La mia passione per i vecchi film hollywoodiani, ed in particolare per il genere "commedia", deriva in buona misura dai racconti di una mia cara zia, la più giovane fra le sorelle di mio padre, la quale - quando ero bambina - preferiva raccontarmi trame cinematografiche piuttosto che favole o filastrocche. I film di Audrey Hepburn erano uno dei suoi cavalli di battaglia, e fra tutti mi affascinava "Vacanze romane", con la principessa triste che si concede 24 ora di fuori-programma sotto il sole capitolino.
Prima ancora di vedere la pellicola in TV, più o meno 35 anni fa, sapevo come andava a finire la storia, ma questo non mi impedì affatto di gustarmela, nè mi impedisce di farlo ancora, ogni volta che inserisco nel lettore il dvd da collezione, con tanto di contenuti speciali. Quando Ania scavalca il davanzale e scompare nella notte romana, infilandosi nel camioncino della lavanderia (guidato da un giovanissimo Maurizio Arena), io sono lì con lei, e provo la sua stessa emozione, l'eccitazione dell'avventura e il gusto del proibito. Lei sa bene che in capo a poche ore tutto tornerà alla normalità, così come lo so io: ma il divertimento resta intatto per entrambe. Quindi, insieme accettiamo l'ospitalità di Gregory Peck nel suo pied-à-terre di giornalista squattrinato, insieme ci infiliamo il suo pigiama ed insieme ci risvegliamo, a mezzogiorno della mattina seguente, stupefatte ma in fondo incuriosite dalla novità della situazione. Poco dopo, Roma ci spalanca le braccia, e fra le sue strade, le sue piazze e le sue scenografiche scalinate noi ci perdiamo, felici e spensierate.
La principessa dimentica per un po' i suoi doveri reali, ed io quelli quotidiani, certo non meno impegnativi. Sulla Vespa bianca (sono sicura che è bianca sul serio, e non solo perchè il film è in bianco e nero), bianca come il cavallo di un Principe Azzurro, sfreccio anch'io tra i palazzi in travertino e le fontane, sfuggendo ai vigili urbani e ai pensieri molesti... bevo anch'io champagne alla rotonda del Pantheon, brindando alla vita che passa e va... ed infine spacco anch'io la chitarra in testa all'agente segreto che tenta di ricondurmi alla realtà, durante una festa da ballo sul Tevere ancora "biondo"... Alla fine, Ania e il suo bel giornalista si dicono addio in silenzio, durante la conferenza stampa che segna la fine della visita in Italia della principessa: gli occhi di lei sono pieni di lacrime, ma le labbra sorridono specchiandosi nelle foto-ricordo, souvenir delle sue (delle mie) indimenticabili, trasgressive, deliziose "vacanze romane".
12 aprile 2007
Anche su Abbracci e pop corn
1 commento:
Roby, prima o poi, in "Abbracci e pop corn" dovremo fare una serie dedicate ad alcune città italiane, intese come super-luoghi, senz'altro Roma e Venezia, ma mi piacerebbe estenderla anche a Firenze, Napoli, e perché no, Milano (e quello che ho fatto per Rocco e i suoi fratelli ne è un anticipo). Ho delle idee in testa sul come muoverci, e ne parleremo... Vacanze Romane sarebbe un pilastro della serie, pur con tanti altri film che si svolgono a Roma.
saludos
Solimano
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