Dal blog di Eppifemili
Ieri sera, proprio mentre io e Homo ci accingevamo a guardare un film sul satellite, da fuori appare un lampo.
Seguito poi da un tuono rimbombante.
Subito dopo il segnale digitale svanisce nel nulla.
Niente film.
Niente Doctor House dopo il film.
Niente di niente.
Proprio oggi che dovevo anche vedere una nuova trasmissione di design che mi interessa per lavoro!
Accidenti!
Beh! Speriamo che nel giro di qualche ora il segnale venga ripristinato.
Attendiamo.
Riproviamo ad accendere il decoder.
Niente.
Decido di chiamare Sky.
Mi fanno fare il test.
Errore 35.
Pare sia un problema al satellite.
"Signora, aspetti qualche ora. Se il problema persiste ci ricontatti e le fissiamo un appuntamento col tecnico"
"Si grazie. Buona serata".
La mattina seguente stesso problema.
Il pomeriggio anche.
La sera si avvicina e niente.
Sky è deceduto.
Morto.
Andato.
Decidiamo che forse è il caso di dare personalmente una controllatina all'antenna.
Piccolo particolare: la nostra antenna sky è posizionata sul terrazzo della signora Gertrud che abita all'attico.
Ma Gertrud è tedesca e, in quanto tedesca, è spesso in Germania.
Ovviamente anche oggi.
Unica speranza: la signora che ogni giorno va a rifocillare i gatti (acerrimi e odiatissimi nemici di Eppi-dog) che quando Gertrud non c'è, diventano padroni indiscussi della casa.
Studio una strategia:
Io e Eppi-dog ci appostiamo nel cortile, nascoste dietro un cespuglio, nella speranza di sentirla entrare nel palazzo.
Eccola! E' lei!
"Signora salve! Mi scusi. Avrei bisogno di salire da Gertrud per dare una controllata all'antenna di Sky che non mi funziona! Posso?"
"Gerdo veni, 'ndebroggupà. I' giò le ghiavi. Veni, veni".
Saliamo.
Mi conduce nel terrazzo e mi indica quella che dovrebbe essere la mia antenna:
"Eggola! E' guella lassù".
L'antenna giace placida sul colmo del tetto del palazzo che, by the way, è costituito da ben quattro piani.
Lei è lì, fiera e snella, aggrappata al muro laterale e stagliata contro il cielo del crepuscolo.
Tutto intorno, Roma con la sua infinita distesa di tetti a tegole rosse.
Sotto: la strada.
Sopra: le mie vertigini.
Per arrivare a lei, l'antenna, devo saltare su un tratto in pendenza, percorrere uno stretto passaggio e arrivare al tetto, salire per una decina di metri e finalmente raggiungere il colmo.
Eccheccevò?!
...manco fossi Lupin III.
Dico io.
Timidamente espongo le mie titubanze:
"Ma signora. Come faccio a salire fin lassù?! E' ripido, non vede? Sarà pericoloso..."
"No. No. Vai va'. 'Ndepbroccupà.
Ge sto io qui.
De dengo io culla sgopa.
'Ndebroccupà.
I' gi vado sembre pe' ripigghià li catti!".
Questo non lo doveva dire.
Al suono di "I' gi vado sembre", non ci ho visto più.
Eh no!
Qui mi scatta la competizione, cazzo!
Se lo fa lei, e lo fa addirittura "sembre", chi sono io?!?!?
La contessa de Blanc all'Isola dei Famosi?!?
No, signora mia, adesso le faccio vedere io con chi ha a che fare!
Tzè!
"Ok. Allora salgo", ribatto altera, millantando sicurezza.
Sono al punto di non ritorno. Ora non posso più tirarmi indietro.
Sono qui e ce la devo fare.
Costi quello che costi.
Io, domerò quell'antenna.
E lei, che mi ha provocato, non avrà scampo.
Agile come un ippopotamo e motivata come Cary Grant nelle scene di Caccia al Ladro, salgo sullo stretto passaggio.
Mi aggrappo come una cozza al gancio sporgente del muro di spina e faccio alcuni passi in avanti.
...Trenta secondi dopo la scena è questa:
io che arranco a quattro zampe sulla distesa di tegole in pendenza,
la signora che mi puntella con il manico della scopa conficcandomelo nell'anca,
il gatto Minù infilato fra le mie gambe chiaramente intenzionato a fare le fusa (mi pare evidente che non ha scelto un buon momento).
Finalmente arrivo all'antenna.
Mi attacco come un alpinista alla staffa che la aggancia al tetto.
Guardo giù e sento che sto per avere un mancamento.
Intanto la signora da sotto:
"Ndebroggupà. De dengo io! Fai! Fai!", la guardo con odio perchè è tutta colpa sua se io sono quissù e lei è 10 metri sotto di me, al sicuro.
Torno con la mente alla mia missione.
Arrivo ai cavi.
Con determinazione li svito e li riavvito attenta.
Li stringo bene.
Sono Wonder Woman (con le vertigini, ma pur sempre Wonder Woman).
Sprezzante del pericolo, raggiungo l'obiettivo.
Risolvo.
Regolo.
VINCOOOO !!!!
Ora però l'eroina realizza che deve scendere dal tetto con una scopa conficcata nello stomaco.
Ce la può fare.
Lo fa.
Saluta e torna giù in casa.
Niente.
Tutto inutile.
Ancora non si vede niente.
Rassegnata, decido di chiamare per prendere un appuntamento col tecnico.
Che umiliazione.
Sono il primo fallimento in carne ed ossa di una Super Eroina.
Impugno il telefono che, subito prima di comporre il numero verde, squilla.
"Ciao Eppi sono mamma! Hai risolto il problema con l'antenna?"
"No. Niente. purtroppo no. Sto appunto chiamando il tecnico".
"Ma Eppi, mi è venuta in mente una cosa: avete controllato se per caso si è staccato qualche cavo in casa. Non so quello del decoder, la spina elettrica..."
"Dai mamma! Figurati! ...
Certo che abbiamo guardato!
Mica siamo così scemi!
Non essere ridicola!"
Riattacco il telefono ma è troppo tardi.
Un dubbio strisciante si è ormai insinuato in me.
Guardo (vaga) il mobile tv.
Mi avvicino (inosservata) con passo felpato.
Guardo (con scioltezza) dietro.
Arrivo (splendida) al decoder.
Il cavo dell'antenna è lì, agile, che penzola giù dal mobile.
Ora, onestamente, ci sono due possibilità:
a - che noi di Eppifemili siamo totalmente rincoglioniti
b - che le mamme hanno sempre ragione
Mi fa piacere pensare che sia la seconda.
(martedì 22 settembre 2009)
martedì 29 settembre 2009
Appuntamento con Lupin III
Pubblicato da Habanera alle 00:25
Etichette: Appunti personali, Eppifemili
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4 commenti:
Eppifemili, nella mia famiglia si susseguono manifestazioni a favore all'adozione di Sky, ma resisto impavido, perché lo scatolotto (leggasi: TV) non lo guardo da anni, assorbito dal PC e dai tre blog in cui scrivo. Ma il PC, da più di una settimana, giace inerte presso la ditta che me l'aveva venduto, promettendo mari e monti come assistenza. Si è visto...
Quindi mi si è posto il problema di strutturare il tempo a disposizione... e lo scatolotto la guardo, ma per vedere i DVD dei film che prendo in prestito alla Biblioteca di Lissone.
Eppifemili, il paragone con Cary Grant mi sembra non del tutto appropriato, c'è Emmanuelle Seigner che in Frantic fa qualcosa di simile, in modo assai più attraente. Credo che Homo sarà d'accordo con me, siccome Sapiens.
Riguardo i cavi e i fili penzolon penzoloni, quante brutte figure ho fatto! Con l'aggravante che sono ing. elettrotecnico, e in casa mi dicono che vado bene solo per svitare le lampadine. Avvitarle è già più complicato...
grazie Eppifemili e saluti
Solimano
Io sono impacciato come pochi in questo genere di emergenze, perciò delego e mi limiti a dare ordini, così mi sbertucciano due volte.
Con Sky ho un rapporto complicato, perché quel poco di Tv che vedo è solo lì: il canale "Classica" e qualche bel documentario sui vari Discovery Channel.
Certo che anche su Sky, con la pubblicitò, è un disastro.
E poi anch'io soffro di vertigini.
Ciao.
Eppi, alla mia veneranda età non è più tempo di arrampicarsi da nessuna parte.
Ma ricordo un'estate siciliana in cui per me (e per i miei otto cugini) era del tutto naturale bivaccare sul tetto a strapiombo della loro casa per ammirare in tutta la sua terribile magnificenza l'eruzione dell'Etna. Quattro piani sotto di noi c'era il cortile e nel cortile la guardiola del custode che quando ci avvistava, appollaiati lassù, si prendeva regolarmente un coccolone ed avvisava subito i nostri genitori.
La nostra avventura finiva ingloriosamente con un sonoro ceffone ma appena riuscivamo ad eludere la sorveglianza, tornavamo di nuovo lassù.
Ah, l'irresistibile fascino del proibito...
Ciao cara, e benvenuta chez moi.
H.
Io ho paura persino a salire sui marciapiedi :)
Ieri mi sono distorta i legamenti di un ginocchio cercando di spostare a piccoli e gentili colpetti di piede un rotolo di tappeti: non saprei vedermi in una avventura sui tetti, a sfondo tecnologico...
Apprezzo particolarmente, quindi, lo spirito indomito, la intraprendenza e soprattutto l'ironia di questa deliziosa narratrice.
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