pronto a riprendere la mia storia.
- Che storia è?
- La udirete nel prossimo capitolo.


Capitolo ventunesimo
Non sarebbe male, - incominciò Francesco I , re di Francia mentre, una sera d'inverno, si scaldava alla brace di un fuoco di legna e parlava col suo primo ministro di varie cose interessanti il bene dello stato. - Non sarebbe male, -disse, mentre andava attizzando la brace col suo bastone, - se rafforzassimo questa buona intesa tra noi e la Svizzera.
- Sire, - rispose il ministro: - non c'è scopo a dar denaro a quelle gente; ingoierebbe il tesoro di Francia.
- Poh, poh! - rispose il re. - Vi sono diverse altre maniere, Signor Primo Ministro, dì corrompere gli stati, oltre a quella di dar loro denaro. La Svizzera avrà l'onore di fare da padrino al mio prossimo figlio.
- Vostra Maestà, - rispose il primo ministro, - si tirerà addosso le furie di tutti i grammatici d'Europa. La Svizzera come repubblica è femminile e non può in nessun modo fare da padrino.
- Potrà fare da madrina, penso, - rispose il re, scattando. - Per cui mandate ad annunciare le mie intenzioni con un corriere, domani mattina. (...)
(Laurence Sterne, Tristram Shandy: volume quarto, capitoli ventesimo e ventunesimo )



Vorrei saper scrivere un capitolo sul sonno. (...)
Oh, le parole di Sancio Panza! "La benedizione di Dio discenda sull'uomo che per primo inventò questa precisa cosa che si chiama sonno: essa copre tutto l'uomo con il suo mantello."
(Laurence Sterne, Tristram Shandy: volume quarto, capitolo quindicesimo )


Per parte mia, essendo appena un principiante in questa materia, ne so poco; ma, a mio giudizio, scrivere un libro è in tutto e per tutto come intonare una canzone: non importa, signora, che il vostro tono sia alto o basso, purché voi riusciate a mantenervi intonata. E' per questa ragione, mi concedano le vostre reverenze, che alcune delle più scadenti e delle più piatte composizioni s'impongono al pubblico (come disse una sera Yorick a mio zio Tobia) "d'assedio". Ricordo che mio zio Tobia aguzzò gli occhi al suono della parola "assedio", ma non capì che senso potesse avere.
(Laurence Sterne, Tristram Shandy: volume quarto, capitolo ventiseiesimo )


Da questo momento io devo essere considerato erede presuntivo della famiglia Shandy; da questo punto comincia la vera storia della mia vita, e delle mie opinioni. (...) Ed ora che siete giunti al termine di questi quattro volumi, ecco la domanda che volevo farvi: come vi sentite la testa? La mia mi fa terribilmente male.
(Laurence Sterne, Tristram Shandy: volume quarto, capitolo trentaduesimo )


Pogo di Walt Kelly è stato pubblicato dal mensile “Linus” negli anni ’60.
Il ritratto di Laurence Sterne è opera di Joshua Reynolds; le immagini della prima edizione del “Tristram Shandy” vengono dal sito della Glasgow University Library.
La versione italiana è quella di Antonio Meo e Giorgio Melchiori (Oscar Mondadori).




sabato 19 luglio 2008

Tristram Shandy (2)




Tristram Shandy (2)

postato da Giuliano




Scrivere, quando è fatto a dovere - e potete esser sicuri che tale reputo il mio - non è che un altro nome per conversare.
(Laurence Sterne, Tristram Shandy: volume secondo, capitolo undicesimo)



Se volete fare un'esperienza curiosa, andate in libreria e cercate un'edizione qualsiasi di "La vita e le avventure di Tristram Shandy, gentiluomo". Sfogliatela a caso, e vi troverete di tutto: lineette, asterischi, pagine bianche, pagine in latino, capitoli spostati, citazioni, manine puntate a indicare qualcosa di rimarchevole, lapidi, riproduzioni più o meno riuscite della carta con le quale si facevano un tempo le copertine dei libri... Quanto alla struttura narrativa, basti dire che la prefazione dell'autore è nel ventesimo capitolo del terzo volume (prima non c'era tempo), e che Tristram - che ne è protagonista e narratore - nasce dopo due terzi delle pagine che avete tra le mani. Quello che precede, e buona parte di quello che segue, sono digressioni, chiacchierate e discussioni tra i personaggi fatte nella casa del padre di Tristram. Il padre del protagonista e lo zio Tobia discorrono tra di loro, coinvolgendo servitori e altri personaggi, in attesa che il bambino, al piano di sopra, si decida a nascere; in più, deve arrivare un medico che soprintenderà al parto, grande novità per l'epoca.


Il personaggio più bello del libro è senza dubbio lo zio Tobia, reduce da una delle infinite guerre dell'epoca e spirito pacifico che, debilitato da una grave ferita, si appassiona ormai, più che alle discussioni filosofiche del fratello, a quello che è il suo hobby (hobby horse, nell'originale: il cavallino con cui giocano i bambini, magari solo un manico di scopa). L'hobby dello zio Tobia è quello di ricostruire, nel giardino di casa, le battaglie alle quali ha partecipato e quelle delle quali gli arrivano notizie: aiutato dal fedele Trim, ricostruisce in piccolo ma con grande cura fortificazioni e fossati.
Alle volte capita che nel giardino entri qualche animale e distrugga inconsapevolmente settimane e settimane di duro lavoro, il che è veramente increscioso ma in fin dei conti si può sempre ricominciare.
Insomma, qualcosa di molto inglese ma anche di molto universale: chi di noi non ha il suo "hobby horse" nel quale perdersi e dimenticarsi di qualche ferita?


Cordialmente, con tutta l'anima raccomando alla protezione di Colui che non fa del male ad anima viva, voi ed i vostri affari. Solo nel prossimo mese, se qualcuno di voi dovesse digrignare i denti, e tempestare e infuriare contro di me, come avvenne nel maggio scorso, quando ricordo che il tempo era molto caldo, non si esasperi se io ci passo sopra un'altra volta filosoficamente, essendo risoluto finché vivo o scrivo (che per me è lo stesso) a non dire una parola o far mai a nessun galantuomo augurio peggiore di quello che mio zio Tobia fece alla mosca che gli aveva ronzato sul naso per tutto il desinare. "Va', va', diavolaccia, - disse mio zio Tobia: - vattene; perché dovrei farti del male? Il mondo è di certo largo abbastanza per contenere tanto te che me. "
(Laurence Sterne, Tristram Shandy: volume terzo, capitolo quarto )



Farei 50 miglia a piedi, giacché non ho un cavallo che valga la pena di montare, per andare a baciare la mano a quell'uomo che avesse la generosità di lasciar le redini della sua fantasia nelle mani dell'autore, e si abbandonasse al piacere della lettura senza sapere né domandarsi il perché.
(Laurence Sterne, Tristram Shandy: volume terzo, capitolo dodicesimo )


Nel corso delle infinite digressioni del libro, Sterne trova il tempo di parlarci dei nomi di battesimo (quarto volume); del Tempo, di Locke e di Sant'Agostino (terzo volume, cap.18) ; del cardine di una porta da riparare (fatto vero e citazione dall'Amleto, terzo volume cap.21) ; del segreto nascosto dietro le parole scritte (terzo volume, cap.37); dei nasi e delle loro forme (volume quarto); della struttura della tragedia greca (sempre volume quarto); del nome Trismegisto e della sua importanza per il nascituro (ahimé, il nome verrà sbagliato: volume quarto capitolo 15) ; e se vi interessa l'oroscopo di Lutero è nel quarto volume, all'inizio, dentro la novella di Slawkenbergius.


Che fortunato capitolo sui casi è risultato questo! Perché mi ha risparmiato la fatica di scriverne uno espressamente, e in verità ho già abbastanza da fare anche senza di quello. Non ho io promesso al mondo un capitolo sui nodi? due capitoli sul diritto e il rovescio di una donna? uno sui baffi? uno sui desideri? uno sui nasi? - no, questo l'ho già scritto.
(Laurence Sterne, Tristram Shandy: volume quarto, capitolo nono )


(...) Non è una vergogna fare due capitoli di quel ch'è accaduto in due rampe di scale? Perché siamo arrivati solo al primo pianerottolo, e vi sono ancora 15 scalini da scendere; e, che io sappia, siccome mio padre e mio zio Tobia sono in vena di chiacchierare, vi potranno essere tanti capitoli quanti sono gli scalini. Sia come si vuole, signore, è inevitabile come il mio destino: mi prende un improvviso impulso; una voce che mi dice: "cala giù la tela, Shandy.". La calo. "Tira giù una riga di traverso qui.". La tiro. E poi ? Apro un nuovo capitolo? Diavolo se ho un'altra regola a cui attenermi in questa faccenda! E quand'anche l'avessi, siccome faccio tutto contro ogni regola, se la seguissi, finirei con l'accartocciare il foglio, ridurlo in tanti pezzi e gettarlo nel fuoco. Mi scaldo? E ne ho ben ragione! Bella storia: è l'uomo che deve seguire le regole, o queste l'uomo? (...)
Mio padre riflettè mezzo minuto, guardò in terra, si toccò in mezzo alla fronte leggermente con il dito, e:
- Vero, - egli concluse.
(Laurence Sterne, Tristram Shandy: volume quarto, capitolo nono )



Pogo di Walt Kelly è stato pubblicato dal mensile “Linus” negli anni ’60. Le immagini della prima edizione del “Tristram Shandy” vengono dal sito della Glasgow University Library. La versione italiana è quella di Antonio Meo e Giorgio Melchiori (Oscar Mondadori).



giovedì 10 luglio 2008

Tristram Shandy (1)




Tristram Shandy (1)

postato da Giuliano



- Mi intendo tanto di calcoli, - disse lo zio Tobia, - quanto questa balaustra.
E, nel tentativo di indicarla con la sua stampella, fallì il bersaglio e prese in pieno lo stinco di mio padre.
- L'avrei presa cento contro uno, - si scusò lo zio Tobia.
- Credevo che tu non avessi nessuna nozione di calcolo, fratello Tobia. - disse mio padre fregandosi lo stinco.
- E' un puro caso, - rispose lo zio Tobia.
- Un altro da aggiungere al capitolo, allora. - replicò mio padre.
(Laurence Sterne, Tristram Shandy: volume quarto, capitolo nono )



Ne parlavo con un'amica, che mi rispondeva: " A me piacciono le storie che hanno un andamento diretto, che non si perdano troppo per la strada. Storie classiche, insomma, dove sia facile seguire il filo della trama, anche se magari è complessa. " Ovviamente sono d'accordo, è sempre bello trovare autori che sanno raccontare bene una storia: Stevenson, magari, oppure Calvino. Ma ci sono grandi scrittori che fanno esattamente l'opposto, e riescono lo stesso ad essere piacevoli.
Il loro campione è probabilmente Laurence Sterne con il suo "Tristram Shandy", pubblicato con grande successo tra il 1760 e il 1767. Sterne era un reverendo inglese, ed iniziò a scrivere le storie di Tristram Shandy quando aveva 46 anni ed era un perfetto sconosciuto. Ma il racconto, pubblicato a puntate, ebbe subito il successo che si meritava: per le sue qualità letterarie, ma soprattutto perché era molto divertente. Infatti è difficile farne un'antologia, di bei momenti ce ne sono anche troppi; però ci vuole anche molta pazienza, e spirito di adattamento. Sterne va dietro al suo naso, all'ispirazione del momento; e in più, pretende dai suoi lettori la massima attenzione.


Sterne dialoga con i suoi lettori, ogni tanto "guarda in macchina" (quasi come Oliver Hardy), chiede la nostra collaborazione e controlla se siamo stati attenti. Insomma, si potrebbe dire che Sterne è interattivo, ed anche per questo è modernissimo.

- Allora, signore, devo avere saltato una pagina.
- No, signora, non avete saltato nulla.
- Ero addormentata, allora.
- Offenderei il mio orgoglio di scrittore se vi concedessi un simile rifugio.
- Allora devo dichiarare di non saperne assolutamente nulla.
- Appunto questa è la colpa che vi faccio. E per punizione insisto che, appena giunta al punto fermo, riprendiate il capitolo da capo e lo rileggiate tutto.
(Laurence Sterne, Tristram Shandy: volume primo, capitolo ventesimo )



Pogo di Walt Kelly è stato pubblicato dal mensile “Linus” negli anni ’60.
Il ritratto di Laurence Sterne è opera di Joshua Reynolds; le immagini della prima edizione del “Tristram Shandy” vengono dal sito della Glasgow University Library.