mercoledì 30 luglio 2008

Multi-mediocrità


Paul Klee - Testa d'uomo 1922- acquarello


Multi-mediocrità

di Massimo Marnetto




Io rappresento la “multi-mediocrità”.

So fare tante cose, ma male: suonare la chitarra, cucinare, parlare l’inglese, nascondere la noia, usare il computer, ecc.

Eppure, ho le mie “eccellenze”: spiegare, caricare la lavastoviglie, inventare storie, guidare senza far sentire le curve, cantare, osservare, capire i sentimenti degli altri.

Quest’ultima qualità la devo tutta a una brutta poliomelite che mi sono preso a 4 anni e che ho in gran parte superato passando migliaia di ore nuotando.
E studiando gli sguardi delle persone, per distinguere quello pietoso, l’impaurito, l’incoraggiante…

Un esercizio che ha sviluppato tanto la mia “empatia”, da poter dire che dalla polio ho avuto più di quanto mi ha tolto.

22 commenti:

mazapegul ha detto...

Massimo: ci siamo visti in diverse occasioni, ma mai da nuotatori (io non ho le stesse ore, ma mi piace stare in acqua). Spero che una volta ci si veda al mare, o sulle rive di un lago, e che ci si possa abbandonare al nuoto.
Maz

Solimano ha detto...

Il nuoto diventa bello quando si impara che si può nuotare per tre quarti d'ora di seguito, tale e quale il jogging. Ma ci vuole il mare con l'acqua profonda.
Sull'empatia, Massimo, parrebbe un discorso chiaro a cui tutti non possono che consentire (e questo già lo rende sospetto). Per cui concordo sull'atteggiamento empatico, ma alla fine l'empatia, come stato dei rapporti, o c'è o non c'è. Perché anche il contrasto fa parte della vita, guai se no, le cose nuove si scoprono attraverso il contrasto. La tentazione è quella di una empatia finta, di pura facciata, una melassa in cui le cose rimangono tali e quali mentre occorrerebbe cambiarle. E quando c'è il contrasto vero, non di puntigli personalistici ma di scelte, occorre fare una cosa sola: scegliere. Potrei fare diversi esempi, alcuni li sai. A base di malinteso senso di responsabilità, si isola chi porta il nuovo ed è dura reggere da soli. La tentazione dell'empatia, in quel caso è solo il perdonismo italico, vizio che Sismondi rimproverava a Manzoni, che non sapeva che pesci prendere. C'è il peccato? Ma ci sono le indulgenze, suvvia, tutto s'aggiusta... come sembra dicesse spesso la moglie di Andreotti. Un bel contrasto senza offese né ipocrisie né veleni fa solo bene, di pontieri e pompieri forse ce ne sono troppi. Parlo da selvatico, non da selvaggio, tu la conosci bene la differenza.

grazie e saludos
Solimano

Solimano ha detto...

Caro Massimo, ieri ho scritto un commento alle belle cose che hai scritto, ma oggi, a un giorno di distanza, faccio un altro commento che ti disturberà, ma che spero ti farà bene, prima o poi.
Tu ti sei fatto prendere dall'entusiasmo del neofita dei blog ed hai pubblicato un post trascurando alcune cose che avrebbero dovuto esserti chiare. Prima di tutto, nel Nonblog non si pubblica direttamente (anche se tecnicamente lo si potrebbe fare), ma si mettono i post in bacheca ed è Habanera che pubblica decidendo le priorità di pubblicazione dei vari post. A questa regola non scritta ma evidente ci atteniamo rigorosamente Giuliano ed io, ad esempio.
In secondo luogo, si lasciano respirare in cima alla home page i post pubblicati per almeno due giorni, in modo che ognuno abbia la sua visibilità, mentre tu hai pubblicato il tuo post nella stessa data in cui era stato pubblicato un mio post, ma non scrivo per fatto personale a parte che anch'io ci tengo alla mia visibilità, perché alle cose che scrivo ci credo, sennò non le scriverei.
In terzo luogo, tu eri stato pubblicato alcuni giorni fa, quindi era il caso che aspettassi per un po' in panchina, come succede a tutti.
In quarto luogo, ogni post che esce è corredato di immagini, in genere buone, ed il tuo post è privo di immagini.
In quinto luogo, tu hai pubblicato il tuo post e poi sei partito per il mare, così non vedrai i commenti al tuo post (per il momento) e non risponderai: era un altro motivo per aspettare.
E potrei continuare.
Lo sai che ti stimo e ti voglio bene, ma proprio per questo è meglio che ti dica queste cose con chiarezza sul palcoscenico, non dietro le quinte, e te ne spiego il motivo.
Poco tempo fa ho scritto che sono più pessimista che ottimista riguardo il futuro del Nonblog, e questo piccolo episodio mi conferma nel mio prevalente pessimismo.
Perché di tutte le cose che ho detto sopra avresti dovuto accorgerti da solo, e invece non l'hai fatto, perché conoscendoti, sono certo della tua assoluta buona fede.
Ma perché starci sopra, mi potresti rispondere.
Lo faccio perché il mio pessimismo non nasce da cause gravi e motivi insuperabili, ma da motivi ridicoli, che però combinandosi insieme portano al regresso, non al miglioramento.
Eccole, le cause e i motivi: superficialità, incapacità di ascolto, approssimazione, incapacità di uscire dal proprio orticello, mancanza di senso di appartenenenza, individualismo, anomia (cioè mancato rispetto delle regole condivise), mancanza di un minimo progetto, mancanza del senso del gruppo e delle conseguenti autolimitazioni, credere di aver capito quando non ci si è posti neanche il problema di capire. Mancanza di serietà e di attenzione, per dirla tutta.
Lo so che il mio modo è volutamente provocante (non provocatorio) e può indisporre, difatti qui nel Nonblog mi sono beccato due commenti offensivi da parte di una persona che stimavo.
Ma se si vogliono fare le cose (è bello, fare le cose), bisogna darsi una disciplina di tipo intelligente, ed attenercisi con continuità.
Io sono più cattivo di Habanera, eppure in Abbracci e pop corn è successo molto di peggio: ci fu una persona che, con la scusa della cucina di Cenerentola, pubblicò cinque fotografie della sua personale e lussuosa cucina. Ma da molto tempo nel blog del cinema quella persona non scrive più.
Sono certo che mi capirai perfettamente, quando tornerai dal mare. Io ci tengo molto, che tu sia qui con noi.

un abbraccio
Solimano (e Primo)

Anonimo ha detto...

Massimo, interessante il concetto di "multi-mediocrità": mi viene in mente, tanto per cambiare, il "dilettantismo" saviniano (i miei riferimenti monotematici sono dovuti ad un periodo di intensa rilettura della sua opera, abbiate pazienza ;-).
Lui ne fece una regola di vita. Regola che a me non dispiace affatto, tra parentesi: possedere la materia, sì, ma sempre salvaguardando quel margine di leggerezza da cui trae linfa la possibilità del "diletto". Anche se, scriveva Savinio: «la leggerezza è un premio che bisogna meritarsi».

ps: ...scusate se metto bocca in una discussione che non mi compete...ma essendo stata resa pubblica, mi sento autorizzata a parteciparvi. Il tuo secondo commento, Solimano, mi ha fatto talmente una brutta impressione che bisogna che te lo dica: proprio perché ti dici certo della buona fede di Massimo, sarebbe stato più opportuno (sia per Massimo che, soprattutto, per i lettori del blog) "sgridarlo" dietro le quinte, al massimo con una mail circolare indirizzata a tutti voi collaboratori. Ecco, tutto qui.

Sere

Giuliano ha detto...

Massimo l'ho visto una volta sola, mi ha detto che ha avuto la polio da piccolo, ma non è che sia una cosa che si nota molto.
Piuttosto, si nota che è uno a cui piace chiacchierare...
(Beh, non è che Massimo sia diventato come Johnny Weissmuller, intendiamoci: però io non so proprio nuotare, che invidia.)

mazapegul ha detto...

Primo, anche io trovo troppo esaustiva e deduttiva la comunicazione tecnica a Massimo.
Quando uno, aprendo la pagina su blogger, si trova la lista dei post in giacenza, con la possibilita' di manovrare i propri a piacimento, e' naturale procedere alla pubblicazione, soprattutto se la persona non e' stata esplicitamente e chiaramente istruita su come procedere in questi casi.
Tu hai una gran dimistichezza coi blog e con il galateo che attorno a loro s'e' sviluppato. Non e' cosi' per tutti. A me, per esempio, e' successo di rimanere alla fine di una cena al ristorante col coltellaccio da carne e una pesca (il coltello da dolce l'avevo usato per sterminare la fiorentina).
Ciao,
Nicola
PS Giuliano: non e' mai troppo tardi. Esistono corsi per adulti e conosco adulti che, finito il corso, non mancano occasione per stare in acqua.

Habanera ha detto...

Ieri ho avuto problemi di connessione (purtroppo mi capita spesso) e non ho avuto il tempo di sistemare il post che Massimo ha pubblicato direttamente.
In privato però mi ha scritto che potevo gestirlo come volevo e addirittura eliminarlo, se non lo avessi gradito.
E' una bella persona, Massimo; profondo, sensibile, allegro, ed io gli sono particolarmente grata per la sua affettuosa collaborazione.
Penso che adesso, sistemato così, questo post (che è già bello di suo) vada meglio.

Grazie, Max
H.

Solimano ha detto...

Serena, ti ringrazio di essere uscita allo scoperto con una critica decisa a quello che ho scritto. Ti do una mia spiegazione non brevissima.
Innanzitutto diamo una inquadrata al personaggio Massimo Marnetto.
E' uno che si è girato tutti gli Stati Uniti in autostop.
E' uno che, prima della Piazza Navona di Nanni Moretti, uscì allo scoperto con pochi amici a Roma col movimento delle Sciarpe Gialle, beccandosi ogni giorno, ai tavoli che aveva organizzato, insulti di ogni tipo dai passanti di destra e la solidarietà meravigliata di cittadini che non ci avrebbero mai pensato.
Eravamo insieme alla Festa di Protesta organizzata da Nanni Moretti a Piazza San Giovanni, con lo striscione Ulivo Selvatico (il nome l'aveva inventato Nicola con la mia minoritaria collaborazione).
Questo è il quadro di Massimo.
Cosa ho fatto? Un commento specifico sulle belle cose che ha scritto nel suo post, poi un altro commento sulle modalità che non mi sono piaciute, dicendo perché non mi sono piaciute in modo molto specifico e concreto, non generico.
Vuoi che non abbia pensato di farlo dietro le quinte? Certo che ci ho pensato, ma io, che non posso sgridare Massimo perché sono un collaboratore come lui, ritengo giusto condurre a viso aperto una battaglia per la serietà e per la qualità, perché ce n'è assolutamente bisogno, e il Nonblog è evidentemente un posto in cui la qualità è tenuta in considerazione: basta guardare le tre recenti puntate che ha fatto Giuliano sul Tristram Shandy, mettendo insieme Sterne, Walt Kelly, Stan & Oliver e se stesso, in tre post di livello veramente molto alto (lo dico a bassa voce così Giuliano non ci sente).
Poi c'è l'aspetto che questo è un multiblog, e bisogna che ci siano un minimo di regole condivise e chiare, non oscure, in modo che la sequenza di pubblicazione -che decide Habanera- sia non burocratica ma comunque meritevole della fiducia di ognuno di noi.
Sono per la chiarezza massima possibile in tutto, compreso il contatore. Inoltre, la mia cultura di lavoro è americana, è quella dell'one minute manager che in Italia non si sa neppure cosa sia. Quando c'è qualcosa che non va, ci si scazza per un minuto, con chiarezza e durezza, ci si capisce, poi si volta pagina e si passa ad altro. In Italia, o si va su un generico perdonismo/poverinismo per cui tutto è permesso, o peggio ancora si va sul non detto, sul celato, per cui un problema da risolvere in cinque minuti lascia tracce per cinque anni. Tutto ciò non significa offendere, avrai certo notato che nel mio secondo commento, proprio perché era critico, sono stato molto sul concreto.
Infine, c'è un tentativo non facile di portare avanti un blog con persone diverse di età, di carattere e di provenienza: problemi, che lo vogliamo o no, esistono, ed è meglio non nascondere la polvere sotto il tappeto. La massima libertà dei contributori è possibile e vantaggiosa se è bilanciata da una disciplina di poche regole da tutti ugualmente rispettate e che è bene che siano chiare non solo ai collaboratori ed ai blog ospiti, ma anche ai visitatori.
Vedremo Massimo quando torna dal mare:può essere che mi salti al collo, ma conoscendolo probabilmente mi ringrazierà e ci scherzerà su prendendomi pure in giro. Se si è veramente seri e se ci si stima si può anche scherzare. Chi ha letto il mio commento critico, si è certamente reso conto dell'esistenza di problemi e di possibilità a cui non aveva pensato. Serena, scegli me come obiettivo di un tuo post di severa critica, imparerò qualcosa sicuramente (criticare non vuol dire offendere).

grazie Serena e saludos
Solimano

Solimano ha detto...

Nicola, può esser che tu abbia ragione con il tuo dirmi troppo esaustivo e deduttivo. Però. Però la conosci la battaglia dei primi mesi di Abbracci e pop corn, era più facile mollare, credo di aver fatto bene a tener duro. Il rischio di essere spigoloso e puntiglioso ce l'ho, ma non sono uno da tutto sbagliato tutto da rifare, ho sempre in mente un progetto, una cosa da fare e da misurare facendola.
Ma a parte il caso personale, ti faccio un esempio drammatico: l'Associazione Monza per l'Ulivo. Eravamo arrivati a quasi duecento iscritti paganti dopo l'inizio con Cacciari, poi hanno scelto una linea di accosto e compiacenza verso i partiti, mentre io e pochi altri eravamo per un atteggiamento critico, quasi da audit (non certo le grillitudini). La conseguenza è che l'Associazione ha perso credibilità verso i cittadini non politicizzati, ma anche il rispetto timoroso dei partiti, che non si reggono sui paternoster. Dopo due anni gli iscritti si erano dimezzati, quasi tutti i nuovi se n'erano andati. Certe volte bisogna anche battersi, se si vuole che le cose si facciano.

grazie Nicola e saludos
Solimano

Anonimo ha detto...

Solimano, non ho mai parlato di "offesa" a chicchessia.
Sono certa che Massimo, al suo ritorno, ci farà su una battuta e fine lì.
E infatti, non era mia intenzione prendere le sue difese (che senso mai avrebbe avuto, dato che non conosco né lui, né te, né la confidenza che avete): ho "difeso" semplicemente me stessa, in quanto lettrice di questo blog, a cui il tuo intervento e il tuo tono hanno dato fastidio, a torto o a ragione. Cosa del tutto ininfluente, senza dubbio. Ma ho espresso il mio pensiero liberamente (magari in maniera avventata: un pessimo vizio che coltivo con cura), così come tu hai espresso il tuo.
Credimi: "perdonismo" e "poverinismo" non sono concetti che mi appartengono. Ma penso che le "battaglie a viso aperto" non abbiano necessariamente bisogno di palcoscenici e riflettori per sortire un risultato.
Evviva le critiche. Ma con discernimento.

Sere

Solimano ha detto...

C'è una cosa curiosa: tutti (me compreso) a lodare Massimo ed alcuni (me non compreso) a criticare me ed in particolare il tono, entità piuttosto volatile e volubile oppure il fatto di essere uscito al proscenio (ma è lì che si svolge lo spettacolo). Nessuno ha discusso i cinque argomenti che ho addotto, che non mi sembrano essere volubili o volatili, ma tosti e difficilmente confutabili. Difatti do per scontato che come tali siano stati percepiti.
Sono contento di aver avviato questa discussione, di cui Massimo è stato solo lo spunto. Adesso i collaboratori, i blog ospiti ed i visitatori hanno le idee molto più chiare su un problema reale che forse non conoscevano o sottovalutavano: che ci siano dieci individualità forti ognuna con due post al mese di modica quantità che vogliono giocarsi bene e che vengano opportunamente sequenziati dall'admin Habanera è il nocciolo del problema-opportunità. E non denigriamo le individualità forti, perché l'alternativa è il todos caballeros (eh, Giuliano!) cioè la melassa generalizzata e generica che contenta tutti, salvo che il valore aggiunto è zero. Ce ne dovrebbero essere un centinaio, di posti come il Nonblog, magari anche con argomenti specifici o specialistici. Se non ci sono non è perché manchino gli spazi, le opportunità o i talenti, è perché non si affrontano argomenti come quello di cui abbiamo parlato oggi. Saranno argomenti scomodi, ma esistono, ed il quieta non movere et mota quietare non funziona, se si vuole fare qualcosa e non fare finta di fare qualcosa.

saludos
Solimano

Anonimo ha detto...

Sarà il caldo, sarà l'ora, ma a me sfuggono i "cinque argomenti tosti e difficilmente confutabili", Solimano.

Ricordo solo che qualcuno ha - in buona fede - sbagliato a pubblicare un post senza prima sottoporlo alla prassi consolidata di questo nonblog collettivo, e che qualcun altro lo ha "ripreso" pubblicamente - e fin qui niente di male -, ma a mio avviso lo ha fatto in maniera pedante e sproporzionata rispetto all'irrisorietà del "misfatto". Punto. Pari e patta. Rileggendo tutti i nostri commenti successivi, mi sembra un ricamare intorno al nulla. Se poi vogliamo cambiare argomento, ben venga: si parli pure di melasse, superficialità e qualità scadenti, ma senza rivendicare consequenzialità di sorta. Comunque sì, magari sarà solo il caldo, e l'ora.

Tante volte, usare parole forbite e ricercate, non ti dà la certezza della ragione, né dell'accondiscendenza altrui, Solimano (e lo dico anche a me stessa).
Giusto per restare in tema di (auto)critiche costruttive.

Buonanotte a tutti,
Serena

mazapegul ha detto...

Io, Solimano, se ne avessi la forza, invidierei la forza che metti nell'organizzare e animare, fondare e mantenere. La mia esistenza in rete dipende in gran parte (segue quasi necessariamente, direi) da tue intuizioni (comprese le tue segnalazioni di altrui intuizioni, come nel caso del blog di Habanera). Sei quanto di più vicino possa considerare ad essere "il mio editore" (per quanto la mia produzione di testi sia frammentaria nel tempo e nel soggetto). Ho anche notato, negli anni, come diverse persone abbiano fatto scelte opposte alle tue e siano di fatto sparite dalla rete: lo spietato tribunale di Internet ti ha dato sempre ragione (anche perchè tu ci ragioni su molto, e in profondità). Il mio stesso blog, ammetto, assomiglia più a un magazzino che a una casa (la funzione di deposito temporaneo e dinamico di Internet, comunque, è una delle sue potenzialità: sto cercando di ottenere un finanziamento UE per esplorare queste possibilità nel mio lavoro). Le uniche volte in cui rimpiango di non andare più al cinema (mi dicono che, crescendo i figli, si recupera) sono quando leggo abbracci&popcorn (ma arrivano i fumetti d'estate e posso recuperare del cinema-prima-del-cinema per un paio di post).

Se quindi -con la simpatia di chi deduce per portare a casa la pagnotta- ho giudicato eccessivo l'apparato induttivo-deduttivo che hai messo in campo è perché mi pareva un pò schiacciante.
Il pentalogo, invece, lo trovo utile, soprattutto per mio uso. Lo prendo così: assoluto dalle circostanze; una tavola di marmo trovata in cima a una montagna e presa così com'è per la sua convincente necessità.

Ciao,
Nicola

Giuliano ha detto...

Mi accodo a Nicola, le sue parole sono anche le mie. Solimano è il motore, anch'io senza di lui non avrei mai più messo una riga on line dopo il 2003.

Solimano ha detto...

Questa conversazione ha un che di comico. Sta diventando un panegirico, ci stiamo trasformando tutti in laudatores Maximi Marnetti. Lo so cosa penserà quel felice mortale al suo rientro dal mare, credo il giorno 8 agosto: "Non ho mai ricevuto tanti complimenti dopo aver fatto una stupidata!" E magari lo dirà ad alta voce, perché Massimo sa essere autoironico, arte difficillima, d'altra parte anche l'ironia non scherza, anche se tutti dicono di esserlo, confondendo l'ironia con l'insulto, come si confonde l'erotismo con la ginnastica.
La venialissima stupidata c'è stata, ed è derivata da carenze di informazione e di attenzione.
Mette conto parlarne perché, se si vuole parlare di sintassi, prima occorre sapere la grammatica, e se si vuole parlare di grammatica prima occorre conoscere l'alfabeto. E dopo la sintassi? Larghi spazi si aprono, magari verso parole forbite e ricercate, invece delle solite parole sporche ed usurate.
Nicola, la so la tua sottesa critica: "Ma non puoi condurre le tue piccole battaglie in rete dando un po' meno fastidio?" La risposta è no, in primis per carattere mio, e il carattere dell'uomo è il suo destino. Ma non solo: normalmente le persone sono infastidite nel trovarsi di fronte a cose che non sanno o a cui non hanno mai pensato, mica tutti, Nicola, sono come te o Giuliano. E allora tanto vale metterla giù dura senza tanti gné-gné scodinzolanti che sarebbero dei perditempo, tanto se usi i gné-gné non li convinci manco pe' gnente, e rischi di diventare come loro: chiacchiere con il distintivo del Profilo Utente.

saludos
Solimano

Anonimo ha detto...

E io che credevo che scrivere e pubblicare ciò che si è scritto su un blog (a maggior ragione se si parla di libri, poesia e arte, e non di "massimi sistemi"), dovesse essere una cosa piacevole, serena, e, perché no, anche divertente! ...Ragazzi, che ingenua!

Mi spiace molto, soprattutto nei confronti di Habanera (sul serio: scusa Habanera), che è stata così gentile da invitarmi tra di voi, ma non mi sento di proseguire e preferisco interrompere qui ogni mia ulteriore presenza su questo blog.

Probabilmente voi siete abituati a questa presunzione e pedanteria a dir poco asfissianti, ma per me no, è troppo irritante e spiacevole: non sopporto chi si prende troppo sul serio, chi lascia cadere dall'alto sentenze su sentenze come fosse l'unico depositario di ogni sacrosanta verità.
E credimi, Solimano: è stata una piccola delusione per me, che le prime volte leggevo i tuoi interventi a bocca aperta, letteralmente incantata dalla tua cultura e dalla tua proprietà di linguaggio. Ma mi sei divenuto sommamente insopportabile (immagino che apprezzerai la franchezza), mio malgrado e inaspettatamente, nel giro di poche battute. E visto che di malumori ne ho già abbastanza nella vita quotidiana, preferisco non alimentarne altri, perdipiù così fuori luogo: torno più volentieri dalle mie parti, a crogiolarmi in quella che sarà pure una "multi-mediocrità", ma che perlomeno è immune dal montarsi la testa, e sa lasciar spazio alla leggerezza.

Quindi, come ebbe a dire Caproni:

«...Ci siamo – ed è normale
anche questo- odiati
su più d’un punto, e frenati
soltanto per cortesia.
Ma, cos’importa. Sia
come sia, torno
a dirvi, e di cuore, grazie
per l’ottima compagnia.
(...)

Scendo. Buon proseguimento.
»

Serena

Habanera ha detto...

Vedi, Serena, posso anche capire che il commento di Solimano abbia dato fastidio ma anche tu non ci scherzi in quanto a vis polemica. Il tuo pensiero era già chiarissimo nel PS del tuo primo intervento, perchè insistere ancora, fino a tarda notte? Non mi pare che Solimano ti avesse offeso nella sua risposta.
A Firenze deve fare proprio molto caldo...
Quando si è in casa d'altri, e questa è soprattutto casa mia, forse bisognerebbe comportarsi con più rispetto.

Buon ritorno a casa
H.

mazapegul ha detto...

Uno dei più grandi problemi della rete è che non esiste nessun modo per fermare una discussione sul metodo. Quella grande risorsa che è la illimitata disponibilità di memoria, si rivela in questo caso una maledizione.
L'unica via d'uscita è la pratica dell'autolimitazione: un esercizio zen di difficile esecuzione.
Maz (Nicola)
PS Cara Haba, coglo l'occasione per ringraziarti della pubblicazione della mia biciclettata. Buona notte.

Solimano ha detto...

Nicola, sull'autolimitazione adesso sono rose e fiori. Ti ricordi certi forum a cui abbiamo partecipato a suo tempo e chi mi auguro si siano estinti? Erano una vera e propria piazza d'armi in cui la tentazione continua era quella che chiamavo la pisciarella del cane, fatta per coprire la pisciarella precedente. Poi sono nati i blog, con la possibilità del blogghiere di cancellare immediatamente qualsiasi commento. Una possibilità raramente usata, ma un forte deterrente contro i disturbatori professionali, gli zuffaioli.
Riguardo a Serena, due osservazioni. La prima è che paradossalmente adesso noi due abbiamo in comune un sentimento: la forte delusione reciproca. Ma ho una opinione positiva dell'utilità della delusione e sostengo: guai ai non delusi! Sono persone senza aspettative.
La seconda osservazione è che i poeti si amano, non si usano come propria copertura, ma chissà quante volte l'ho fatto anch'io. Cerchiamo di amarli e di non usarli.
Poi c'è il discorso di Habanera, che ha detto: questa è soprattutto casa mia! E' vero e non è vero.
E' vero dal punto di vista golden share, spadone a disposizione che permette all'admin praticamente tutto, nel blog che ha originato lui. Fra l'altro condivido questa tecnicalità software, perché in situazioni di stallo ci deve essere qualcuno che tagli il nodo gordiano. Ma dal punto di vista effettuale della vita del blog non è certo così, e faccio un esempio che credo chiarificatore. Nel blog del cinema, io potrei continuare come faccio oggi anche se fossi solo (cosa che certamente non mi auguro) mantenendo immutato il progetto che sarebbe solo rallentato dal mio essere solo. Il Nonblog, se Habanera fosse sola, non sarebbe più il Nonblog proprio come progetto e come funzionamento. Quindi, la centralità è nei collaboratori (e Habanera oltre che admin è collaboratore) che devono essere al tempo stesso disciplinati in quelle poche cose essenziali (l'argomento di questo thread), ma assolutamente liberi nel resto, in quanto si suppone che siano stati scelti al di sopra di un buon livello di qualità. Ma come si fa? Tutto si regge su un interesse in comune: Habanera ha convenienza a mantenere i collaboratori (che sono liberi di andarsene in qualsiasi momento) e i collaboratori hanno convenienza a scrivere in un blog che l'altro giorno (e siamo a fine luglio) ha superato le 200 visite ed è arrivato a quasi 600 pagine viste (che è il dato più significativo, perché attesta la vitalità dell'archivio). Questa reciproca convenienza non è l'aspetto prevalente, ma è un aspetto che c'è,di cui si tende a non parlare perché sembra una roba brutta. No. E' bene che ci sia, perché aumenta il senso di appartenenza, che è ben diverso da certe mafiette che ci sono in giro. Se manca il senso di appartenenza nell'admin e nei collaboratori il Nonblog collassa su se stesso, presto o tardi, e lo fa male. Se il senso di appartenenza c'è si può fare ancora meglio, qualitativamente e quantitativamente. Ma il senso di appartenenza si prova, non si indossa, that's the question!

saludos
Solimano

Roby ha detto...

Ragazzi, ho avuto qualche piccolo problema, anzi, vari piccoli problemi di diverso ordine (salute, famiglia, computer) che mi hanno tenuto FORZATAMENTE lontana dal web...
...e ora che ci rimetto piede, alla vigilia delle mie vacanza, trovo tutto 'sto CANAIO???
[:->>>]
Per fortuna ci sono da leggere i bellissimi post di Max, Sol, Maz, Fabio and co., perchè altrimenti direi che il CALDO (sì, Haba, qui a Firenze SI SCHIANTA davvero!!!) ha dato proprio un po' alla testa...
[;->>>] [:->>>]
Ma si sa: nelle NOSTRE teste ci sono CERVELLI speciali...

Baciotti sudati

Roby

Massimo Marnetto ha detto...

Eccomi, sono tornato.

E dico subito che ho mandato una e-mail in privato a Solimano per scusarmi con lui. E lui mi ha risposto con amicizia, così ci siamo spiegati.

In questi giorni sono stato al primo "Festival della Leggerezza", che un giovane scrittore sardo - Flavio Soriga - ha organizzato in una ex miniera di argento dismessa e bellissima.

Ogni sera - dal 31 al 3 - si svolgevano incontri letterari con autori (Milena Agus, Bruno Tognolini, Flavio Soriga, Matteo B.Bianchi, Marino Sinibaldi...)

Ma dalle 10 alle 12,30 e dalle 16 alle 18 ho partecipato alla "Scuola Elemntare di scrittura emiliana all'estero (in Sardegna, ndr)" tenuta da Paolo Nori, un scrittore molto bravo e una persona decisamente ricca e... leggera.

Così, nella pausa pranzo tra una lezione e l'altra, scappavo giù, nella spiaggia di fronte alla ex miniera abbandonata a farmi dei bagni bellissimi, con un'acqua tanto pulita che sembrava potabile, complice anche la totale e rarissima assenza di vento.

Alla fine del Festival - dopo l'incontro con Neri Marcorè (fresco, divertente e con punte di riflessione notevoli) - noi della Scuola Elementare abbiamo avuto il nostro momento di gloria e ognuno di noi ha letto il breve brano sulla leggerezza.

Io, ho scritto il mio di getto (non per niente collaboro con Habanera...) ed è quello che Nori avrebbe voluto farmi leggere dal palco, ma non mi ha visto per la tanta gente che c'era in Piazzetta, con le sedie portate anche da casa... e così ne ha letto un altro molto bello.

Insomma, ho passato dei giorni talmente belli, quasi un "Ritiro letterario-salmastro", che se me l' avesse raccontati un altro, lo avrai invidiato.

A presto
Massimo

Habanera ha detto...

Sì, suscita un po' di invidia il racconto del tuo ritiro letterario-salmastro, caro Massimo; ma è un'invidia molto, molto, amichevole ed affettuosa.
Ben tornato!
H.