È da subito dopo i primi quindici, venti secondi nei quali la musica ha raggiunto le mie orecchie, alle 8.00 precise di venerdì 15 giugno.
E’ in quell’attimo che mi sono fatto due domande: ma cos’era, allora, quella cosa che ho ascoltato fino ad ora? E come farò, senza mandare chi mi legge o ascolta a un concerto nella sala maggiore della Philarmonie di Berlino, a spiegare cosa è stato?
La musica, lì e allora, mi ha trascinato via. Ma adesso ben forte, e da quando finì la 4a di Bruckner già in un pianissimo, la seconda domanda risuona OGNI volta che la radio, il cd player, o il mio piccolo Mac ‘suonano’qualcosa.
Alla prima ho trovato una prima banale, incompleta, parziale e personale risposta: era musica anche quella del Teatro Verdi, del Politeama Rossetti, della Scala…: Serie B, o C, se volete, ma sempre pur musica. E sto parlando, sia chiaro, non dei musicisti ma dell’acustica.
Ecco, ho detto la parola: acustica.
Per cercare di rispondere alla seconda e per me più importante domanda, io non basto.
Ecco tutto, mi sono detto ieri sera, ammettendo di non avere le parole, l’educazione lessicale, la capacità e le competenze tecniche per farlo. Stavo per andare a nanna, dopo una travolgente esecuzione della prima sinfonia di Gustav Mahler, a Radio Tre Suite.
(Gli dei e la RAI proteggano l’esistenza e la crescita, nonché il miglioramento delle sintonie dell’unica radio ascoltabile in italia, quando si vuole sentire – e non solo ascoltare – qualcosa. )
E stamattina, la risposta è arrivata.
La risposta si chiama DC.
Ecco. So già che qualcuno, per un attimo soltanto, ha strabuzzato gli occhi.
No, non alludo al partito morto e mai sepolto, lo Zelig dell’arco costituzionale italiano.
(Se qualcuno per Zelig ha inteso il cabaret, beh: fa ridere chi ha capito la vera allusione. Grazie ma si informi. Citofonare Woody Allen.)
Ma a un amico, di pelle e di bips, che ha la competenza, il lessico, le parole… per dire a me cosa sia l’acustica, in che modo influisca sull’ascolto. Eccetera.
So che lo chiamo, e per di più pubblicamente, a una prova non proprio di facilissima soluzione. E per un uomo discreto, nonostante il suo peso, essere chiamato allo scoperto è cosa che potrebbe infastidire. Ma DC se vuole, se si lascia essere, è l’unico che io conosca in grado di rispondere a me, e a voi, che mi auguro, se siete arrivati a leggere fin qui…
Gli do però tutto il tempo che vuole, e tutte le risposte: da cento anni e poi due parole, in giù.
A voi che leggete, però, rivelo una parte, quella virtuale, della ragion per cui ho tanta fiducia in DC.
Fate un giro qui, da Olgy, a Remitur ( sin dal nome un parente carissimo, un gemello: un modello, per a vànvera).
In attesa della sua risposta, che -se verrà- sarà pubblicata sia nei commenti che come post autonomo ( e, se DC vorrà anche nel suo spazio di Rete), vado a Bach, clavicembalo ben temperato, nella trascrizione per pianoforte, esecutore Daniel Barenboim.
La di da…
Da a vànvera
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