martedì 21 agosto 2007

Che memoria ne passi anco ai nepoti

Giambattista Tiepolo Achille snuda la spada contro Agamennone,
ma Athena lo trattiene per i capelli
1757 Villa Valmarana ai Nani, Vicenza



Che memoria ne passi anco ai nepoti
(Livre mon ami 2)

di Solimano



Prima del Foscolo c'era stata l'Iliade, o meglio la traduzione di Vincenzo Monti, quello del Cantami, o Diva. Molto tempo dopo compresi che ad Omero era più vicina - o meno lontana - la Calzecchi Onesti.
Mi piaceva Aiace Telamonio:

Qui vide un terzo il re d'eccelso e vasto
corpo, ed inchiese: Chi quell'altro fia
che ha membra di gigante, e va sovrano
degli omeri e del capo agli altri tutti?
-Il grande Aiace, rispondea racchiusa
nel fluente suo vel la dìa Lacena,
Aiace, rocca degli Achei.


La dìa Lacena è Elena che dall'alto delle mura di Troia, fa a Priamo la spiega dei principali eroi. Di Aiace ricordo la battaglia a difesa delle navi, quando impugna un vero e proprio albero di nave per tener lontani i Troiani che vorrebbero incendiarle, ed il duello con Ettore, interrotto dagli araldi perché si avvicina il tramonto, ma ai punti aveva vinto Aiace…
Mi piacevano i doni che si scambiavano i guerrieri, i cataloghi degli eserciti e delle navi, i sacrifici ed i giochi funebri, che trovavo allegrissimi. Mi procurai un dettagliato atlante storico, sapevo dov'erano Ftia e Pilo, gli Etòli ed i Beoti. Poi, per anni comprai il Calendario Atlante De Agostini , dalla tipica forma spessa, lunga e stretta: dove metterlo, in libreria?
Mi piaceva Elena, anche perché piaceva ad Omero, o a chi per lui. Non mi curavo di Briseide o di Andromaca.
Foscolo e Monti, essendo in fondo simili, non si potevano vedere l'uno con l'altro. Molti ricordano lo sfottò del Foscolo:

Questi è Vincenzo Monti cavaliero,
gran traduttor dei traduttor d'Omero.

Pochi la risposta del Monti:

Questi, rosso di pel, Foscolo è detto,
Che per meglio falsar falsò se stesso.

Di entrambi, oggi penso appropriate le parole dell'Iliade tradotta dal Monti:

ma tutti egregi dicitor, sembianti
alle cicade che agli arbusti appese
dell'arguto lor canto empion la selva.


Omero è tutta un'altra cosa, che forse più che con la poesia ha a che fare col nostro vivere di tutti i giorni nella natura e nella storia. Ed i suoi eroi non assomigliano ai magnifici gallinacci che Giambattista Tiepolo affrescò a Villa Valmarana, meno di cinquant'anni prima che il Monti ed il Foscolo si dedicassero agli endecasillabi. Ondulatorio l'endecasillabo del Monti, sussultorio quello del Foscolo, terremoti ben temperati.
2 agosto 2004


Giambattista Tiepolo Gli araldi conducono Briseide da Agamennone
1757 Villa Valmarana ai Nani, Vicenza

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