
(Livre mon ami -18)
3 febbraio 2007
Credo di avere risolto il caso Anna Karenina. Sospettavo che non si trattasse di un caso di suicidio, ora ho la certezza che è stata uccisa. L'assassino è un aristocratico russo, tale Lev Nikolaevic Tolstoj, già noto alle forze dell'ordine per diverse singolari manie, la meno grave delle quali è di scrivere libri.
Alcuni anni fa ci fu il caso Kuraghin, tutt'ora irrisolto.

Torniamo ad Anna Karenina; quale può essere stata la causa scatenante? Credo invidia e gelosia. Invidia per la felicità dei due amanti, Anna e il conte Vronskij. e gelosia perché Tostoij amava Anna, voleva portarla via al Vronskji, ma Anna gli si rifiutò, lo vedeva fra l'altro troppo simile come carattere e come aspetto - le grandi orecchie - all'ex marito Karenin. Pazzo di gelosia, furibondo per essere stato rifiutato, Tolstoji spinse Anna sotto la locomotiva, rifugiandosi poi nelle sue vaste tenute, dove si spaccia attualmente per benefattore dei contadini. Sarà bene arrestarlo, malgrado le altolocate protezioni di cui gode, perché ci risulta che sua moglie si sia innamorata di un violinista, sì quello che esegue spesso la Sonata a Kreutzer, proprio lui, l'idolo di tutte le signore moscovite. Se non si interviene per tempo, la vita della signora Tolstoji è in grave pericolo. Lev Nikolajevic Tolstoji è un delinquente abituale, fermatelo!
6 febbraio 2007
Pensateci bene, ho detto il vero, Tolstoj ha veramente ucciso Anna Karenina. Poteva salvarla, fare in modo che non andasse sotto la locomotiva, cambiare la parte finale del suo romanzo. Non l'ha fatto, non solo, l'ha uccisa con premeditazione: nelle prime pagine del suo romanzo la fine di Anna, che avverrà centinaia di pagine dopo, è in un certo senso anticipata, preannunciata, quasi profetizzata dalla morte di un ferroviere sotto un treno, c'è persino Vronskji, che ha appena conosciuto Anna, che offre un aiuto alla famiglia del ferroviere.
L'arte di Tostoj è grande e lucidissima, resta da chiedersi il perché abbia scelto questa conclusione. Non sono uno psicologo, sono solo un suo appassionato lettore, e conosco un po' la biografia di Tolstoj dal libro bellissimo che gli dedicò il giovane Pietro Citati. Credo che quello che conta non siano i dati biografici, ma i suoi personaggi, specie quelli femminili.
In Anna Karenina c'è un altro importante personaggio femminile, Kitty, che sposerà Levin, che è una proiezione di Tolstoj. Ma prima, innamorata di Vronski, dice di no a Levin, e lo sposerà solo dopo anni.
In Guerra e Pace, Natacha viene affascinata da Anatolij Kuraghin, cade in preda ad un amore cattivo, quasi una possessione, e solo dopo lunghe traversie sposerà Pierre Bezukof, che è ancora una proiezione di Tolstoj.
La "Sonata a Kreutzer" è il lungo sfogo autobiografico di un uomo che ha ucciso la propria moglie. Passando dall'arte alla vita, tutti sappiamo che a più di ottant'anni Tolstoj fuggì di casa, per morire dopo una decina di giorni nella sala d'aspetto della stazione di Astapovo. Persino in Anna Karenina Tolstoj non racconta mai la positività di un amore, non è nelle sue corde, è un tema che vorrebbe sentire ma non sente perché forse non l'ha mai vissuto, proprio lui, che della esemplarità della sua vita familiare aveva fatto una bandiera.
Mi piacerebbe che qualcuno riuscisse a dimostrarmi il contrario, facendomi leggere una pagina, una sola, in cui Tolstoj parla direttamente della felicità in amore. Ne parla sempre indirettamente, mai mostra l'amore felice in azione. Forse dà corpo nei suoi personaggi femminili a quello che poteva essere l'ossessione della sua vita, quella di essere più ammirato che amato. O forse si rendeva conto che il suo volontarismo amoroso copriva una sua incapacità di amare, oltre che di essere amato. Anna ama Vronski e ne è riamata, con questo segna la sua condanna.
Che voglio dire con tutto questo? Che persino un genio letterario come Tolstoj poteva essere indifeso come un adolescente di fronte all'amore, e che magari per tutta la vita reale e letteraria si è raccontato delle mirabili storie, pagandone il fio negli ultimi giorni.
8 febbraio 2007
Il personaggio di Anna Karenina assomiglia a Rebecca Sharp: sono entrambe più vaste dei loro autori. Non credo che questa osservazione nasca da un mio gioco ironico, credo che queste cose si verifichino, cioè che uno scrittore, stretto dalla propria storia personale e sociale, non riesca a vivere una vita così piena e ricca come è quella di certi suoi personaggi, che paradossalmente sono più liberi di lui.
E' vero anche per altre forme d'arte: il diario del Pontormo è di uno squallore unico, lo scriveva mentre rappresentava in pittura figure di incredibile finezza, non sto facendo un discorso di capacità tecnica, la finezza del Pontormo (o del Correggio o del Parmigianino) è una finezza profondamente intellettuale.
Lo stesso Vronski è un personaggio che Tolstoj non comprende appieno, cerca addirittura di denigrarlo senza riuscirci: Vronski ama Anna di un amore che Tolstoj non si è mai sognato di provare in prima persona. Difatti, cerca di idoleggiare i personaggi di Natacha e di Kitty, lo fa con assoluto impegno, credendoci, ma chi di noi sente in questi personaggi una profondità di vita amorosa?
Stranamente, Tolstoj riesce invece a rappresentare mirabilmente altri personaggi: Dolly in Anna Karenina e Marja, la sorella del principe Andrej, in Guerra e Pace. La positività di Dolly nelle piccole/grandi cose quotidiane e la profondità spirituale, la bontà vera di Marja lo affascinano più dei suoi modelli esemplari, Natacha e Kitty. Splendide le pagine di Guerra e Pace in cui sono in rapporto fra di loro Marja, Andrej e il loro padre; il rapporto reciproco, in cui l'affetto prevale infine sul conflitto si estrinseca fin nelle piccole cose, la lezione di matematica che il padre dà alla figlia, la tolleranza che il laico Andrej ha per la religiosità della sorella.
E, ancora stranamente, Tolstoj rappresenta in modo esemplare due personaggi mediocri ma importanti, si sente che Tolstoj li ama, questi personaggi: Stiva Oblonski, il fratello di Anna Karenina, e Nicolaj Rostov, il fratello di Natacha, che sposerà poi Marja. Credo che ci sia in questo atteggiamento una specie di identificazione inconscia, mentre l'identificazione conscia è rivolta a Bezukof e a Levin. E' come se Tolstoj sentisse la sua mediocrità nel sentimento amoroso e cercasse di sublimarla scrivendo, ma gli uscivano perfetti quelli che erano come lui nella vita reale. In Anna Karenina, Levin e Anna non si incontrano di persona per tutto il romanzo, salvo un capitolo verso la fine. Ogni volta che lo leggo penso: ecco la donna che Levin avrebbe voluto amare, ma da cui Tolstoj (burattinaio che con Levin si identifica) l'ha tenuto saggiamente lontano per tutto il romanzo. Meglio che sposasse Kitty, Anna era troppo, per lui.
10 febbraio 2007
Nel 1877 Tolstoj ha 49 anni e pubblica Anna Karenina. Vivrà ancora più di trent'anni, scriverà moltissimo, ma il suo grande periodo, quello di Guerra e Pace ed Anna Karenina, è concluso. Non solo, nei suoi ultimi decenni Tolstoj, in preda ad utopie misticheggianti, manifesterà disprezzo per i suoi due capolavori. Quando aveva trentaquattro anni aveva sposato Sofia Bers, diciassettenne; durante il matrimonio nacquero tredici figli di cui nove sopravvissero alla prima infanzia. Negli ultimi decenni la situazione fra i coniugi divenne sempre più tesa ed i litigi frequenti. In genere i figli maschi si schieravano dalla parte della madre e le femmine col padre.
