martedì 2 settembre 2008

Stile libero

Nicolas de Largillière: Ritratto di Voltaire, 1718
Musée du château de Versailles


Stile libero

di Stefania Mola




Direttamente dal Festival Scrittorincittà (Cuneo, novembre 2004) arriva in questo post uno dei protagonisti, ovvero quello Stephen Vizinczey già noto in Italia per il fortunato Elogio delle donne mature.
Questa volta propone un volume di saggi dal titolo I dieci comandamenti di uno scrittore. Verità e menzogna in letteratura
Vale la pena di riportare per intero il decalogo destinato ad ogni aspirante scrittore che si rispetti tratto dal già citato volume. In fondo sembrano (e sono) regole piuttosto scontate, ma tra le righe si avverte qualcosa che va ben oltre la necessità del mestiere per abbracciare un intero ed auspicabile stile di vita: virtuoso, creativo ma, soprattutto, libero.



Stephen Vizinczey
Decalogo del romanziere


1 - Ti asterrai dal fumare, dal bere, dall’assumere droghe.
Per essere uno scrittore hai bisogno di tutto il cervello che hai.

2 - Ti asterrai dall’avere abitudini dispendiose.
Per fare uno scrittore ci vogliono talento e tempo; tempo per osservare, per studiare, per pensare. Il che significa che non puoi permetterti di perdere nemmeno un ora per guadagnare denaro destinato al superfluo. A meno di non avere la fortuna di esser nato ricco, val la pena che ti prepari a vivere senza disporre di troppi beni materiali. Alcuni scrittori immigrati di mia conoscenza hanno fatto i camerieri o i rappresentanti per risparmiare e crearsi una “base finanziaria” prima di provare a vivere di scrittura; uno di loro possiede oggi un’intera catena di ristoranti ed è più ricco di quanto potrei mai essere io ma né lui né gli altri si sono rimessi a scrivere. Sta a te decidere quale sia, per te, la cosa più importante: vivere bene o scrivere bene. Non tormentarti in preda ad ambizioni contraddittorie.

Jan Ekels II: La preparazione della penna, 1784
Rijksmuseum, Amsterdam

3 - Sognerai e scriverai e sognerai e riscriverai.
Non lasciare che nessuno ti dica che stai perdendo il tuo tempo se fissi il vuoto. Non esiste altro modo di concepire un mondo immaginario. Io non mi siedo mai di fronte a una pagina bianca per inventare qualcosa. Sogno a occhi aperti i miei personaggi, le loro vite e le loro battaglie, e quando una scena è stata recitata nella mia immaginazione e ritengo di sapere cosa provano, dicono e fanno i miei personaggi allora prendo carta e penna e cerco di riportare ciò di cui sono stato testimone. Una volta scritto e battuto a macchina il mio rapporto lo rileggo e scopro che la maggior parte di quanto ho scritto è oscuro o inesatto o pesante o semplicemente inverosimile. In tal modo la bozza che ho battuto a macchina funziona come una sorta di rapporto critico su quanto ho immaginato, e a quel punto mi rimetto a sognare il tutto per migliorarlo.

4 - Non sarai vanitoso.
Molti brutti libri sono tali poiché i loro autori sono impegnati a cercare di giustificare se stessi. Se un autore vanitoso è un alcolista allora nel suo libro il personaggio ritratto con maggiore simpatia sarà quello di un alcolista. Questo genere di cose è estremamente noioso per il lettore. Se pensate di essere saggi, razionali, buoni, una benedizione per il sesso opposto, una vittima delle circostanze, allora non vi conoscete abbastanza per scrivere.

5 - Non sarai modesto.
La modestia è una scusa per la sciatteria, la pigrizia e l’indulgenza nei confronti di se stessi; ambizioni ridotte chiamano sforzi ridotti. Non ho mai conosciuto un buono scrittore che non cercasse di essere un grande scrittore.

Hans Holbein il giovane: Ritratto di Erasmo, 1523
Kunstmuseum, Öffentliche Kunstsammlung, Basilea


6 - Penserai senza tregua a coloro che sono veramente grandi.
“Le opere di genio sono bagnate di lacrime” scrisse Balzac nelle Illusioni perdute. Rifiuti, derisione, povertà, fallimenti, una lotta costante contro i propri limiti: questi sono gli eventi fondamentali nella vita della maggior parte dei grandi artisti, e se aspiri a condividerne la sorte dovrai fortificarti imparando da loro. Mi sono spesso fatto coraggio rileggendo il primo volume dell’autobiografia di Graham Greene, Una specie di vita, che tratta delle sue prime battaglie. Benché dichiari di aver scritto i suoi “passatempi” per denaro, Greene è uno scrittore mosso dalle proprie ossessioni, impermeabile al dilagare delle mode e alle ideologie, e tale libertà si comunica ai suoi lettori. Un risultato del genere è possibile solo a uno scrittore dai costumi spartani. Nessuno di noi ha la fortuna di incontrare di persona molti grandi scrittori, ma possiamo stare in loro compagnia se ne leggiamo le memorie, i diari e le lettere. Da evitare, tuttavia, le biografie, in particolar modo le biografie romanzate sotto forma di film o serie televisive.

7 - Non lascerai che passi giorno senza rileggere qualcosa di grande.
Durante l’adolescenza ho studiato per diventare direttore d’orchestra, e dalla mia formazione musicale ho tratto un’abitudine che ritengo essenziale per gli scrittori: lo studio costante e quotidiano dei capolavori. Quasi tutti i musicisti di professione, qualunque sia il loro livello, conoscono centinaia di partiture a memoria; quasi tutti gli scrittori, invece, dei classici possiedono vaghissimi ricordi; una delle ragioni per cui vi sono più abili musicisti che abili scrittori. Un violinista che disponesse delle competenze tecniche della maggior parte dei romanzieri che vengono pubblicati non troverebbe mai un’orchestra in cui suonare. Vero è che solo assorbendo opere perfette, solo assimilando le modalità specifiche inventate dai grandi maestri per sviluppare un tema, costruire una frase, un paragrafo, un capitolo, riuscirai forse a imparare quanto c’è da imparare sulla tecnica. Nulla di quanto è già stato fatto può suggerirti come fare qualcosa di nuovo, ma se capirai le tecniche dei maestri, avrai maggiore opportunità di sviluppare la tua. Essere bene informato ti permetterà di brillare alle feste ma non ti servirà assolutamente a nulla in quanto scrittore. Leggere un libro per poterne parlare non equivale a comprenderlo. È molto più utile leggere e rileggere pochi grandi romanzi finché non riuscirai a capire cosa fa sì che funzionino e il modo in cui gli scrittori li hanno costruiti.

Édouard Manet: Ritratto di Émile Zola, 1868
Musée d'Orsay, Paris

Diego Velázquez: Ritratto di Gongora, 1622
Museum of Fine Arts, Boston


8 - Ti asterrai dall’adorare Londra, New York o Parigi.
Mi capita spesso di incontrare aspiranti scrittori che vivono in posti fuori mano convinti che chi vive nelle capitali dei media disponga sull’arte di informazioni dall’interno che essi non posseggono. Costoro leggono le recensioni letterarie, seguono alla televisione i programmi dedicati all’arte per scoprire che cosa sia importante, cosa sia veramente l’arte e di che cosa debbano occuparsi gli intellettuali. Il provinciale è spesso una persona intelligente e dotata che finisce per seguire i consigli di giornalisti o universitari dalla parlantina facile su quanto costituisce l’eccellenza letteraria e che tradisce il proprio talento scimmiottando degli inetti il cui unico talento è far avanzare la propria carriera. Anche se vivi in capo al mondo non hai nessun motivo dì sentirti tagliato fuori. Non sprecare quindi il tuo tempo a preoccuparti di cosa sia in voga al momento, degli argomenti giusti o dello stile giusto o di quale sia la cosa che fa vincere i premi. Chiunque abbia avuto successo in letteratura c’è riuscito seguendo la sua strada.

9 - Scriverai per far piacere a te stesso.
Nessuno scrittore è mai riuscito a piacere a lettori che non avessero più o meno il suo livello di intelligenza, che non condividessero il suo atteggiamento di fondo nei confronti della vita, della morte, del sesso, della politica, del denaro. Oggi, scrivo solo su quanto mi interessa, non cerco soggetti; tutto quello a cui non posso smettere di pensare: ecco, il mio soggetto è quello! Nessuno ha voglia di leggere un romanziere che non pensa realmente quello che scrive. La “letteratura spazzatura” ha una cosa in comune con la grande letteratura: entrambe sono autentiche.

10 - Sarà difficile soddisfarti.
Quasi tutti i nuovi libri che leggo mi danno l’impressione di essere incompiuti. L’autore era soddisfatto di avere scritto qualcosa che andava più o meno bene e a quel punto è passato ad altro. Scrivere diventa per me veramente appassionante quando riprendo in mano un capitolo un paio di mesi dopo averlo scritto. In questa fase lo esamino più come lettore che come autore, e non importa quante volte io abbia riscritto originariamente il capitolo in questione, posso ancora scoprire frasi che sono vaghe, aggettivi inesatti o ridondanti. Scopro addirittura scene intere che per quanto vere non aggiungono nulla alla mia comprensione dei personaggi o della storia e che quindi possono essere soppresse.
È in questa fase che io rimugino il capitolo fino a impararlo a memoria -lo recito parola per parola a chiunque voglia ascoltarmi - e se è qualcosa che non riesco a ricordare, scopro di solito che questo qualcosa non andava bene.
La memoria è un ottimo critico.

(17 Novembre 2004)

Marcel Proust visto da Tullio Pericoli


Da Squilibri2

17 commenti:

Solimano ha detto...

Stefania, cerco di essere corto, scriverò su questo argomento fra non molto, anche a causa di recenti accadimenti blogghieri.
1. Tutti dovrebbero scrivere, altro che storie. Perché fa bene da tutti i punti di vista e perché togliendo faticosamente tutti i narcisismi e le aspettative, l'obiettivo vero dello scrivere è nello scrivere. Basta e avanza.
2. Leggere ogni giorno almeno quattro righe di un Autore è una terapia di sicuro effetto contro le presunzioni e funziona molto meglio di qualsiasi scuola di scrittura. Solo che molti, furbescamente, scantonano, perché l'incontro con l'Autore vuol dire sbattere il grugno contro l'aspra realtà personale (che può migliorare solo se ci sono sbattimenti di grugno). E leggono invece il vincitore del Gabbiano Azzurro di Igea Marina o dell'Airone Grigio di Malcesine, simpatici compagni di merenda.
3. La correzione dura, continua, amorosa di ciò che si è scritto è indispensabile, se si vuole migliorare. Da questo punto di vista la rete è formidabile, perché è facile correggere in qualsiasi momento, si viene quasi invitati consciamente o inconsciamente a correggersi.

grazie Stefania e saludos
Solimano

Anonimo ha detto...

- Non lascerai che passi giorno senza rileggere qualcosa di grande.
Aldilà dell'amore per la scrittura, questo è il richiamo ad un bisogno alimentare da soddisfare all'insegna dell'amor sui, della cura e del rispetto di sè.

(saluto grande)
zena

Solimano ha detto...

Zena, eh sì! L'amor sui è esigente, non lasco. E' anche furbo, perché viene il momento in cui ci si guarda allo specchio e se non ci si vergogna è meglio.
Cambiando argomento, credo interessante, al di là delle modalità della scrittura in rete, esplorare di che argomenti e con che tipo di scrittura scrivere in rete. Perché l'argomentazione secondo cui leggere in rete stanca è ambigua, non rettilinea. Inoltre c'è la domanda chiave: come fare per ottenere che quello che si scrive in rete sia conosciuto?
Sicuramente ne riparleremo.

grazie Zena e saludos
Solimano

Anonimo ha detto...

Prima di tutto un grazie ad Habanera per aver ripescato una cosa di cui mi ero completamente dimenticata ed averle dato asilo qui... Mi accade spesso di sorprendermi, di questi tempi, quando faccio migrare due o tre post al giorno da Splinder verso Wordpress riscoprendo cose che sonnecchiano da qualche parte nei pensieri e che rileggo quasi non le avessi postate io. :)))

Solimano, caro lei... ben ritrovato!
Non ne hai sbagliata una. :D E se ti càpita di seguire il mio tumblelog (luogo defilato in cui mi diverto più che nel blog) non ti sarà sfuggita una perla di saggezza postata di recente e in linea con i tuoi argomenti.

Io dico che dobbiamo smetterla di considerare scandalosa la parola disciplina, ché gli scandali e le indecenze sono altre (anche solo nel campo libresco/lectorio/scriptorio).

E i tuoi tre punti con la disciplina vanno a nozze, n'est pas?
Grazie a te, naturalmente.

Zena,
che non manchi il mio abbraccio anche a te: che felicità ritrovarti! [Con la sbrisolona a colazione per diversi giorni il pensiero è stato in ogni morso e successivo deliquio] :D

Solimano ha detto...

Stefania e Zena, gli argomenti sono tanti, scelgo la sbrisolona.
Così scrivevo con alate parole ne "La grande magnata":

Siamo in provincia di Mantova, o di Parma, non ricordo bene - non Mantova o Parma città, provincia, è lì la grande gastronomia, ho le mie spie. Niente menù, e niente stuzzichini di antipasto, veniamo subito al dunque: carrello dei primi, tortelli di zucca o d’erbette, a me erbette prego con parmigiano come se piovesse, carrello dei bolliti, carrello degli arrosti con dieci bestie diverse, carrello delle verdure, a me un tris, patate al forno, patate fritte, patate lesse, sono fatto così. Sui dolci staremo leggeri, a ognuno solo tre fette di torta: meringa, sbrisolona, margherita. Poi macedonia, caffé, limoncello, adesso basta però.

Sullo scrivere, rileggerò fra poco il bel libro di Natalie Goldberg, "Scrivere zen", ma il titolo e il sottotitolo inglesi sono più belli e meno fuorvianti: "Writing Down The Bones - Freeing The Writer Within".
E Robert Pirsig ha ragione: "The secret of creativity, Natalie Goldberg makes clear, is to subtract rules for writing, not add them".

E ci sarebbe il discorso sulla creatività, che non è per niente un oggetto misterioso o misterico, ma sarebbe un discorso lunghetto. Avremo modo.
Avete perfettamente capito che in certe scorciatoie non credo, meglio l'enigmistica e le parole crociate, quelle del Bartezzaghi senza schema.
Ma il punto che ora mi interessa è rispondere ad una domanda: come far conoscere quello che si scrive? Perché, se non si fa anche questo, non si fa tutto il lavoro, non credo alla moralità del nascondimento, del vedo/non vedo.
Adesso, che Abbracci e pop corn e il Nonblog di Habanera sono assestati e vanno avanti come una lippa, si può fare anche altro, ed oggi vado a casa di Giuliano a parlarne insieme.

grazie e saludos
Solimano

mazapegul ha detto...

"Se pensate di essere saggi, razionali, buoni, una benedizione per il sesso opposto, una vittima delle circostanze, allora non vi conoscete abbastanza per scrivere."

Ecco, questa è la cosa più difficile. Opera dentro molti di noi (plurale che sta per "nella maggior parte di me") una fatale sintesi tra la vita eroica dei personaggi immaginari su cui abbiamo costruito il nostro "dover essere", e la nostra vita (soprattutto quella interiore). Al più, siamo dispoti a dire che lo scarto è frutto, per l'appunto, delle circostanze.
Non tutti sono così, chiaramente. Quando non lo sono, però, tendono ad essere modesti (modestia che può essere una maniera in cui la canna s'è piegata, per non spezzarsi, al vento delle circostanze di cui sopra).

Non che il resto sia facile.

Post che induce molto pensamento.

Maz

PS Una cosa che può aiutare, in generale, è trovare dei lettori. Io ne ho una di sette anni, che non può scampare alle manie genitoriali. Certo, devo adeguare stile, lessico e situazioni.

Anonimo ha detto...

Gentile Solimano, la torta sbrisolona è spesso argomento vincente, specie se sa trovare la giusta armonia fra fiore di farina e farina gialla: il segreto è tutto lì.
Come sempre, ritorna il concetto di "misura", di "modus" (affascinata dall'idea che in latino questo termine assuma già di per sè la valenza positiva dell'eleganza e della bellezza..)

Possiedo anch'io l'azzurrino bel libro che tu citi: è una lettura cui torno, ogni tanto, perchè, se leggere dà sapore alla vita, rileggere dà sapore alla lettura.

Sulla domanda che poni ho bisogno di ragionare: non ho le idee chiare, se devo essere sincera, forse perchè il 'come far conoscere ciò che si scrive ?' è interrogativo probabilmente preceduto da altri interrogativi (perchè scrivo? per chi scrivo? che attese lego alla scrittura?, come scrivo?) a loro volta d'arduo scioglimento :)

Grazie per porre sul terreno sempre nuovi terreni di riflessione.
E un saluto, a tutti...
zena

Habanera ha detto...

Stefania cara, Solimano tra le altre cose ha detto: Tutti dovrebbero scrivere, altro che storie.
Ma io, pervicacemente, mi rifiuto di scrivere (con sua somma indignazione). Forse perchè mi hanno costretto a scrivere troppo ai tempi del liceo, forse, semplicemente, perchè non ci sono portata.
Sta di fatto che, se posso evitare di scrivere, evito accuratamente di farlo.
Come mai, allora, ho scelto proprio questo tra i tuoi tantissimi post, tutti ugualmente interessanti? Perchè, da lettrice, l'argomento mi interessa molto e mi piace ascoltare le vostre opinioni in proposito.
E' bello ritrovarsi qui con te, Zena, mazapegul e Solimano a gustare serenamente sbrisolona, intelligenza e simpatia.

Grazie
H.

Anonimo ha detto...

[Io lo so perché questo blog assai mi piace: perché tutto nasce da cose serissime e ponderate e prosegue con levità verso lidi insospettati – non meno seri, ma più goduriosi. Insomma, la sbrisolona è cosa che domanda rispetto e quanto al pondus... mi duole pensarla di questi giorni, visto che ho intrapreso il solito regime morigerato e decurtato postvacanziero... sigh!]

Sono una sfegatata sostenitrice dei Bartezzaghi senza schemi e senza definizioni, con riporto, ad anelli, a sciarade e a lucchetti.

Quanto alla tua domanda - seria e importante – davvero sono inadatta a qualsiasi ipotesi. Avendo tra le 20 e le 30 visite quotidiane (50 nei periodi di vacche grasse) sono inadatta e basta. :)))

[Sbrisolona. Come lei non c'è nessuna] :D

Habanera cara, su di me puoi contare: sono e resto lettrice, e come tale curiosa e dilettante di scrittura (nel senso che mi diletto, davvero).

Anonimo ha detto...

Ops...
Quando scrivo Quanto alla tua domanda... mi rivolgo a messer Solimano, naturalmente (rimasto nella tastiera) :)))

Solimano ha detto...

Ce ne sarebbe da dire, cerco ancora di stare corto.
Tendenzialmente io non leggo, rileggo. Difatti, siccome qualcosa di non mai letto bisogna pur leggere, oggi sono incerto se cominciare "Diceria dell'untore" di Bufalino o "L'anno della morte di Ricardo Reis" di Saramago, due Autori di cui sinora ho letto solo poche pagine. Ma ho la tentazione di leggere per la quarta volta Laclos, finalmente in francese.
Ho riflettuto, su questo fatto, ed ho concluso che per almeno un'ora al giorno io robe nuove ne leggo: in rete. Come in questo piccolo thread in cui ho letto volentieri Stefania, Zena, Habanera, Nicola, nonché Vizinczey.
E ci si aggiunge un altro aspetto di cui ho preso atto volentieri: che col contatore PRO riesco a vedere quante volte i singoli post sono richiesti. E' vero che non so se i visitatori siano interessati al testo, alle immagini, se ci sono capitati per caso ed è vero che non lasciano generalmente un feed back. Ma con i libri a stampa, succede forse qualcosa di diverso? Succede qualcosa di generalmente peggiore: le tirature sono basse e le vendite ancora di più, che ci piaccia o no. D'altra parte, come faccio, io, animale leggitore, a leggere l'ultimo premio Campiello invece di Bufalino?
Da cui l'idea di puntare ad un utilizzo il più possibile lucido e finalizzato della rete, e ieri ne ho parlato con Giuliano. Dico solo, per il momento, che sono razionalmente fiducioso.
Stefania fa bene a non preoccuparsi troppo delle 20/30 visite al giorno, però non deve vantarsene (perché l'orgoglio è il peccato dei santi).
Rimane un ultimo aspetto, essenziale: in rete bisogna seguire un preciso mode d'emploi, come il mode d'emploi è diverso dalla miniatura all'affresco. Ma l'emploi deve esserci, alla fin fine, puntare solo sul mode, come si sta facendo, magari finalizzato alla stampa o agli eBook, non porta nulla di buono. Oggi, chi legge veramente un eBook?
Mentre ieri, qui sul Nonblog, ci sono state 246 visite e, soprattutto, 766 richieste per pagina. Per fare un esempio, il che significa che Stefania mente per la gola con le sue 20/30 visite! E mi fa piacere.

grazie e saludos
Solimano

Anonimo ha detto...

Non mento, Messere, e men che meno me ne vanto: non è una cosa fondamentale nella mia vita. Il grafico è qui: siamo in periodo di vacche grasse. :)))

Solimano ha detto...

Stefania, marvellous! Greetings...
Io invece non dormo la notte. Sono giunto al punto di inserire nelle Novellette degli Odori il fornaio e il fruttivendolo. Spero che stampino i post e li mettano in bella evidenza nella bottega e sul camion.
L'aiutante dello Srj Lanka(aiutante, non badante, occhio) mi ha chiesto in prestito il DVD de Il Gladiatore e mi ha promesso di mettermi in contatto con i suoi cugini tamil e con le suore della missione.
L'edicolante, con tutti i DVD che ho comprato da lui è come se fosse a provvigioni.
Sto tampinando l'Assessore alla Cultura di Lissone (donna leghista) con la scusa della fattività padana che è comunque bipartisan.
Hai presente una mega-tombola? Ecco!

saludos
Solimano

Habanera ha detto...

Stefania, ho guardato il grafico ma occorre anche dire che i tuoi visitatori sono divisi tra due blog e che molti hanno problemi a visualizzare quello che hai su Splinder.
Io, ad esempio, non posso farlo dal pc che uso qui ma non avevo problemi con quello di Milano. Domani torno a casa e ti saprò dire se è ancora così. L'unica cosa diversa tra i due pc è il tipo di antivirus, credo che dipenda da quello.
Inoltre, mia bella signora, tu sai bene che la maggior parte delle persone segue i blog utilizzando i Feed e che Squilibri è uno dei blog più seguiti ed amati.
Un appuntamento quotidiano a cui non si può mancare...

Un abbraccio
H.

Anonimo ha detto...

Cari e preziosi lettori che non siete altri,

a tutto ciò si è arrivati a partire dalla domanda di Solimano: l'inadeguatezza della sottoscritta a rispondere è da intendersi in relazione alla sua "incapacità" di "farsi leggere" al di là dei cari e preziosi lettori/amici/affini e al di là del puro caso.
Nel senso che per "farsi leggere" bisognerebbe anche dedicare più tempo di quello che io dedico alle "pubbliche relazioni" (ad esempio) o – soprattutto – alla pubblicazione regolare. Oppure – ed è risaputo – bisogna avere un "fisico bestiale", un "carisma", un "ruolo"; o costruirselo, e poi mantenerlo, esercitarlo.

Niente di grave, insomma. Le mie vacche grasse sono sempre una bella sorpresa, per altri sarebbero una sciagura... :)))

Bacioabbraccio a tutti. :D

Anonimo ha detto...

Io non scrivo più:)
Era ora, era ora! Rispose un coro giubilante.
Ma tutto questo è consigliato a chi desidera diventare un grande scrittore no?
O uno scrittore e basta.
Se uno vuole restare fiorista per dire e fare qualche commento ogni tanto può fumare e andare in pizzeria una volta alla settimana no?
Meno male...

Roby ha detto...

Sono 3 giorni che giro intorno a questo (splendido) post, annusandolo, soppesandolo, rileggendolo. Il punto che più mi è piaciuto e il n°9 : "SCRIVERAI per FAR PIACERE A TE STESSO". Scrivere di cose che non mi interessano mi riesce in effetti impossibile (o per lo meno mi viene MOLTO MALE, e si vede!). "Quello a cui non posso smettere di pensare... il mio soggetto è quello": proprio così!!!

Grazie, Stefania, e baciottoni

Roby