venerdì 16 gennaio 2009

Il ponte a Venezia

Habanera

Venezia, vista dal ponte - gennaio 2009


Da tempo la parola ponte, almeno qui in Italia, fa pensare immediatamente agli amatissimi (e benedetti) giorni lavorativi compresi tra due festività.
Fin dall'inizio dell'anno è tutto uno studiare il calendario per vedere come siamo messi a ponti nei mesi a venire.
Quelli più auspicati sono naturalmente i ponti lunghi, quando, per una felice combinazione di date, si riesce a fare un'intera settimana di vacanza prendendo solo un paio di giorni di ferie.
In quel caso (crisi economica permettendo) si scatena la fantasia degli accaniti vacanzieri italiani.

Dove andiamo per il ponte di Sant'Ambrogio? si chiedono i milanesi che amano, da sempre, abbinare il giorno del loro Santo Patrono con la vicina festività dell'Immacolata per andarsene un po' in giro.
Se il 7 dicembre, Sant'Ambrogio, capita di martedì va di lusso, è un anno fortunato.
L'otto (mercoledì) è l'Immacolata, quindi festa nazionale, lunedì giovedì e venerdì si prendono di ferie ed ecco belli e pronti nove giorni di libertà. Tutti da godere, secondo i propri gusti ed il portafoglio a disposizione.
Si può aprire la stagione sciistica (vedi foto qui sotto), oppure ci si può scaldare al sole delle Maldive o a quello della più vicina Sharm El Sheik.
I patiti dello shopping sceglieranno New York, Londra o Parigi;
gli amanti dell'atmosfera natalizia faranno un giro nei paesi del Nord Europa, ricchi di bancarelle suggestive.

Madonna di Campiglio, dicembre 2004

I romantici irriducibili invece non avranno dubbi: per loro sempre e solo Venezia, tanto più affascinante quanto meno invasa e resa soffocante dai turisti.
Pazienza se sarà gelida, se ci sarà l'acqua alta, se il vento sferzante ti farà mancare il respiro, se togliendoti i guanti per manovrare la macchina fotografica rischierai di vedere le tue mani trasformarsi in due ghiaccioli insensibili e disobbedienti. Saranno comunque giorni indimenticabili perchè questa città o la ami o la odi e, se la ami, è d'inverno che la ami di più.

Tutto questo ho rischiato a Venezia giorni fa, non in un ponte, come quelli di cui ho parlato fin'ora, ma per un ponte, un ponte vero: quello dell'architetto catalano Santiago Calatrava.
L'ho visto in televisione quando è stato finalmente aperto e me ne sono innamorata subito. Dovevo assolutamente vederlo da vicino.
Così, incautamente, la settimana scorsa ho deciso di andare a Venezia. Arrivarci però è stata un'impresa ardua, una di quelle avventure che si raccontano ancora dopo anni ai nipotini, magari davanti al caminetto.
Erano i giorni della grande nevicata sul Piemonte e sulla Lombardia ed il treno proveniente da Torino per Venezia non è mai arrivato a Milano.
Non starò a raccontarvi tutte le mie peripezie ma alla fine, seppure con moltissimo ritardo, eccomi finalmente a Venezia.
Ed ecco il Ponte di Calatrava, in una luce quasi magica, irreale.

Venezia, Ponte di Calatrava - gennaio 2009

Splendido! Splendido già di suo, ma in particolare nel contesto in cui è stato inserito che certamente non è facile da addomesticare. Una bella sfida che è costata molte polemiche negli anni, al punto che questo ponte è stato inaugurato quasi in sordina, senza uno straccio di cerimonia ufficiale.
«Bellissimo!»: ha detto l'assessore al patrimonio Mara Rumiz, aggiungendo: «Si lega perfettamente con il resto della città. Questo ponte dà a Venezia una grande opera di architettura contemporanea: è uno stimolo per la città a non guardare solamente allo splendido passato, ma a vivere pienamente il presente e a darsi un futuro».

Io credo che abbia ragione e che il coraggio e la determinazione di chi ha voluto fortemente questo ponte sia stato ampiamente premiato.
I turisti lo ammirano e, quello che più conta, i veneziani già lo amano. Soprattutto lo usano! E' un continuo su e giù, veloce e familiare, e -cosa stranissima- quasi nessuno va sulla passatoia centrale che è in materiale antiscivolo. Macchè!
I veneziani camminano tutti allegramente sulla parte in vetro dove io, fifonissima, non ho messo piede neanche per un attimo, neppure per sbaglio.

Chissà cosa avrà pensato di me questa signora immortalata dal mio obiettivo che, incurante del vento gelido e del ghiaccio, affrontava spavaldamente il suo ponte in vetro in un meraviglioso tramonto veneziano.

Tramonto a Venezia - gennaio 2009


P.S. Le foto sono mie. Si consiglia di cliccarle per vederle ingrandite. Volendo si può anche applaudire.
P.P.S. La cucciola sullo slittino è la mia nipotina più grande, all'età di quattro anni, con la sua inseparabile Baba.
(Habanera)

22 commenti:

Anonimo ha detto...

AlfaZita

Varco ancora la tua soglia per trovarmi su un ponte, un salire, allargare e dolcemente scendere, sopra le acque,dentro i riflessi di Venezia. Ho guardato il tuo ponte e quello di Calatrava, l’ occhio orientale che apre enigmatico pronto a battere le ciglia: il tuo appena aperto si allarga sulla curva, lascia nuotare i riflessi dell’ acqua; il suo appena steso vibrante, come la canna di un arco,come la corda allungata al naufrago… e …Calatrava non delude e nemmeno la tua casa.
Ti abbraccio
Alexandra(AlfaZita)

Giuliano ha detto...

In effetti, un ponte nuovo a Venezia è una cosa che incuriosisce. So che è stato molto contestato, si è anche detto che era inutile, che un ponte in quella posizione non serve a niente: ma Venezia la conosco poco, non so cosa dire.

Piuttosto, sono in pensiero per Baba che è sulla neve con i piedini nudi: non le sarà mica successo qualcosa? Invece la tua bimba ha degli scarponcini molto belli, così come la tuta da astronauta che le dona molto. (me l'avevano detto che avevi delle belle nipotine).

Anonimo ha detto...

Cara Habanera, pare di sentirlo, il freddo, guardando le tue immagini.
Vanno d'accordo con questo ponte, che pare un guizzo di aria gelata, mossa da un colpo d'ala.
Forse lo amo proprio per questo
Un abbraccio.
zena

Solimano ha detto...

Habanera, anzitutto, condivido la tua fifa. So l'invidia che provai sul Pont du Gard, nel vedere quelli che camminavano tranquillamente dalla parte dove non c'era il parapetto, mentre io camminavo dall'altra parte.
Venezia d'inverno la conosco benissimo, per anni ci andai attorno all'Immacolata in ottima compagnia, in sedici fra grandi e piccini, un anno addirittura in venti. Basta essere ben coperti e mettersi le scarpe giuste. L'unico problema è che viene buio presto, ma se ami camminare e conosci bene Venezia, è bello anche andare a spasso al buio (non totale, eh!) chiacchierando in compagnia. L'unico problema vero fu un anno con l'acqua alta, ma l'albergo in Santa Maria del Giglio ci fornì di stivaloni.
Non ho invece un bel ricordo di una convention aziendale alloggiati nei due famosi alberghi del Lido. Era primavera, ma piovve per tre giorni... ed eravamo centinaia di maschietti obbligati a divertirsi. Ma divertirsi come? Il problema restò irrisolto...
Deve essere bello chiamarsi di cognome Calatrava. Ci si immagina un audace cavaliere e magari è un bassetto, grassoccio, occhialuto e pedantissimo. Però il ponte nelle tue foto mi è piaciuto. O sono le tue foto che mi sono piaciute di per sé? Ah, saperlo!

saludos y besos
Solimano
P.S. Se devo scegliere il primo posto di Venezia in cui andrei appena giunto, ne scelgo uno forse inatteso: la Chiesa di San Sebastiano. Perché ci sono quadri ed affreschi del Veronese, che ci tornò a distanza di anni, perché in genere non c'è mai folla, pur essendo a soli dieci minuti a piedi dal ponte dell'Accademia, perché è bello aggirarsi attorno alla chiesa, in particolare dalla parte dove si vede la Giudecca con la sfilata delle chiese del Palladio, perché le rondini fanno il nido al primo piano delle case che danno sul canale della Giudecca e ci sono i rondinini che spuntano col becco dai nidi, perché... etc etc etc.

Habanera ha detto...

Cara Alexandra, se sono riuscita almeno in parte a fare mio questo ponte, a rendere l'atmosfera esatta del momento in cui l'ho visto con i miei occhi, posso ritenermi soddisfatta.
La macchina fotografica è uno strumento ma la fotografia è un'altra cosa.
Nessuno lo sa meglio di te perchè le foto pubblicate sul vostro sito parlano da sole.
Io sono lontanissima dai quei risultati, sia per mancanza di esperienza che di apparecchiature sofisticate.
Mi piace però cogliere i momenti che per me hanno un significato particolare.
Diciamo almeno che ci provo...

Ricambio affettuosamente l'abbraccio
H.

Habanera ha detto...

Giuliano, del nuovo ponte a Venezia ormai si è detto di tutto e di più.
Per curiosità ho girellato un po' in rete ed ho letto pareri molto contrastanti.
Alcuni dicono che è inutile, che è costato troppo, che è un insulto allo stile veneziano, che Calatrava è un pupillo della sinistra ed è stato scelto per questo pur non essendo all'altezza (sic!).
Ma ci sono anche molti veneziani che difendono il ponte, che lo trovano non solo bello ma anche utile, che pensano che sia perfettamente inserito nell'ambiente.
Diciamo la verità, la zona in cui sorge non è una delle migliori di Venezia.
Il contorno è bruttino e quasi tutto in stile fascista, cominciando proprio dalla stazione di Santa Lucia.
Ben lontano dai sontuosi (e mal tenuti) palazzi sul Canal Grande di cui spesso solo la facciata è stata restaurata. Ma basta girarci intorno per tuffarsi nel degrado totale.
In quella zona di Venezia il bellissimo ponte della Costituzione (così si chiama in realtà) è forse la cosa più bella.
Per Baba non preoccuparti. Dopo la gita in slittino era stata coscienziosamente asciugata e riscaldata sotto un caldo piumone, nel lettino della sua padroncina. Ancora oggi gode di favori particolari ed è l'unica bambola a cui la piccola di casa (tre anni) non ha mai avuto accesso, anche se ormai la grande a letto preferisce portarsi un libro.
Baba, sempre con i piedini nudi, se ne sta nell'armadio ma è più protetta di una specie in via di estinzione.
H.

Habanera ha detto...

Zena, ogni città ha il suo freddo (e il suo caldo) particolare.
Quel giorno avevo lasciato Milano imbiancata da 40 centimetri di neve e non si può certo dire che facesse caldo.
Eppure era un freddo diverso da quello di Venezia, dove invece splendeva il sole; un freddo, quello di Milano, più tollerabile, più simile a quello di montagna a cui ci si abitua facilmente.
Era il vento che non riuscivo a sopportare a Venezia, quel vento gelido, tagliente, implacabile.
Pensa che mi è persino sfuggita la macchina fotografica dalle mani, ormai intirizzite e diventate insensibili.
Fortuna che (grazie alla mia fifa) ero sulla passatoia centrale che ha ammortizzato il colpo, altrimenti avrei combinato un macello su quei gradoni di vetro.
Ma niente potrà mai essere paragonato al freddo che ho patito a Ferrara, circa un mese fa.
Eravamo a Padova, freddina ma sopportabile, e da lì siamo andati a Ferrara per la mostra su Turner.
Mostra deludente e città fantasma, quasi spettrale, avvolta in una nebbia insinuante e ghiacciata da cui non riesci a difenderti.
Al ritorno, in confronto, Milano mi è sembrata una calda, affettuosa, confortante stufa in maiolica.
Casa, dolce casa...

Ti abbraccio
H.

Anonimo ha detto...

AlfaZita
Cara Habanera,
Spesso la parola non basta
spesso non basta la foto spiegare uno stato d’animo.

Tu scorri sul fondo blu foglia
mò diventi ponte tra le parole
mò nipotina pensierosa sulla neve spessa.
Tutto divinamente magnifico,
tutto umanamente imperfetto.
Alexandra

Habanera ha detto...

Solimano, ho cercato in rete un'immagine di Santiago Calatrava ed eccolo qui.
Credo risalga a qualche anno fa ma te ne puoi fare un'idea.
Non sarà forse un audace cavaliere, sicuramente è occhialuto, ma grassoccio, almeno ai quei tempi, non direi.
Pedante? E chi può dirlo...
Forse sì, forse no, di sicuro è uno che fa delle belle cose e sono disposta a perdonargli anche un minimo di pedanteria.
Se però fosse esageratamente, insopportabilmente pedante non lo frequenterei, limitandomi ad ammirare le sue opere.
Venezia la conosci certamente meglio di me che pure, avendo vissuto a Padova per qualche anno, ho avuto modo di visitarla spesso.
Ad esempio , nulla so della Chiesa di San Sebastiano nè di rondinini che spuntano col becco dai nidi... etc etc etc.
Ma quante vite hai vissuto?
H.

Roby ha detto...

Cara Haba, ho visto poco tempo fa un servizio in tv sul ponte calatravesco, a cui i critici rimproverano -pare- il corrimano metallico, che in estate si arroventa sotto il sole, e i gradini difficoltosi per disabili e turisti con i trolley. Il colpo d'occhio che offre, comunque, mi pare unico: e guardarlo attraverso il tuo obiettivo è stato davvero suggestivo!

Mia sorella, a Valencia per il Capodanno, mi ha mostrato foto mozzafiato delle architetture lì realizzate da Calatrava.

In ogni caso, devo assolutamente tornare a Venezia prestissimo anch'io, per vari motivi, non ultimo il ponte della Costituzione!!!

Baciottoni tutti dedicati alle tue cucciole e a Baba!

Roby

NATAKARLA ha detto...

Ah, Solimano...dov'eri quando sono andata a Venezia?
Carla

Unknown ha detto...

Avevo un po' seguito le vicende di questo ponte. Ma alla fine è bello sentirlo raccontare così, da chi in qualche modo ci è passato e l'ha vissuto. La fotografia che posti nè dà una bella immagine, io non l'ho visto, nè ci sono tanto meno sopra.
Tutte le cose devono essere viste anche attraverso quello che risvegliano in noi...
Bella la tua nipotina, tenera.
Giulia

Habanera ha detto...

Carla, ora che mi ci fai pensare neanch'io so dov'era Solimano quando sono andata a Venezia...

Roby, le critiche quando si fa qualcosa di nuovo non mancano mai, a volte giustificate, a volte solo per partito preso.
Io trovo quel ponte particolarmente affascinante proprio in quel particolare contesto di Venezia.
Poi, come sempre, che ognuno pensi quello che vuole e giudichi con i propri occhi.
Cucciole e Baba ricambiano affettuosamente i baciotti
H.

Giulia, so che fermare pensieri ed emozioni con la macchina fotografica a te riesce particolarmente bene.
Io invece sono una pasticciona distratta e mi capitano delle disavventure incredibili.
Sempre a Venezia, nella cappella dove dicono le Messe in San Marco, avevo scoperto un piccolo presepe in vetro di rara bellezza.
Ovunque minacciosi cartelli intimavano di non fare fotografie.
Ma con un sorriso, e una richiesta gentile, avevo ottenuto il permesso di scattarne una, in via del tutto eccezionale.
Ed io cosa ho fatto?
Ho dimenticato di regolare la macchina per la ripresa in interni ed ecco il risultato
Non lo raccontare a nessuno, neh?
H.

Unknown ha detto...

Habanera, guarda che potrebbe essere scambiata come un'opera d'arte, un effetto voluto... Baci, Giulia

Solimano ha detto...

Carla, come, non mi hai notato quando sei andata a Venezia?
Ero quel turista distratto che fece un passo indietro per vedere meglio i rondinini e così finì nel Canale della Giudecca. Ne parlò persino il Gazzettino.
Habanera, la fotografia di Santiago Calatrava fa pensare bene di lui. Ha un'aria timida, però spagnolesca, quindi orgogliosa. Sembra sveglio e ironico, però anche un po' formicolone, le ragazze ci stiano attente, a 'sto genio pontiere. E' di quelli che portano gli occhiali anche se ci vedono benissimo, piccola astuzia degli architetti.
Molto giovevole mi è la tua estetizzante fotografia del presepe in vetro di San Marco.
Ma dove l'avran nascosto, il presepe originale? Inserirò la tua fotografia nella serie Alla ricerca dell'arte perduta di Stanze all'aria, in attesa di un felice ritrovamento del presepe.

saludos y besos
Solimano

Roby ha detto...

Haba, ma quella non è una foto, E' UN DIPINTO SURREALISTA!!!! O un Picasso del periodo rosa? Di' la verità, VOLEVI che venisse proprio così!!!!

Roby

Habanera ha detto...

Ehi, ma così non vale!
La mia straordinaria abilità di fotografa, a proposito del presepe, doveva restare un segreto tra me e Giulia.
Solimano e Roby, siete due impiccioni!
Gentili, però. Ed anche molto simpatici.
Massì, diciamo che è una nuova forma d'arte e che è un effetto voluto. Chi potrà mai smentirmi?

Ciao Giulia, un bacio.
E un bacio anche agli impiccioni.
H.

Anonimo ha detto...

La penultima foto è bellissima.
Anche noi a RE abbiamo la fortuna di avere Calatrava con tante di quelle polemiche che anche adesso non passa giorno che qualcuno non si lamenti.
A torto. Grande torto.
Quest'uomo mi ha conquistata. Subito.
Per me è un genio. Vorrei andare a Venezia anch'io per vedere da vicino questo ponte, anzi a dire il vero, se tutto va come dovrebbe, conto di andare in primavera.
A parte le polemiche per il mancato accesso ai disabili, al fatto che con Venezia questo ponte non c'entrasse niente, per me è favoloso. Difficile collorare un'opera architettonica nel contesto urbano veneziano. Lo vedrò da vicino, ma credo che lui ci sia riuscito perfettamente.
Anche sui ponti ad "arcobaleno" che ha costruito a RE ci passerei tutto il giorno, solo per godermi dei giochi geometrici che tracciano i cavi intrecciati. E' un'emozione, di notte poi, commovente.

Anonimo ha detto...

Dimenticavo: tua nipote col bambolotto mi ha tanto intenerita.
Un gioiello.
Buona notte cara:)

Habanera ha detto...

Silvia, mi fa particolarmente piacere che la mia visione di questo ponte ti sia piaciuta.
Di foto, più o meno simili, è pieno il Web ma sono foto fredde, senza emozioni.
Invece Calatrava è emozionante, come fanno a non rendersene conto?
Ho visto alcune immagini di quello che ha realizzato a Reggio Emilia e ne sono entusiasta.
Esiste un fan club di Calatrava? Se sì mi associo volentieri.

Buonanotte, carissima
H.

Anonimo ha detto...

Non so se esiste un fan club, bisogna che ci guardi:) Per quanto mi riguarda non capisco come può un essere umano di media intelligenza non emozionarsi sul ponte di Calatrava. Ne conosco molti comunque, per cui calo un velo pietoso e mi astengo da ogni commento.
Ciao carissima, buona domenica:)

mazapegul ha detto...

Bellissime, le tue foto di questo bellissimo ponte. Da anni non vado a Venezia, ma spero di rimediare presto (giro per lavoro a Padova: basta in effetti un'oretta).
Che dire: le polemiche sono state soprattutto pretestuose. Le polemiche finiscono, il ponte (se ben fatto) rimane.