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lunedì 16 novembre 2009

Jean Béraud e la Belle Epoque

Habanera

L'Attesa, 1890, Musée d’Orsay, Paris

La Belle Epoque, non a caso chiamata così, ci trasporta immediatamente a Parigi, in particolare per le grandiose Esposizioni Universali che vi si tennero in quegli anni. Nel 1889, per celebrare il centenario della Rivoluzione, fu inaugurata la Tour Eiffel destinata a essere smantellata una volta terminata la manifestazione. Divenne invece simbolo della città ed è, ancora oggi, una pietra miliare dell'architettura contemporanea.

Devant la Tour Eiffel
Parigi, Museo delle Arti Decorative

Il nome "epoca bella" è stato creato solo in seguito per sottolineare gli aspetti di particolare creatività, spensieratezza, serenità borghese e sicurezza che caratterizzarono quel periodo.
Si riferisce a una società cosmopolita e benestante che aveva il suo centro ideale in Francia ed era fiduciosamente convinta della durevolezza della propria condizione sociale.
Nessuno poteva immaginare che da lì a pochi anni la Prima guerra mondiale avrebbe distrutto inesorabilmente quelle certezze e quel diffuso senso di benessere.

La Sortie du Bourgeois

I visitatori, che nell'esposizione del 1867 avevano potuto fare escursioni sulla Senna con i battelli a vapore, in quella del 1889 poterono ammirare il pallone aerostatico più grande del mondo (Le Géant costruito da Nadar) e la famosa torre, alta più di trecento metri, progettata da Eiffel.

Entrata Esposizione Universale 1889

In quegli anni nacquero il cabaret, il cancan, il cinema dei fratelli Lumière e molte nuove invenzioni che resero la vita più facile a tutti i ceti e livelli sociali. La scena culturale prosperava, e l'arte prendeva nuove forme con l'impressionismo e l'art nouveau.

Le Bal Mabile

Au Cafe

Jean Béraud, celebre per le sue scene della vita quotidiana di Parigi, è considerato il più parigino dei pittori della Belle Epoque.
Nato a Pietroburgo, il 31 dicembre 1848, dopo la morte del padre, scultore, si trasferisce con la famiglia a Parigi dove conclude gli studi al Liceo Condorcet.
Seguendo il suo maestro Léon Bonnat, nel cui atelier ha fatto i primi studi artistici rimanendovi per due anni, inizia la carriera artistica come ritrattista. Presto però rivolge altrove la sua attenzione imitando Edouard Manet e Edgar Degas, dipingendo numerosissimi quadri che riflettono gli aspetti più diversi della società francese durante la Terza Repubblica.
I caffè, principali luoghi di incontro, ed i teatri, sono dipinti con la cura meticolosa di uno studioso che vuole documentare tutti gli aspetti di una società.

Les Buveurs

Au Bistrot

Mentre i suoi contemporanei Impressionisti si spostavano nel paese per studiare gli effetti della luce sui paesaggi, Jean Beraud rimase sempre a Parigi.
Dipinge i parigini che, vestiti alla moda, trascorrono i loro pomeriggi nel parco, o ad ammirare le vetrine ed a farsi ammirare.

Boulevard des Capucines

Le Boulevard St Denis

Viene ammesso al Salon per la prima volta nel 1872 e nel 1894, a riconoscimento del suo lavoro artistico, ha ricevuto le insegne di Cavaliere della Legion d'Onore.
Nel febbraio del 1897 fu uno dei due testimoni nel duello di Proust con Jean Lorrain, causato da un articolo scritto dal giornalista in occasione della pubblicazione de Les Plaisirs et les Jours e da Proust giudicato ingiurioso.
Jean Beraud, il più parigino degli Impressionisti, muore a Parigi il 4 ottobre 1935 ed è sepolto nel Cimitero di Montparnasse.

La Modiste Sur les Champs-Elysées

(Le informazioni sulla biografia di Jean Béraud sono tratte dal sito Settemuse)

Per i nostalgici della Belle Epoque ed in particolare per gli appassionati di Proust, massimo interprete di quel periodo, segnalo un interessantissimo libro dello storico inglese Richard Davenport-Hines: Una notte al Majestic (Proust e la Cena Modernista del 1922) che ha il dono di trasportarci, invisibili, accanto a Marcel Proust, durante una memorabile cena in uno dei più grandi hotel di Parigi.
Ne parla, mirabilmente, Paola Cerana, in questo imperdibile articolo.