Lo si vede su tutti i muri, nelle halls degli alberghi, nelle vetrine delle librerie.
Lo incontri ad ogni passo e gli sorridi, come si sorride ad un amico simpatico e monello.
Poi, entrando nel Palazzo della Pilotta, lo vedi finalmente nel suo habitat naturale, la grande pala della Madonna di San Gerolamo (conosciuta anche come Il Giorno), e resti letteralmente senza fiato.
Di quell'angelo sorridente e malizioso ero già innamorata prima di conoscerlo di persona; ma vederlo dal vero, in quella luce piena e calda che investe tutti i personaggi, è stata un'emozione indicibile.
Ma tutto quello che ho visto a Parma, attratta dalla mostra del Correggio, resterà nel mio cuore. Cominciando dalla città, che non conoscevo, e di cui mi sono innamorata a prima vista.
Non si può raccontare Parma, la si può solo vivere e godere in ogni momento. Una città piccola come uno scrigno in cui si passa da una meraviglia all'altra. Città colta, raffinata, elegante; città allegra, piena di biciclette e di gioia di vivere; città che ama se stessa e che sa farsi amare.
Delle gioie del palato forse parlerò un'altra volta, ma i tortelli alle erbette, le melenzane alla parmigiana, il culatello e il prosciutto di Parma, accompagnati dalla torta fritta, sono cose che non si dimenticano facilmente.
Se volessi descrivere una ad una le cose straordinarie che ho visto, quasi non credendo ai miei occhi, dovrei scrivere un libro, non un post. Il Battistero, tutto rosa del bel marmo rosa di Carrara; la Camera di San Paolo, in quello che fu l'appartamento privato della badessa Giovanna da Piacenza, nel convento delle benedettine; il seicentesco Teatro Farnese, tutto in legno e di spettacolare bellezza, all'interno della Pilotta; la Chiesa di Santa Maria della Steccata con gli incomparabili affreschi del Parmigianino.
E le librerie, le strade, le piazze, le persone gentili di una gentilezza naturale, innata e cordiale.
E infine il Paradiso, nel meraviglioso Duomo di Parma.
Me lo sono conquistato salendo 148 gradini, fino a un'altezza di venticinque metri da terra, e lì ho potuto quasi sfiorare i volti degli angeli e della Madonna che volano verso il cielo in una spirale di oro e di nuvole.
Gli affreschi del Correggio furono giudicati pieni di immagini scandalose e furono paragonati ad un "guazzetto di rane", forse per tutte quelle gambe allegramente in movimento. Rischiarono di sparire sotto la calce ma la tradizione dice che Tiziano, chiamato per un giudizio, non ebbe esitazioni: "Capovolgete la cupola, riempitela d'oro, non sarà mai pagata a dovere".
Che dirti, caro Tiziano? Grazie!
20 commenti:
Habanera, ho rintracciato il brano del Vasari (550) in cui scrive riguardo la Madonna di San Gerolamo (il Giorno) e riguardo l'Angelo ed il suo sorriso:
"In S. Antonio ancora di quella città dipinse una tavola, nella qual è una Nostra Donna e S. Maria Madalena, et apresso vi è un putto, che ride, che tiene a guisa di Angioletto un libro in mano, il quale par che rida tanto naturalmente, che muove a riso chi lo guarda, né lo vede persona di natura malinconica che non si rallegri; èvvi ancora un S. Girolamo, ed è colorita di maniera sì maravigliosa e stupenda, che i pittori ammirano quella per colorito mirabile, e che non si possa quasi dipignere meglio."
Invece, senti cosa scriveva Charles Dickens nel suo Pictures from Italy del 1846 riguardo gli affreschi della cupola del Duomo:
"I conoscitori ne sono entusiasti anche oggi: per me però un labirinto di membra umane dipinte in scorcio, intricate fra di loro, involute e mescolate confusamente è ciò che nessun chirurgo impazzito potrebbe immaginare nel parossismo del delirio."
Non aveva capito niente, ancor peggio di quello del "guazzetto di rane".
Adesso mi metto in cacia delle frasi geniali del Berenson, verso la fine dell'Ottocento, frasi in cui dice con chiarezza che un pittore di così alto e felice erotismo non c'è mai stato: la Danae ne è un esempio, forse il più noto. Appena rintraccio il Berenson tornerò qui.
saludos y besos
Solimano
Ecco un'altra città, un'altra mostra segnata sulla mia agenda. E poi, le melanzane alla parmigiana... il prosciutto... il culatello... Come mai non sono ancora sul treno per Parma????
Bellissima atmosfera, Haba: grazie!!!!
Roby
Me lo ricordo ancora, la prima volta che mi hanno portato a vedere il Correggio a Parma: sembravano persone vere, che ti guardavano dall'alto, a cavalcioni e in bilico ma verissime.
Poi qualcosa ho imparato (poco) ma il Correggio è sempre un gran bella compagnia.
Quanto a Dickens, ho letto qualcosa di suo al di fuori dei suoi romanzi, e penso che nel descrivere Mr.Pickwick e i suoi amici ci abbia messo molto di se stesso. Anche noi, in privato, davanti alle opere d'arte diciamo un sacco di fesserie. (e chi non l'ha mai fatto si alzi su e provi a dirlo!)
Grazie, Solimano, per aver riportatto qui le parole del Vasari: ...il quale par che rida tanto naturalmente, che muove a riso chi lo guarda, né lo vede persona di natura malinconica che non si rallegri.
Io non sono di natura malinconica ma quell'angioletto che sorride in ogni angolo della città mi ha dato un senso di calore e di allegria.
Dickens invece mi ricorda tristissime letture infantili come le Avventure di Oliver Twist, David Copperfield e via piangendo. Non mi sorprende che non abbia capito la passionalità e la forza allegra del Correggio.
In attesa del Berenson ti ringrazio e ti auguro una felice notte
H.
Cara Roby, se hai in programma di andare a Parma cerca di farlo finchè c'è questa mostra perchè poi i quadri torneranno nelle loro sedi ed i ponteggi per raggiungere il Paradiso verranno smontati.
E non dimenticare di accompagnare il prosciutto con la torta fritta, prelibatezza che ho aggiunto solo in seguito al mio post. Come avevo potuto dimenticarmene?
Un bacione
H.
Giuliano, in privato ne diciamo tutti di fesserie, ma per scriverle addirittura in un libro bisogna proprio esserne convinti... ;-)
Ciao, carissimo
H.
Habanera, niente da fare col Berenson, il libro s'è nascosto da qualche parte e in rete il brano non lo trovo, prò nella ricerca ho fatto un colpo: ho ritrovato l'aureo libretto che fecero alla fine degli anni Settanta, per il precedente restauro, il primo dopo di cui lasciarono i ponteggi (e io ci andai, una esperienza unica per me). Senti cosa scriveva Eugenio Riccomini, allora Soprinendente a Parma:
"... si ammetterà che i punti di vista ottimali d'un grande affresco, di una cupola dipinta sono almeno due a pari dignità, quello previsto dall'artista per lo spettatore e quello che ne aveva l'artista stesso mentre vi lavorava. Il primo sarà recuperato non appena tolti i ponteggi; il secondo lo si può ottenere solo ora, con questa nostra un poco folle idea."
Fino ad allora non l'avevano mai fatto, così ho visto sia gli affreschi del Correggio sia quelli del Parmigianino alla Steccata.
Fu allora che scopersi la parte di affresco con i libri che dal basso si vedono pochissimo e che adesso abbiamo messo in fondo alla Home page di Stanze all'aria.
E Annibale Carracci, a vent'aani, così scriveva al cugino Ludovico nel 1580:
"Non potei stare di non andar subito a vedere la gran cupola, che voi tante volte mi avete commendato, ed ancora io rimasi stupefatto in vedere una così gran macchina, così bene intesa in ogni cosa, così ben veduta di sotto in su con sì gran vigore, ma sempre con tanto giudizio e tanta grazia, con un colorito che è di vera carne. O Dio, che né Tibaldo né Niccolino, né, sto per dire, l'istesso Raffaello, non vi hanno che fare."
Parma, 18 aprile 1580
Annibale Carracci
Lettera al cugino Ludovico
saludos y besos
Solimano
affermazione: andrò a Parma il prima possibile.
domanda: ma il post di Giuliano "i tre walzer del Faust" mica lo vedo sul blog, lo vedo solo su google reader, sono io che disfunziono?
Cara Haba, la torta FRITTA??? Sembra davvero irresistibile!!!!
Cara Sabrina, io i tre valzer li vedo tutti sul blog...!
Bisous
Roby
Due note veloci:
- voglio un gran bene al vecchio Dickens. Magari era un po' miope anche lui, guardar su al buio, e poi a metà Ottocento, con gli occhiali che facevano allora... Lo perdono volentieri.
- la torta fritta è di regola pasta di pane tirata a sfoglia e fritta, che viene una meraviglia. E va anche giù che è una meraviglia, forse è meglio andarci col tutor che ti tenga d'occhio. A Reggio la chiamano "gnocco fritto".
Sono proprio un'idiota: ho creduto che fosse stato scritto dopo quello di Roby, lo cercavo insomma nel post sbagliato (ah che bella battuta!).
Roby: en passant, ho adorato il tuo post sul quadro al gabinetto e avevo scritto un commentone lungo così ma il net se l'è ingollato senza lasciare traccia.
SABRINA, la battuta sul post sbagliato non l'avevo presa subito... pensa un po' fino a che punto sono rimbischerita (=rinco....nita in slang fiorentino)!
Però quel commentone al mio Ronsard l'avrei letto tanto volentieri...
GIULIANO! Dunque gnocco fritto e torta fritta sono la medesima cosa??? Questa sì è una rivelazione! E poi, anch'io perdono il vecchio Charles, compagno di tanti pomeriggi di lettura con i suoi David, e Oliver, e Spiriti del Natale passato e futuro...
Baciotti
Roby
PS: Dimenticavo: HABANERA, sono ovviamente sempre felice di vedere che a volte SCRIVI anche TU!!!!
Ero a Parma in ottobre ma con i minuti contati tra una recita e l'altra del Festival Verdi, non ce l'ho fatta.
Di pittura ne capisco come di fisica quantistica, va detto :-)
Ciao!
Ciao, Sabri.
Menomale che lo hai trovato il post di Giuliano perchè mi avresti messo seriamente in crisi. Infatti io lo vedevo ma cominciavo a credere che fosse solo un miraggio. Rimane il problema che ti spariscono i commenti mentre li stai scrivendo ed è una bella seccatura per te. Non so da cosa dipenda, a me non è mai capitato e non saprei cosa consigliarti se non di scrivere in Word e poi pubblicare alla velocità della luce.
Un bacione
H.
Roby, se conosci lo gnocco fritto conosci anche la torta fritta. Io lo avevo già mangiato 'sto gnocco, qui a Milano, ma mi credi se ti dico che quello di Parma era tutta un'altra cosa?
Hai visto che ogni tanto mi decido a scrivere qualcosa anch'io? Non vorrei che si spargesse la voce in giro che sono analfabeta. ;-))
Baci ed abbracci a iosa
H.
Benvenuto, Amfortas.
Dici che di pittura ne capisci come di fisica quantistica? Beh, io uguale! Con l'aggravante che per me la cosa vale anche per la musica.
Come vedi sei messo molto meglio tu...
Ciao e a presto
H.
Sarebbe bello darsi una voce e convenire per vie traverse alla stessa mostra, lo stesso giorno...
Habanera, è gioioso questo post ed è un piacere leggerlo.
Un abbraccio
zena
Solimano, se me lo avessi detto prima che i libroni che hai messo in Stanze all'aria dal basso non si vedono avrei evitato di farmi venire il torcicollo per trovarli.
Il ponteggio alla Steccata ormai non c'è più e pur avendo speso un patrimonio per accendere luci in ogni angolo della Chiesa i libroni non sono riuscita a vederli.
Che te possino...
Zena, sarebbe davvero bellissimo incontrarci per una mostra, per un the, per scambiare due chiacchiere, per conoscerci. Se si decidesse di farlo a Parma io ci tornerei di corsa, insieme a voi.
Un bacio
H.
Grazie per la segnalazione, Haba: devierò per Parma sulla via di Milano, per le feste, senza dubbio! Correggio è di quei pittori che è difficile non apprezzare, a meno che non si sia fatta indigestione di culatello, come dev'essere successo a Dickens. Coi crampi allo stomaco, è difficile apprezzare anche il Paradiso.
Un ringraziamento a te, e anche a Tiziano; grandisssimo anche nel metaforare.
Ciao, Màz.
E' cosa ottima che tu vada a Parma per il Correggio, ti assicuro che merita.
Io , intanto, mi sto già organizzando per la mostra di Turner a Ferrara.
Ormai ci ho preso gusto a questi viaggi che mi offrono, oltre alla possibilità di vedere dal vero le opere di artisti immensi, anche quella di conoscere città mai visitate prima.
Ferrara è una di queste, poi vi racconterò...
H.
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