328. Tutto quello che mi è rimasto dentro di ciò che è accaduto - intendo tutto quello che non è stato coperto dalla nebbia dell'inevitabile dimenticanza - è stato filtrato non dal vaglio della mia coscienza (troppo facile, no) ma da quello del sentimento.
Tutto ciò che non appartiene a questa sfera, nell'istante dato, è come se per me non fosse mai accaduto.
Domani tutto potrà cambiare, lo so bene, ma ora è così. E non c'è traccia del fatto che - almeno a breve - questa condizione possa mutare.
329. Mi sono sempre chiesta se la crescita sia "verticale" o "orizzontale"; se si proceda cioè verso l'alto (qualunque e ovunque esso sia) o per gradi simmetrici - un po' verso il lato destro della ragione, un po' verso quello sinistro del cuore - acquisendo in questo modo dati e conoscenze.
La risposta "vo ancora cercando", invocando ora il cervello, ora l'anima, ora il silenzio serale che tutto sembra conoscere.
330. Un giorno o l'altro mi tornarò, / no' vùi tra zénte strània morir, / un giorno o l'altro mi tornarò / nel me paese.
Dentro le pière che i gà inalzà / su le rovine, mi çercarò, / dentro le pière che i gà inalzà, le vecie case.
Sarò pai zóveni un forestier, / che varda dove che i altri passa, / sarò pai zóveni un forestier, / no' lori a mi.
Carghi dei sogni dei me vint'ani, / vedrò i burci partir ancora, / carghi dei sogni dei me vint'ani, / dal Piave al mar.
Cussì che in ultimo mi no' starò, / coi altri vèci intorno al fògo, / cussì che in ultimo mi no' starò / a dir "noialtri...".
E a un dei tósi che andarà via, / voltando i òci de nòvo al porto, / e a un dei tósi che andarà via, / ghe darò el cuor.
[Giacomo Noventa - da Versi e poesie, Edizioni di Comunità, 1956]
Un giorno o l'altro io tornerò / non voglio morire tra gente straniera, / un giorno o l'altro io tornerò nel mio paese.
Dentro le pietre che hanno innalzato / sulle rovine, io cercherò, / dentro le pietre che hanno innalzato / le vecchie case.
Sarò per i giovani un forestiero, / che guarda dove gli altri passano, / sarò per i giovani un forestiero, / non loro per me.
Carichi dei sogni dei miei vent'anni, / vedrò i burchi partire ancora, / carichi dei sogni dei miei vent'anni, / dal Piave verso il mare.
Così che alla fine io non starò, / con gli altri vecchi intorno al fuoco, / così alla fine io non starò / a dir "noialtri...".
E a uno dei ragazzi che andrà via, / voltando gli occhi di nuovo al porto, / e a uno dei ragazzi che andrà via, darò il cuore.
Da Akatalepsia
1 commento:
Anch'io condivido quello che dice Clelia, che la memoria è filtrtata dal sentimento più che dalla coscienza, da ciò che ha risonanza dentro di noi emotiva. Trovo questo post molto bello. Bella la vostra idea, Giulia
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