domenica 20 dicembre 2009

Canto ed incanto della neve

Habanera

Alfred Sisley: Chemin de la Machine, Louveciennes 1874

Il protagonista di questo racconto è appena tornato dalla clinica dove lo hanno curato per un esaurimento nervoso.
Un giorno va a fare una passeggiata ed è appena nevicato; all’improvviso non ode più nulla se non un canto, un’illuminazione. È l’istante della guarigione in cui capisce che ciò che vuole è tornare in famiglia e portare questo canto...


Canto della neve silenziosa

Quando giunse al punto stabilito si fermò. Aveva percorso un miglio. Bisognava tornare indietro. Guardò le case circostanti, quelle che da lontano sembravano quasi prive di forma, fuse com'erano nell'aria luminosa; poi guardò gli alberi e il loro grigiore innevato scomparve nella luce. Si girò e fece il primo lento passo del ritorno. Ripercorse le proprie impronte, le uniche nella neve. Sembravano piccole e anche se erano le uniche non sembravano sole, abbandonate. Sorrise all'idea delle impronte sole, come se le impronte avessero una vita propria o anche potessero riflettere quella di chi le aveva lasciate. Forse... chissà. Andava dunque, e si teneva compagnia.
Svoltò un altro angolo e davanti gli si posò un lungo tratto bianco piatto e friabile, interrotto sempre e solo dalle sue impronte che s'allontanavano e sembravano scomparire nella distanza bianco/grigio. Non sembrava possibile, eppure ora l'aria era ancora più dolce e serena. Continuò a procedere lungo le proprie impronte con l'impressione di poter camminare in eterno, la sensazione che fin quando la neve silenziosa continuava a cadere lui avrebbe potuto camminare lasciandosi dietro tutte le preoccupazioni e le ansie, tutti gli errori del passato e del futuro. Più nulla lo avrebbe preoccupato o perseguitato o riempito di tremiti di paura: la buia notte dell'anima era ormai finita. Sarebbero rimasti solo lui e la soffice neve silenziosa, e ogni fiocco avrebbe portato, nella propria vita una particolare gioia … mentre la dolce e silenziosa neve continuava a cadere dolcissima e gioiosissima...
Sì, e amorosissima... amorosissima...

Alfred Sisley- Scena di Neve Stazione Moret, 1888

Avrebbe potuto camminare in eterno. Gli sarebbe stato facile continuare a camminare mentre tutti i pensieri di morte sarebbero svaniti, assorbiti dalla neve silenziosa.
Ben presto pur tendendo l'orecchio non sentì più neppure lo scricchiolio dei passi nella neve e la cosa non lo sorprese, quasi che il corpo gli fosse diventato tanto leggero da non lasciare neppure un’impronta. Raggiunse la sua strada ma invece di svoltarvi continuò dritto: qualcosa lo attirava in fondo a una strada nella quale non era mai stato prima, una strada completamente sconosciuta, completamente diversa da tutte le altre nei paraggi. E mentre andava continuava a sentirsi sempre più leggero, come se la scintilla nella neve silenziosa, e quella che illuminava l'aria, gli scoccasse dentro. Sapeva di avere gli occhi in fiamme, pieni di quella luce. Sapeva d'irradiare quella luce attraverso gli abiti. E si sentiva le gambe sempre più leggere e quando abbassò lo sguardo vide che non c'erano impronte. Il soffice manto di neve steso sulla strada era ancora immacolato e fin dove vedeva lui non c'erano impronte e allora tutto il suo essere si riempì d'indicibile gioia
e allora la sentì,

Alfred Sisley- Neve a Louveciennes, 1874

agli inizi molto debolmente e tuttavia distintamente.
Sentì la neve cadere lenta nell'aria, ogni fiocco con un suono proprio e distinto e non ostacolato nella caduta così che i suoni di tutti quei fiocchi non mescolavano né stridevano ma si fondevano invece in un canto, quello della neve, che pochi avevano udito.
E, pur restando dolce, quel canto diventava sempre più forte, diventava una cosa sola con la luce... e alla fine non ci furono più piedi che lasciassero impronte né corpo né occhi che brillassero ma soltanto luce e suono e gioia. Niente passato, niente futuro, niente, neppure un presente, unicamente la nuova gioia che non conteneva ricordi di angustie e lotte e sofferenze... unicamente la nuova gioia... e capì che sarebbe potuto restare lì per sempre.
(Hubert Selby Jr.)

Un grazie affettuoso a Zena Roncada per avermi fatto conoscere questo testo e...


BUON NATALE E FELICE ANNO

A TUTTI



da Habanera

14 commenti:

annarita ha detto...

Un testo davvero intenso ed evocativo. Grazie a te e a Zena.
Tanti affettuosi auguri di buon natale e felice anno nuovo
Annarita

Anonimo ha detto...

ad Habanera
...per un attimo ho avuto timore che tu,
mia preziosa vicina, traslocassi lontano;
ora dalle mie finestre volano gli auguri più sentiti. AlfaZita(Alexandra Zambà)

Habanera ha detto...

Alexandra, mia carissima vicina di casa, che bella sorpresa questa visita.
Qui porte e finestre sono sempre aperte e gli auguri ricambiati con affetto, a tutti voi
H.

Cara Annarita, ti rinnovo anche qui i miei auguri più sentiti e ti ringrazio
H.

zena ha detto...

Che bello condividere un testo che si ama. Grazie!
Un abbraccio fatto di auguri, anche qui.
zena

Emilia ha detto...

Augurissimi e grazie per questa nbella lettura. Un abbraccio

Amfortas ha detto...

Beh grazie anche da me a Zena e Habanera per questo bellissimo testo, che mi ha fatto (ri)pensare a molte cose.
E auguri!

Silvia ha detto...

Conosco bene questo pezzo, e Sisley è una delizia per gli occhi.

Auguro a tutti, a te Haba, un mondo di auguri.

Habanera ha detto...

Dolce e incantevole neve...
Un po' meno quando devi partire in treno.
Prenotazioni e biglietti andati in fumo nel caos della Stazione Centrale di Milano.
Martedì 22 dicembre: Intercity Milano- La Spezia delle ore 12,05: cancellato.
L'intenzione era di trascorrere a Santa Margherita sia il Natale che il Capodanno ma intanto, causa neve, siamo ancora qui.
E menomale che Fastweb, nonostante la disdetta fatta da tempo, continua miracolosamente a funzionare mentre la Telecom (subentrante) è desaparecida.
Ci riproviamo domani a partire per la Liguria e che gli dei, e l'ingegner Moretti, ce la mandino buona.

Intanto grazie a Zena, Giulia, Amfortas e Silvia per gli auguri che rinnovo con tutto il cuore.

Un abbraccio
H.

Emilia ha detto...

Buon anno, cara Habanera.

Silvia ha detto...

Buon anno Haba:) di tanta serenità.

Anonimo ha detto...

Anno buono e generoso, carissima.
Che ti assomigli, insomma.
Un abbraccio.
zena

Elena ha detto...

Buon 2010, Habanera,
un abbraccio
Elena

Habanera ha detto...

Si possono fare ancora gli auguri per il nuovo anno? In ritardo ma affettuosi e sentiti a chiunque si trovi a passare da queste parti.
Un abbraccio e un augurio in particolare alle mie carissime Giulia, Silvia, Zena ed Elena che sanno farmi sentire la loro presenza affettuosa e costante in ogni momento della mia vita. Grazie!
H.

Silvia ha detto...

Passavo, rileggevo, riflettevo.
La neve così fa. Raccoglie:)
A presto.