martedì 11 marzo 2008

A cena con Anna Karenina


Greta Garbo, Fredric March, May Robson in Anna Karenina
(Clarence Brown, 1935)


A cena con Anna Karenina - Gloria Goldreich

di Gabriella Alù


Ho letto da qualche parte che questo romanzo potrebbe essere ribattezzato "Books and the city" ed in qualche modo è vero. Siamo a New York, a Manhattan, e le protagoniste sono sei donne. Sei amiche molto diverse tra loro ma unite da una grande passione che ciascuna coltiva sin dall'infanzia: la lettura.
A turno, scelgono un libro ed un autore (spesso un'autrice) e si riuniscono a casa di una di loro per discuterne a fondo. Per farlo si preparano minuziosamente, e nonostante siano tutte professioniste molto impegnate (alcune anche con marito e figli) e con pochissimo tempo libero a disposizione leggono biografie, saggi, tutto quello che riescono a trovare sul testo prescelto. Assistiamo così alle loro discussioni su Tolstoj ed Anna Karenina --ovviamente -- su Emma Bovary e Flaubert, Edith Warthon e Shirley Jackson, Sylvia Plath...

L' analisi di critica letteraria serve anche, a ciascuna, per conoscere meglio sè stessa e le amiche. Perchè "il loro non era un gruppo di lettura come gli altri, perchè loro non erano lettrici come le altre. Avevano avuto altre eseprienze di gruppi letterari, ascoltando commenti superficiali, pseudoanalisi, parole buttate lì solo per dimostrare [...] superiorità intellettuale. [...] Erano loro ad essere diverse. La letteratura era la loro passione, ogni libro che discutevano rappresentava una sfida per il cuore e per la mente, ogni incontro una celebrazione di idee. La loro amicizia, l'intimità, erano radicate in quella passione condivisa, inespressa ma tacitamente riconosciuta. Discutendo i libri, si rivelavano l'una all'altra, palesando i propri sogni, le più recondite paure, le più rosee speranze. Come adesso, immerse nella vita di Emma Bovary. Che non commiseravano nè ammiravano" (p.52)

Isabelle Huppert in Madame Bovary
(Claude Chabrol, 1991)


Ma i libri non rappresentano, dentro questo romanzo, solo oggetti transazionali o una sorta di test proiettivi. La bravura della Goldreich consiste proprio nel saper dosare sapientemente, riportando le discussioni del gruppo, gli elementi che riguardano l'analisi letteraria vera e propria e quelli che costituiscono le proiezioni e le identificazioni delle sei amiche. Che sono donne intelligenti e perfettamente consapevoli di questo meccanismo.

Le discussioni avvengono dopo la cena -- preparata con cura dalla padrona di casa di turno e consumata con gran gusto -- con caffè e pasticcini a portata di mano, comodamente sedute in ampie poltrone o accoccolate sui tappeti ma con le cartelle rigonfie di libri e di quaderni d'appunti, intrecciando discussione letteraria e vicende personali.

Sue Lyon, James Mason in Lolita
(Stanley Kubrick, 1962)


Ed arrivati a questo punto non facciamo a tempo a pensare: "Ma toh, guarda, è la stessa situazione descritta da Azar Nafisi in "Leggere Lolita a Teheran" che quest'idea viene in mente anche a loro: "Riordinarono tutte insieme i piatti, impilando i cuscini in un angolo, d'accordo sul fatto che il prossimo incontro si sarebbe svolto in casa di Trish alla fine di gennaio e [...] scelsero un testo relativamente recente, Leggere Lolita a Teheran, di Azar Nafisi [...] avevano idealmente adottato il gruppo di lettura iraniano, dichiarando quelle lontane lettrici le loro sorelle intellettuali.
"Proviamo a leggere anche Lolita di Nabokov", disse Trish.
E poi scriviamo la seconda parte: Leggere Lolita a Manhattan, aggiunse caustica Elizabeth, provocando l'ilarità generale"
(p.145)

"A cena con Anna Karenina" è un libro sull'amicizia e sulla passione per la lettura colto e raffinato, spesso anche commovente. Una lettura gradevolissima ma assolutamente non banale.

Gloria Goldreich è una studiosa di storia ebraica, saggista, autrice di narrativa per ragazzi. Questo "A cena con Anna Karenina" è il suo terzo romanzo, con "Leah's Journey" ha vinto il "National Jewish Book Award of Fiction". Sposata con un avvocato, madre e nonna, vive a Tuckahoe, New York.
(sabato, 03 marzo 2007)

Gloria Goldreich (in inglese)

Il libro


Azar Nafisi


Da NonSoloProust

5 commenti:

Solimano ha detto...

L'esperienza che racconta la Goldreich � difficile nella vita reale, perch� bisogna fasarsi con gli orari e con gli impegni, sarebbe pi� interessante e praticabile in rete. Facciamo l'ipotesi che dieci persone -meglio se uomini e donne- decidano di leggere Lolita, che fra l'altro � uno dei libri pi� grandi del Novecento. E che, man mano che legge, ogni persona inserisca in rete i suoi ragionamenti, le sue sensazioni. Ne uscirebbe, con un gruppo gi� scelto in partenza, qualcosa di notevole e coinvolgente, perch� sarebbero libri diversi (i lettori entrano nel libro come gli spettatori entrano nel film). Fatto sta che una cosa del genere, cos� facilmente praticabile, non la si fa. E' una delle tante situazioni in cui la tecnologia offre una opportunit� che non viene colta, senza motivo, semplicemente perch� non la si vuole cogliere.

saludos
Solimano

gabrilu ha detto...

C'è chi la coglie, questa opportunità. Non è mica una novità. Anobii pullula di gruppi di lettura in rete, ed alcuni lavorano anche bene.
Perciò il punto non è se ci sono o non ci sono i gruppi di lettura in rete, ma se si ha voglia di frequentarli (o di crearne di nuovi, cosa che chiunque può fare, decidendo anche il criterio con cui accettare le iscrizioni) oppure no

http://tinyurl.com/2xomdq

gabrilu ha detto...

mi sono dimenticata: quello che racconta la Goldreich non è un'esperienza, lei ha scritto un romanzo.
L'esperienza vera (ed importante) è quella di Azar Nafisi a Teheran. Quella è storia vera.
E visto che ti piace il cinema, caro Soli: hai per caso visto il film Il club di Jane Austen? E' un filmetto onestamente confezionato, niente di che. Piacevole per ammazzare un'ora e mezza di tempo ma niente di più e niente di meno. Però significativo in sè, perchè si inserisce anche lui (il film) in questo filone dei gruppi di lettura che sembra avere in questo momento parecchio seguito.

Habanera ha detto...

Gabrilu, è vero, i gruppi di lettura sono molto diffusi, specialmente in rete, ma a me non passerebbe mai per la testa di frequentarne uno. Hanno qualcosa di scolastico, di obbligato, che mi farebbe perdere il piacere autentico della lettura che è anche libertà di scelta, non solo dei libri ma anche del momento giusto in cui leggerli. Diverso invece è il piacere che si prova leggendo le impressioni di chi, come te, decide di parlare di quello che vuole, quando vuole. Questa sì che è una cosa che mi piace, anche perchè hai un modo di raccontare molto coinvolgente ed ogni volta mi dico: questo libro devo leggerlo assolutamente! A volte l'ho fatto, altre no, magari perchè non ho trovato subito il libro e poi me ne sono dimenticata.
Ma ti devo molte letture interessanti e ti ringrazio.
H.

Solimano ha detto...

Per me, che sono anche un po' orso, la prima lettura deve assolutamente essere individuale, dopo se ne può parlare. Ma all'università non ho preparato mai un esame in compagnia, mi sembrava di perdere tempo.
Riguardo a Jane Austen, c'è un culto quasi religioso per lei, ed in rete ci sono dei siti molto belli, prima o poi ne sceglierò uno e lo metterò nei Siti Consigliati di Abbracci e pop corn. Ma mi piacerebbe fare un bel lavoro anche su diversi film tratti dai suoi romanzi, praticamente da tutti, ed ho delle idee in mente, solo che bisogna metterle una in fila all'altra...

saludos
Solimano