venerdì 13 giugno 2008

La Sefora


Claude Joseph Bail (1862-1921)
Woman Sewing In Front Of Her Cottage


La Sefora

di Zena Roncada
(colfavore delle nebbie)




La Sefora aveva i suoi pensieri.
A ben vedere, neanche piccolini.
Se gli uomini solo capissero, una volta, il verbo figurare…
Se solo intendessero che il disgusto perdura e sa restare: a macchiare il dentro e il fuori, come certi fondi di ruggine marrone, nei bicchieri…
E invece.
In casa, nessuno a sentire la sua preoccupazione: la nuora, sposa nuova di febbraio, invitata dal figlio a fare la bugada.
La bugada lì, nella corte dei Mortai. Senza chiederlo, come fosse una cosa naturale.
-È lei che vuole, s’era scusato il figlio.
Ma la prima bugada a primavera è quella grossa, coi panni sporchi dell’inverno, che han l’odore del freddo e del marcino. Tenuti a cavallo della trave maestra, su nella soffitta: quattro mesate di camicie, federe e lenzuola, con dentro la febbre sudata della vecchia e gli umori del sonno e della notte.

Honoré Daumier: Laveuse au Quai d'Anjou, 1863-1864
Albright-Knox Art Gallery, Buffalo, NY


No, non c’era abbastanza confidenza.
Lei voleva, la Sefora, salvar la dignità: servire a sua nuora il pollo cotto al forno con la legna d’uva (la pelle che sfrigola, insieme al rosmarino e a certe malizie di pancetta fine). E la crostata messa al focolare, con le braci a fare fitto sul coperchio: lì sì che si vede la bravura, nel sapere il punto di cottura solo dal profumo di mela caramella e di biscotto.

Sia chiaro, alla Sefora piaceva far bugada: stare nell’odore della liscia, quando scende calda e lenta, acqua che pare tortorina, con la cenere sciolta e ribollita.
Alla Sefora piaceva stare con le donne dei suoi biolchi, attorno alla mastella. Grembiale bagnato sotto il petto e dita rugate di sapone.

Jean-Baptiste-Simeon Chardin: The Laundress, c.1735
Hermitage, St.Petersburg

Ma con la nuora no.
Così giovane e figlia del notaio. Così in su, così in su che la piuma a lato del cappello già pareva toccare il paradiso.
Un pensiero, da farci malattia. Ché poi era tutta colpa sua, madre matta a voler far studiare suo figlio da ‘ingignere’ per poi vederlo andare fuori dal sentiero.

Fu giornata di mattina chiara, come sa fare marzo, con l’aria dolcebrusca sulla pelle.
Il paiolo al fuoco al fondo del cortile.
La nuora arrivò da piazza in bicicletta, salutò con la mano, appena intimidita, poi si chiuse un poco nelle spalle, stringendosi il golfino sotto il collo.
- Fa fresco, disse la Sefora e fu tutto.
- State ben in là che butto giù, gridò il biolco dalla finestra in alto.

Dalla finestra del solaio nevicò l’inverno.
Fiocchi di tela grossa, impudichi nell’aria.
Tutta la biancheria di casa.
Nel tacere e nel guardare delle donne, come se a scendere fosse la madonna, il manto e la sua veste.

La Sefora fissava dentro il bianco.
La nuora si mosse per prima: c’era da raccogliere i panni e metterli sul fondo del mastello, strato su strato, prima della liscia.
Discreta, prese dal mucchio la federa con le cifre ricamate, l’ombra del capo appena in evidenza.
- Mama, che bella. disse. Ma s’è staccato un pizzo, vede? Neh, che è meglio darle un punto? Adesso, prima di lavarla, sennò si rompe di più...
E dalla tasca prese ago e filo e si mise a cucire, sul bordo dell’abbeveratoio.
La Sefora sentì nelle braccia un chè di molle e buono.

(martedì, 12 febbraio 2008)

Da Pesci di nebbia


Mary Cassatt: Young Woman Sewing in a Garden
c. 1886, Musée d’Orsay, Paris


5 commenti:

Anonimo ha detto...

Ringrazio anche qui: per il giardino in cui la Sefora ha trovato ospitalità e per le immagini che le terranno compagnia :)
un saluto, a tutti.
zena

Roby ha detto...

Non vorrei apparire retorica, ma siamo NOI, credo, a ringraziare TE, Zena: e anche la Sefora, insieme alla sua giovane nuora.

Un abbraccio

Roby

Solimano ha detto...

Qualche tempo fa c'è stata una discussione nel blog di Brian, nata perché il Fumagalli della Candy è una gloria brianzola e le donne dovrebbero chiederne la beatificazione, del Fumagalli, perché con la lavatrice la vita è cambiata in meglio.
Nella discussione di faceva del poverinismo sul lavoro della lavandaia. Da un punto di vista è vero, ma siccome non mi piace il poverinismo, perché lo trovo sentimentale e quindi a rischio di falsità, ho detto la mia, largamente minoritaria (fra parentesi sono anche bastian contrario, contento di esserlo).
Le donne faticavano col bucato, ma era una occasione imperdibile di incontri e di chiacchiere (le chiacchiere non erano il cicip ciciop che noi pratichiamo, tutt'altro). Soprattutto, chiacchiere in assenza degli uomini, perché le donne avevano dei discorsi, un cultura tutta loro, da cui tenevano fuori accuratamente tutti gli uomini, compresi il marito, il padre, i figli ed il prete.
Non sto facendo il presepe.
Una autodifesa storica, costruita con silenzi omissivi, e trasmessa da madre a figlia, più con le mani, coi gesti, con gli sguardi che con le parole.
Riguardo alla madre matta che fa studiare il figlio da 'inginiere', beh, mia madre è stata così e però era ben contenta il giorno della laurea, l'unico in cui entrò in una università. Al liceo non entrò mai, coi professori ci parlava il babbo.
Perché la struttura di classe la si vedeva nel giorno di ricevimento dei professori: nelle famiglia abbienti andava a parlare la madre, in quelle povere il padre.

grazie Zena e saludos
Solimano

Habanera ha detto...

La Sefora è speciale e ci è particolarmente cara ma anche la nuora giovane promette bene.

Ah, le donne di Zena...
io le abbraccierei tutte.
H.

Anonimo ha detto...

Se ne parlava con Pederiali, qualche tempo fa, delle lavadaie, caro Solimano.
I ragazzi "in vares, né caran né pess", andavano a guardarle, le lavandaie al fiume, e non erano attratti dal lavoro in sè, naturalmente...
E le donne li cacciavano, altrettanto naturalmente...

Quando, per la prima volta lessi l'Odissea (il passo di Nausicaa e delle ancelle e dei panni ad asciugare e dei giochi) andai a raccontarlo a mia nonna, perchè mi sembrava di essere dentro a uno dei suoi racconti.
buona notte buona.
E un saluto alla pagina, tutta :).
zena

(Habanera,sì, la nuora, soprattutto :)...)