sabato 5 luglio 2008

Maturità - Lo scontro finale




Maturità - Lo scontro finale
di Roby




E' andata. Dopo circa dieci mesi di gestazione, è nata in Italia una nuova generazione di studenti maturati, a cui anche la mia pargola -senza infamia e senza lode- appartiene ormai di diritto. A tale periodo vanno aggiunte le annate precedenti, costellate di pagelle... pardon! schede di valutazione, debiti, crediti, test, simulazioni della terza prova, ecc.: il tutto più simile, terminologicamente parlando, all'ambiente della Formula Uno o della progettazione aeronautica che a quello scolastico!
Ma non basta. Le complicazioni non finiscono qui. Ricordate anche voi con struggente nostalgia il classico punteggio finale, dallo striminzito 36 al prestigioso 60? Allora dimenticatevelo: il 60 è stato ormai da anni retrocesso a voto minimo per essere licenziati, mentre il massimo raggiungibile è un banalissimo 100. 60-100... praticamente il cartello di limite di velocità in autostrada!
E rammentate il suono magico, quasi ipnotico, di quei numeri, mentre li sillabavamo, scorrendoli con gli occhi, davanti ai quadri appesi nell'atrio del liceo? Bene: tutto finito, dimenticato, sepolto. Nell'epoca del villaggio globale, delle intercettazioni telefoniche selvagge (almeno fino a nuov'ordine), dei dati personali consegnati ad internet con impressionante leggerezza, il Ministero dell' istruzione ha decretato che la votazione finale non sia mostrata coram populo, ma rivelata all'interessato solo in segreteria. Sul cartellone compare soltanto la dicitura esito positivo o esito negativo: come dire, ti ho bocciato ignominiosamente ma te lo dico con garbo, con stile, con tatto, senza obbligarti al confronto con quel secchione della prima fila che si è beccato 99 (giusto per aver scritto Nietzche invece di Nietzsche nel tema d'italiano a carattere storico-filosofico) o con la biondina sexy del banco accanto al tuo, che ha preso 78 dopo aver infinocchiato per tre anni il prof. di diritto sbattendo languidamente le sue lunghe ciglia.
Vi risparmio il calcolo dettagliato attraverso cui si arriva a questi punteggi, sommando cifre parziali degne dei risultati di un' analisi del sangue (tipo: i valori normali dei poligliceridi ABCD vanno da 25 a 40, quindi se sei > oppure < corri subito dal medico, a meno che i polisaccaridi DCBA non restino fra 30 e 45).
Mi limito a tirare un sospiro di sollievo perchè quella testona un po' pigra e un po' superficiale della mi' figliola ce l'ha fatta, ed ora guardo con aria di sottile compatimento le genitrici degli alunni di quarta, destinati all'immolazione l'anno prossimo. Chissà, da qui ad altri 10 mesi potrebbe capitare -improvvisa ed improvvida- una nuova circolare ministeriale, che magari gonfierà ulteriormente i tempi e i costi di questi immaturi esami di maturità, prevedendo forse una quarta, micidiale prova pratica: qualcosa come riempimento e vuotatura dello zaino in meno di 30 secondi -lettore cd e dvd, palmare, cellulare con fotocamera e i-pod compresi- o capacità di prendere appunti di senso compiuto da una prof. d'italiano dalle qualità didattico-oratorie tanto contorte e soporifere che -ci scommetto la mia laurea- persino il buon Garrone del deamicisiano Cuore, colto da una crisi di nervi, l'avrebbe centrata in piena fronte col tipico, pesantissimo calamaio dell'epoca!




3 commenti:

Solimano ha detto...

Ti sarei messa tranquilla, Roby, e mi fa piacere, però non ho voglia di scherzare su un tema del genere. Da almeno vent'anni l'esame di maturità è utile solo in una cosa, mia personale. Che per tre ore mi diverto a farmi la versone dal latino in italiano senza vocabolario, secondo il metodo che mi insegnò Giorgia Melchiorri. Generalmente, verificando alla fine con la versione corretta, prenderei un voto alto. Cosa vuol dire una insegnante intelligente e che ami il suo lavoro...
Giorgia diceva anche che la Montessori, con le sue stanzette con le maniglie a portata dei bambini, aveva torto marcio, perché la vita è com'è e così ce ne si accorge troppo tardi.
Adesso si impone la scelta: laurea di chiacchiere o laurea di sostanza. Ma con la storia della laurea triennale stanno diventando tutte di chiacchiere...

saludos y besos
Solimano

Habanera ha detto...

Si studia sempre meno e sempre peggio e non c'è laurea, oggi, che dia la certezza di trovare subito lavoro. Poveri ragazzi,
non c'è da meravigliarsi che siano così demotivati.

Un bacione alla pargola e alla mamma
H.

Anonimo ha detto...

Ancora oggi è oggetto di incubi: devo studiare la matematica perchè non mi ricordo più niente, nè le funzioni, nè la statistica, nè la trigonometria, e quando arriva il foglio invece dei numeri sopra ci sono dei codici babilonesi e la prof che mi fa:
-E allora? Guarda che c'erano nel programma!

Poi mi sveglio, e sono una libraia e l'esame l'ho già fatto 16 anni fa e non ci devo pensare più. Sospiro di piacere, inveisco contro la cena troppo pesante e mi giro dall'altra parte :-)