Ho comprato un elicriso, una pianta aromatica che cresce sulle dune di mare e profuma di liquirizia. Ho visto i suoi splendidi fiorellini gialli nello stand di una fiera dei fiori. Ero indeciso; mi piaceva molto anche una bellissima piantina di cappero. “Io glielo do il cappero – ha fatto il vivaista di Cava d’Aliga nel ragusano – ma questa è un’erba dispettosa come una femmina: cresce rigogliosa tra le pietre se la ignori; ma si rifiuta se uno la vizia con la terra buona e l’acqua”. Adesso che inizia a far caldo, la mattina quando mi sveglio molto prima degli altri, apro tutte le finestre per fare scorta di fresco e la domenica mi vado a bere il caffè in terrazzo. Quando ho svuotato la tazzina, passo la mano tra i rami della lavanda, poi strofino delicatamente la mentuccia per finire con una carezza all’elicriso. Quando annuso la mano, quel mix di odori mi scaraventa da un cortile romano alle dune del Mediterraneo, mentre le rondini rigano il silenzio della prima luce con voli chiassosi.
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