venerdì 24 agosto 2007

Di tanto in tanto...




Di tanto in tanto...

di Clelia Mazzini



Di tanto in tanto qualche parola si faceva largo fra cielo e lago, per un intersizio di solitudine; vagava un attimo, si fermava e poi cadeva repentina nella sera.
Per questa vita che abbiamo conquistato (fosse solo per un istante in più, un inutile, vuoto, immenso, indefinibile istante) parlerei ancora di te a te, se ne avessi l'occasione. L'ultima volta che lo feci Koessler gioiva, altissimo, sulle zampe di dietro e poi correva veloce dietro la palla rossa che gli lanciavi ridendo.
Ridevo a mia volta, di te, di lui, di noi che sembravamo ancora ridere.

Sono ancora qui, nell'antica e (troppo) grande casa che fu dei miei; leggo la tua lettera e ripenso a un universo di colline calme, segrete, impenetrabili:

...La bonne journée le beau regard qui prend sous tes habits c'est entendu: de toutes mes forces le sang ne quittera, le souffle bref face à face, les doigts font monter plus légère avec ses suivants la force d'une blessure...

Una memoria è un giorno, a volte solo un pomeriggio. Indietro non si torna, avanti è difficile andare.
Culliamoci così, nella pace dell'eterno presente che sapemmo costruirci. Nel segreto dell'infinito mattino che seppe sorriderci.

Koessler è morto da tre anni, ormai. L'ho seppellito nel giardino a Nord, con la sua/tua pallina rossa, sotto uno degli abeti più alti, dove spesso amava riposare d'estate. Non so se scrivertelo, forse sì, te lo scriverò. Quando il tempo mi darà tempo per una risposta che arrivi a te serena, come lo sono io, ora. Lontana anni-luce dallo specchio dei tuoi occhi, ma più vicina che mai alla tenda di velluto (bordeaux) che nasconde il tuo cuore.
30 aprile 2005

Da Aletheia
Akatalepsia

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