sabato 15 marzo 2008

babbo


Anthony Van Dyck: Ritratto di vecchio



babbo

di Remo Bassini





Arriva mio padre a casa mia. Come al solito: saluta con un gesto della testa.
Adora il mio cane, lui. E il mio cane stravede per lui. Tutti i cani che ho avuto stravedono per mio padre.
Mi fa: Allora, il cane?
Gli faccio: Non so, visto che sei venuto scegli tu se portarlo in giro, per me è lo stesso.
Mi fa: Come è lo stesso?
Gli faccio: Babbo è lo stesso, se vuoi lo porti fuori tu, altrimenti vado io.
Mi fa: Lo porti fuori tu?
Gli faccio: Per me è lo stesso, visto che sei venuto fin qua, ma se hai da fare…
Silenzio.
Lunga pausa.
Non ha mai fretta, lui.
Mi fa: Tu porta in giro il cane che io torno a casa e porto in giro la tu’ mamma.

Mio padre, ancora.
Sta, stiamo mangiando. La forchetta pare inceppata nel vuoto. Lui sgrana gli occhi e fa dei cenni impercettibili col capo, fissando il vuoto.
Dice: Metti…
Pausa, ha detto metti e la forchetta è sempre ferma, immobile, come i suoi occhi, nel vuoto
Continua a dire: Metti che mi nasceva un figlio gay…
Smorfia.
Pausa. Lunghissima.
Poi, finalmente. Boccone di pasta alla carbonara ma sempre fissando il vuoto.
Mastica, sempre guardando il vuoto.
Riprende a dire: Metti che mi nasceva un figlio gay…
Pausa, non lunga.
Mi guarda e dice: Oh, lo tenevo.
Bene. Si può procedere.

Classe 1927 ha fatto la terza elementare, andando a scuola un giorno sì e uno no. In quello no andava, coi suoi fratelli e suo padre, a fare il carbone.
La quinta elementare l’ha presa quando ha fatto il militare. Legge i giornali. I miei libri li ha sul comodino: ma non so se li abbia letti. Credo di no.
Non dice a nessuno che suo figlio è un giornalista, ha scritto libri. Dice che non so potare una pianta, non so cambiare l’olio alla macchina, non so aggiustare una tapparella, non capisco niente di impianti elettrici; dice che somiglio a suo padre, che non si faceva mai la barba, che non metteva mai il vestito della festa, e che era un po’ pazzo. E disordinato. So che di questo è orgoglioso, però.
(Dimenticavo: Quando ero piccolo, non mi ha mai dato un ceffone).


(Giovedì 19 Aprile 2007)




Da Ricordi (ma non solo...) su Appunti

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Me l'ero perso su Appunti.
Mi ha fatto piacere leggerlo qui.
E un po' mi sono commosso, ripensando al mio,
che mi ha dato un solo ceffone,
e non lo dimenticherò mai

né lui, né il ceffone)

Roby ha detto...

Alla prima sillaba della parola "babbo"... mi si chiude la gola per l'emozione e non riesco ad andare avanti.
Però il brano l'ho letto tutto.
Bellissimo.
E... basta. Non ci riesco. Magari un'altra volta.

Roby