lunedì 20 agosto 2007

Gatti


Gainsborough: Sei studi dello stesso gatto, c. 1770


Gatti

di Emilio Gauna (Giuliano)



Non ti temo
so come si smaschera
la tigre
e come s'addomestica


Misterioso il mondo dei felini... sembra di capirli, di conoscerli a fondo, e invece ti sorprendono sempre. Forse è quel tanto di selvatico che rimane sempre in loro, anche nel più tranquillo dei gatti d'appartamento. Si dice che, a differenza del cane, il gatto non è mai stato del tutto addomesticato: e forse è proprio così.

Come la tigre il gatto s'avanza
con un leggero passo di danza
muove le membra con gran leggiadria
sull'indifeso passero balza.
Questa è la vera natura del gatto;
ritorna un micio se vuole, se crede,
ma è in lui la fiera nascosta e ben viva,
s'affila i denti e gli artigli per l'arte.

Come la vita il dolore il mio gatto
ronfa gioiosa poi dorme s'acquieta
per un nonnulla turbata s'inquieta
il pelo drizza si gonfia poi graffia
è come l'oca che sbuffa e poi soffia -
però mi piace vederla qui quieta,
il pelo liscio, la belva mansueta.

Sogna il giaguaro, e addenta
la molle plastica pelle d'un ghiro.
Sogna il giaguaro, e tenta
con un rapido balzo l'agguato
alla corta proboscide del tapiro.
Sogna il giaguaro, e non altro,
che non c'è altro in giro.
Sogna il giaguaro, e attende
attende invano il respiro
d'un'agognata vittima.
Siamo allo zoo, ed in gabbia,
nel freddo inverno, sogna,
sogna di un caldo che non conosce:
attender la morta carne bisogna
che ogni giorno ti porta
il mite e devoto guardiano.


Non è facile entrare in sintonia con un gatto, difatti molte persone non ci riescono e non ci provano nemmeno. Di solito la comprensione nasce spontanea, senza bisogno di pensarci o di fare qualcosa di particolare. Questa è una riflessione della polacca Wyslawa Szymborska, premio Nobel per la letteratura:"... i gatti hanno la capacità di offendersi. Un gatto si offende molto facilmente e fa capire che non è contento, che non è stato trattato come meritava. I cani si offendono molto meno, basta una carezza e dimenticano tutto. I gatti, al contrario, perseverano nel loro cattivo umore". (Wyslawa Szymborska, da un'intervista a "la Repubblica")

Tanti anni fa avevo un gatto siamese che ascoltava la musica con me; era molto attento ed esigente, e se mettevo un disco che non gli piaceva se ne andava via subito, molto deluso, dandomi un'occhiata di disapprovazione. La sua preferenza andava alla musica sinfonica, soprattutto Brahms e Beethoven, e apprezzava anche Verdi; ma era del tutto indifferente al rock e alla musica leggera (penso di esprimere pienamente il suo pensiero dicendo che per lui questa non era affatto musica), e ricordo che rimase letteralmente scandalizzato dalla Sacre du printemps di Stravinskij. Anni dopo, mi è piovuto in casa un bel gattone bianco e nero. A differenza del siamese, lui era proprio un gatto di strada, e la faceva da padrone; ma con noi continuava sempre ad essere molto affettuoso. A lui devo le mie osservazioni sui felini in libertà, e gliene sono molto riconoscente.

Ed ecco ho fatto il disegno di un puma,
ed è venuto che non mi dispiace:
è nella nebbia e nel gelo che fuma,
dalle narici il suo fiato par brace.
Fuori fa freddo ed è quasi normale,
siamo in montagna e nevica e fa male:
e là lontano c'è una lepre in fuga.


Devo ammetterlo: quando scrivo, i gatti mi saltano fuori spesso, soprattutto quando non me li aspetto. Mi tendono imboscate e non so come difendermi: del resto, a guardare con l'animo dell'enigmista, anche emiliogauna è tutto un miagolare nascosto.

Rapace clandestino e misterioso,
allocco miserando che il suo topo
con arte si cattura e porta al nido;
il topo notturno riceve lo sfratto,
è meglio l'allocco del mio gran bel gatto.
Ripenso alle trappole e al lavoro del topo,
ripenso al dolore di ciò che vien dopo,
contemplo l'allocco che vola lontano;
la notte dilegua e già il sole è vicino,
e qui ronfa ignaro il mio bel gattino.

Penso che sui gatti, e sui felini in generale, sarò costretto a ritornare; o forse saranno loro a chiamarmi e a costringermi ancora ad occuparmi di loro. Per adesso, mi pare giusto chiudere con un'altra riflessione che amo molto, e che è stata fatta da una persona che molti hanno amato, per la musica e non solo:

"Esistono soltanto due strade per sfuggire alla miseria umana: suonare l'organo e giocare con i gatti"(Albert Schweitzer)

Audrey Hepburn (e Cat) in Colazione da Tiffany


Anche su Golem l'Indispensabile

1 commento:

Giuliano ha detto...

Bello il gattone rosso. Bella anche la signora che dorme...
(Ci sono due soggetti che vengono quasi sempre bene le foto: i gatti e i bambini piccoli.)