lunedì 3 settembre 2007

Michail Lermontov




Michail Lermontov
(Livre mon ami 4)

di Solimano



Non conosco la lingua russa, e non me ne faccio un problema, non si può sapere tutto, ma quando mi viene in mente Lermontov, ho voglia di impararla, solo per poterlo leggere in lingua originale. Non soltanto perché è un grande poeta, e la poesia è intraducibile, ma per la sua quasi unica opera in prosa: “Un eroe del nostro tempo”, che oggi esce nei romanzi abbinati a Repubblica. Comprerò anche questa edizione: facendolo, è come tornare a leggerlo per la prima volta.
A Lermontov arrivai attraverso Puskin, ed il suo “La figlia del capitano”. Il curatore non faceva altro che abbinare i due nomi, Puskin e Lermontov e ne fui incuriosito. Mi trovai di fronte ad un libro in cui c'erano alcuni racconti brevi ed uno piuttosto lungo, titolato “La principessina Mary”.
Oddio! Pensai, mi sembrava un titolo da Delly, e rassegnato cominciai a leggere: alla terza pagina avevo già deciso che quel libro non l'avrei mollato prima di finirlo. La prima volta che lo si legge, sono i personaggi, il congegno della storia, il come andrà a finire, ma se lo si rilegge a distanza di anni, si scopre la lucidità di Lermontov nel parlare di amore senza infingimenti, nello svelare il gioco di dominanze che vi si annida, mantenendo intatta però la forza appassionata. Solo Choderlos de Laclos e Dostoevskji sono arrivati a tanto, perché il tema di Lermontov è come un ossimoro di quelli complicati, che sono poi i più belli.
Qualche anno fa, Claude Sautet ha tratto da Lermontov un film decoroso: “Un coeur en hiver”. I dettagli sono tutti diversi, ma il tema è lo stesso: un film elegiaco, a volte lirico, aiutato dalla bella musica. La differenza è che Lermontov, sul tema, costruisce una tragedia quotidiana, con tutta la forza dei suoi venticinque anni. Scomparve due anni dopo (1841), in un duello, causato da uno stupido litigio con una vecchio compagno di scuola, che si era stufato di essere preso in giro da lui. La nemesi delle ultime pagine de “La principessina Mary”.
11 agosto 2004

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