martedì 24 luglio 2007

I miei venticinque lettori (4)




I miei venticinque lettori

di Solimano



1 marzo 2007
Va detto che il Manzoni, alla fine, di lettori ne ha avuto un po' più di venticinque. Che poi uno dice il Manzoni... parlo dei Promessi Sposi e ci aggiungo l'Adelchi, perché il resto, compresi gli Inni Sacri, anche il 5 Maggio, non mette conto parlarne. Resto sui Promessi Sposi: le centinaia di migliaia, forse i milioni di lettori si dividono in due affollate categorie, quelli che di fronte al Manzoni fanno la genuflessione col segno di croce e quelli dell'uffa il Manzoni. C'è una terza categoria, molto più sparuta, fatta di quelli che distinguono il grano dal loglio e che amano il Manzoni di Don Abbondio, Donna Prassede, Don Ferrante, Agnese, Perpetua, Tonio + Gervaso, Azzeccagarbugli, il Podestà, il Conte Attilio, il Conte zio, il sarto del si figuri, Renzo, Don Rodrigo, Lodovico, Geltrude e sbadigliano col Cardinal Federigo, l'Innominato, Padre Cristoforo e Lucia.Io mi sento di questa piccola categoria: amo il Manzoni vivo, vivissimo, non il Manzoni insalamato dalla conversione e che se la tira con l'amore comandato.
Ci tornerò un'altra volta, aggiungo che al Manzoni successe come a Tolstoi, che per più di trent'anni non scrisse più nulla di paragonabile a quello che aveva scritto prima, la ragione credo che non sia molto diversa da quella di Tolstoi: non si può scrivere cose vere se si mente a se stessi - volontariamente od involontariamente. Rileggerò fra breve i Promessi Sposi, andando adagio nella Notte degli Imbrogli e dei Sotterfugi e correndo nelle tante virtù del Cardinal Federigo.
Torno al M.T.F.R. My Twenty Five Readers perché io ai miei venticinque lettori ci tengo veramente, visto che sarà difficile che vada più in là, ma la colpa è dei tempi malvagi, avessi scritto nel 1912 forse a 28 lettori ci arrivavo. Ieri, con l'aiuto di amici, ho fatto delle prove e sono riuscito (forse) a risolvere il problema più grosso, che è quello di inserire le immagini nel word senza appesantirlo in modo insostenibile dalla posta elettronica: ho capito che il documento non deve essere un rtf, se no sono guai. Ci sono tante finezze di ogni tipo che potrò fare, ma è solo questione di tempo. Occorre però, per ogni scritto, puntare su due documenti: uno leggero, senza sfondo, senza colori, senza immagini - il che non vuol dire che sia brutto - che serve per eventuali stampe, l'altro con tutte le bellurie giustificate dalle pulsioni dell'artista - io, in questo caso.
Ma verrà il turno di tutti - a livello sfondo, tipo caratteri, colore caratteri, titoli, immagini sopra, sotto, in mezzo, prefazione, postfazione, note e chi più ne ha più ne metta. Se si riesce a fare qualcosa che globalmente pesi sui 500k, anche qualcosa in più, il gioco è fatto. Il primo esperimento lo farò con La Grande Bua, perché è abbastanza semplice: una immagine sopra il titolo, nessuna immagine all'interno dei diciassette paragrafi, un'altra immagine alla fine, prima però della postfazione che ho da scrivere, come carattere un Garamond, come sfondo un bel grigio che ho già trovato, e il problema è risolto. Ci metterò più tempo con le Novellette degli Odori, perchè ho deciso di arrivare a cinquanta, quindi per finirle mi ci vuole un mese, poi qui sì che le immagini ci saranno all'interno del testo - senza esagerare - e quindi prima della spedizione ai twenty five passeranno due mesi, voglio fare una cosa che piaccia a me, e sono puntiglioso.
Bene, dopo aver fatto tutte le risate e le ironie possibili su questi quattro brani e sul loro autore, credo che qualcuno di voi dirà a se stesso: "Perché no?". La bellezza più vera e grande della rete sappiamo tutti qual è: certe e-mail da persona a persona, cose che nessuno legge, a parte i due che si scrivono. Ce ne sono decine di migliaia di corrispondenze del genere oggi in Italia, e qualche centinaio è sicuramente mirabile, vero che più vero non si può. Ma anche quello che propongo con M.T.F.R. ha una sua onesta bellezza (toh, come quella di Lucia!) e qualcosa di buono, anzi di molto buono ne uscirà. Io parto, chi vuole ci pensi. Ho ancora qualcosa da dire, ma per il momento: jeunes filles et garçons, au revoir!

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