giovedì 27 settembre 2007

Della borsa delle donne



Della borsa delle donne

di Annarita



Il requisito fondamentale della mia borsa deve essere uno solo: poter contenere un piccolo libro.
Che sia fatta a sacco, a zainetto, che sia divisa in scomparti o dotata di tasche e taschini non ha molta importanza. Deve essere abbastanza comoda per contenere anche un libro.

Ma da un po' di tempo a questa parte c'è qualcosa che non va. E credo di interpretare il sentimento di altre donne.

Sono alla cassa del supermercato. La cassiera aspetta paziente, accenna pure un sorriso di comprensione, ma io, con la coda dell'occhio, sbircio la fila che si ingrossa dietro di me. Che cosa sto facendo? Frugo nella borsa alla ricerca dell'unica cosa che in quel momento mi occorra davvero: il portafogli. Pagare in contanti o con la carta di credito è irrilevante purché quel piccolo oggetto si faccia trovare e io non percepisca più gli sguardi malevoli dei clienti e non immagini i loro commenti, che non saranno da meno.
E trovo il libro.

Piove. Sono davanti al portone di casa, in una mano la borsa e nell'altra l'ombrello. Malgrado la faccenda del pollice opponibile non sono capace di cercare nella borsa tenendo l'ombrello in mano, così lo chiudo. E comincio a bagnarmi mentre frugo nella borsa alla ricerca dell'unica cosa che in quel momento mi occorra davvero: il mazzo delle chiavi. E trovo subito il portafogli. E poi il libro.
Un pomeriggio ventoso. Gli occhi cominciano a pizzicare e a lacrimare; il naso non tarda a partecipare con solidarietà all'evento. Allora frugo nella borsa alla ricerca dell'unica cosa che in quel momento mi occorra davvero: il pacchetto dei fazzoletti di carta. E infilo un dito nell'anello del mazzo delle chiavi.
E poi trovo il libro.

Al parcheggio. Non sono ancora in vista della macchina e già mi assale il dubbio; per un momento voglio credere di vederlo biancheggiare sul cruscotto o lo immagino nel vano portaoggetti accanto al sedile.
Perché illudermi? Rammento con sicurezza il gesto inconsulto con il quale l'ho lasciato cadere nella borsa. Non infilato giudiziosamente in un taschino, proprio lasciato cadere nella borsa, dove capita. A rispettosa distanza dalla cassa frugo nella borsa alla ricerca dell'unica cosa che in quel momento mi occorra davvero: il biglietto del parcheggio. E trovo un fazzolettino di carta sfuggito al pacchetto.
E poi trovo il libro.


Basta, non ne posso più. Eppure la soluzione è così ovvia: ci vuole una borsa più piccola.
Piena di entusiasmo mi dedico alla ricerca e finalmente la individuo, negletta in fondo all'armadio. Eppure è carina e i colori non fanno a pugni con le scarpe.

Come ho fatto a non pensarci prima? D'ora in avanti affronterò baldanzosa ogni situazione, mi basterà infilare la mano nella mia piccola, graziosa borsa e il gioco sarà fatto. Ogni cosa al suo posto. Niente più code al supermercato, docce improvvise, lacrimazioni inopinate e panico da parcheggio. Ogni cosa al suo posto.

Non è possibile! La ricerca dell'unica cosa che di volta in volta mi occorra davvero continua ad essere affanosa e caotica.
Per una severa disamina rovescio sul tavolo tutto il contenuto della borsetta, dalla quale fuoriescono, in ordine sparso:
- il libro (ho premesso che non ne faccio a meno)
- il cellulare (e se avessi bisogno di fare o ricevere una telefonata all'improvviso?)
- la rubrichetta telefonica (e se si cancellassero i numeri dalla rubrica del cellulare?)
- l'auricolare per il cellulare ( e se davvero le onde del cellulare facessero male?)
- le foto dei ragazzi (niente se, come poteri stare senza?)
- la carta d'identità e la patente (niente se, al massimo potrei metterle insieme in un piccolo porta documenti)
- l'abbonamento del pullman (niente se, bisogna fare qualcosa contro l'inquinamento)
- gli orari dei pullman e dei treni (e se perdessi il pullman, chi si ricorderebbe a che ora partono i treni?)
- qualche bustina di zucchero (e se avessi un improvviso calo di pressione?)
- il porta schede telefoniche (e se non potessi usare il cellulare?)
- le bustine di sale di lisina (e se mi venisse mal di testa all'improvviso?)
- il portafogli (niente se, è indispensabile)
- l'i-pod (e se non volessi solo leggere?)
- il moleskine ( e se dovessi prendere appunti?)
- la penna (niente se, quella non mi manca manca mai)
- i fazzoletti di carta (niente se, sono molto più pratici del vezzoso fazzoletto di stoffa)
- la pen drive ( e se dovessi spostare dei dati da casa all'ufficio o viceversa?)
- le chiavi di casa (niente se, mica c'è sempre qualcuno che ti aspetta!)
- gli occhiali da sole (niente se, la luce può irritarmi gli occhi anche in inverno)
- le chiavi della macchina (e se cambio idea sull'opportunità di usare il pullman o il treno?)
- l'ombrello pieghevole (e se dovesse piovere all'improvviso?)
- il portamonete con le monetine souvenir dei viaggi (e se a me facesse piacere portarmelo dietro, avreste qualcosa da ridire?)

Come può stare tutta 'sta roba in uno spazio così piccolo? Secondo me la spiegazione è una sola: noi donne abbiamo la borsa di Mary Poppins...
giovedì, 13 settembre 2007

Da L'angolo di Annarita



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