lunedì 9 giugno 2008

Donne [molto] pericolose


Anselm Friedrich Feuerbach: Paolo e Francesca, 1863
Private collection


Donne [molto] pericolose

di Stefania Mola



"Gli uomini non vogliono essere toccati nel cervello da una donna, bensì altrove"
(Gottfriend Benn)



Tempo fa, in occasione della sua uscita in lingua originale, “adottai” nel blog la copertina di questo libro insieme al suo titolo (che sentivo particolarmente vicino al mio pensiero e sensibilmente aperto ad un gran numero di interpretazioni). Ora che il suddetto libro è disponibile anche in italiano prendo nota di alcune perplessità: ho trovato – ad esempio – inutile e troppo autoreferenziale la breve prefazione di Daria Bignardi, e decisamente scorretta la sistemazione nella bandella destra dei suoi dati biografici, a precedere quelli dei due autori, Stefan Bollmann e Elke Heidenreich.

Jean-Étienne Liotard: Marie Adalaide, 1753
Galleria degli Uffizi, Firenze

Ma mi godo soprattutto la straordinaria galleria di ritratti di lettrici che rendono queste pagine così dense e “parlanti”.
Di una parola tutta affidata alle nostre personali considerazioni, giacché il tema presuppone ed esalta circostanze di intimità silenziosa e riflessiva tutta raccolta intorno ad una sostanziosa carrellata di dipinti.

Pieter Janssens Elinga: Reading Woman
Alte Pinakothek, Munich

Otto secoli di immagini e di donne che leggono o che intrattengono con la lettura e i suoi rituali un rapporto particolare, rivoluzionario ed esclusivo. Donne che non si annoiano mai, che hanno sempre una via di fuga e una prospettiva ribaltabile, capaci di cadere nella rete della parola scritta, dissotterrarla, preservarla quand’anche libri e anime fossero fatti a pezzi. Donne pericolose per chiunque tema che le domande rimettano in discussione le regole radicate. Perché queste donne possono disporre del proprio corpo qui e della loro mente altrove, in luoghi dove nessuno può seguirle. Possono stare da sole, coltivare la fantasia e l’autostima, dimenticare spazio e tempo, imparare a ricucire gli strappi della propria esistenza e a plasmare il proprio destino. Sciogliendo i vincoli di un ruolo per acquisire un’identità, avida e incontrollabile.

Hugo van der Goes: Sts. Margaret and Mary Magdalene
with Maria Portinari, 1476-1479

Tra le lettrici “di talento” vi è la fiera e monumentale santa Margherita di Hugo van der Goes, con un libro che è un'arma letale per il drago ai suoi piedi. Tra quelle “stregate” da un legame che sfugge al controllo altrui e regala uno spazio di impagabile libertà (inaccessibile a chi non ne detenga le chiavi) vi è la domestica di Pieter Janssens Elinga, dimentica dei suoi doveri e concentrata in prima istanza a soddisfare il suo bisogno di leggere. Tra le lettrici “consapevoli” troviamo invece l’esotica bellezza della Madame Adélaïde di Jean-Étienne Liotard, e tra quelle "sensibili" – aiutate dai libri a nutrire la propria vita emotiva e ad ampliare le proprie possibilità di percezione – la Francesca da Rimini di Anselm Feuerbach, colta sul limes instabile che separa il silenzio e la contemplazione dall’erompere della passione.

Peter Ilsted: A Girl Reading in an Interior

E ancora. Le lettrici “appassionate” alla ricerca di se stesse e quelle “solitarie” insieme alle loro piccole fughe e alle domande disseminate tra le pagine. Tra le prime non può mancare l’energica fanciulla di Vittorio Matteo Corcos, tra le seconde la ragazza di Peter Ilsted rifugiata tra i bisbigli sommessi delle parole, rincorsa dal fascio di luce che filtra dalla finestra e votata ad una sorta di nostalgia dell’angolo appartato.

Ramón Casas y Carbo: Après le bal , 1895
Montserrat (Catalogne), Museo de la Abadia

Non mi convince la scelta dell’immagine di copertina con la giovane donna di Ramón Casas y Carbo, sfinita dalla fatica del ballo e abbandonata su un divano; non quanto quella dell’edizione tedesca, a mio avviso perfettamente coincidente con quanto evocato dal titolo. Una donna la cui consapevolezza (adombrata dallo sguardo, dalla posa, dal gesto) si nutre anche di quei libri che ha appena riposto e che le sono accanto – ma soprattutto dentro – tanto che pare di riuscire a sentire il rumore dei suoi pensieri. Libri che smentiscono il titolo del quadro, Sogni. Perché i libri possono nutrire i sogni ma nel contempo spalancano orizzonti al di là dello stato di innocenza, e ciò che passa per la testa tradisce aspettative, ruoli e regole. Un prezzo che vale la pena di pagare. In tal senso ha ragione chi sostiene che le donne che leggono sono pericolose: soprattutto per se stesse.

(16 Marzo 2007)

Da Squilibri


Vittorio Matteo Corcos: Sogni, 1896
Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna


6 commenti:

Solimano ha detto...

Daria Bignardi ha sicuramente molte belle qualità -non solo l'aspetto- ma è una che sgomita da tutte le parti, invece di starsene contenta nell'angoletto confortevole in TV.
Come i condottieri romani, durante i trionfi, avevano a fianco lo schiavetto accucciato che sussurrava: "Ricordati che sei un uomo", così la Bignardi dovrebbe avere sempre vicina la prezzemolina -o il prezzemolone, par condicio- che le sussurri: "Ricordati che hai condotto una edizione del Grande Fratello". Troppa troppa troppa.
Riguardo le immagini, che sono tutte belle, ci mancherebbe, ci sono due capolavori: il Liotard e il van der Goes, di cui spesso ci si dimentica, perché il suo capolavoro non è nei Paesi Bassi ma a Firenze, ma che sicuramente ha molto impressionato i pittori di Firenze in quegli anni, secondo me li ha messi pure in crisi.
Però la signora che vorrei conoscere (per farmi toccare il cervello, naturalmente) è quella di Cercos che sta in fondo al post.
Faccio un rimprovero generico alle donne lettrici; le vedo un po' troppo favorevoli a romanzi e poesia, e comunque a roba degli ultimi due secoli. Mi piacerebbe, sempre generalmente e genericamente, che ampliassero un po' il giro.
Però la frase di Benn di fondo è inesatta, il suddetto è un po' carente in neurologia, perché tutti i toccamenti arrivano al cervello, quindi la scelta a sisposizione delle donne è molto ampia, e come se toccassero sempre il cervello.

grazie Habanera e Stefania e saludos
Solimano

Anonimo ha detto...

Caro Solimano,
non credo che le donne lettrici siano facilmente assimilabili tra loro. Personalmente, ad esempio, il tuo "rimprovero" mi fa sorridere (ma noi non ci conosciamo, e – per scelta – di me e delle mie abitudini racconto la metà delle cose che so. E anche meno). :)

Quanto a Benn... bah. È indubbio che una donna lettrice renda l'uomo "sospettoso", quando non intollerante. Certo, al di là del cervello e dell'anima, la scelta per un contatto resta ampia, ma anche priva di effetti collaterali. Troppo facile... ;)

Solimano ha detto...

Stefania, lo so che sono stato un po' malizioso, però penso che puoi capirmi. Il punto chiave è che, ormai da tempo, non si può credersi colti se non si è vasti. Quindi non puoi parlare di cinema senza stabilire nessi con letteratura, psicologia, politica, musica, società. Idem per la letteratura, con una giunta di autoreferenzialità, come aveva la teologia verso la filosofia nel medioevo. Ce l'ho, la controprova. In rete, è possibile non di rado trovare le recensioni dei film scritte a caldo, appena quel film uscì nelle sale. Nei critici cinematografici professionisti trovi degli sfondoni incredibili, spesso verso giovani registi emergenti (Bergman, Antonioni, Fellini etc). Ma qualcuno non ha fatto sfondoni, non perché è stato sul generico, che son buoni tutti, ma perché si è accorto da subito delle cose importanti che c'erano in quel film. Due esempi: Moravia ed Eco. Anche Flaiano (non sempre).
Il modo migliore per mettersi in uno stato d'animo ricettivo per poter apprezzare al meglio La dolce vita, può essere quelllo di leggersi prima cinquanta versi delle Georgiche in latino, o ascoltare il KV466 di Mozart. D'altra parte, le Muse stavano insieme per farsi compagnia, non è che quella della Poesia andasse in giro sola: c'è sempre il rischio di incontrare dei malintenzionati, ad andare in giro sole. Potrebbero volersi prendere qualche libertà -col cervello, naturalmente.

Saludos
Solimano
P.S. Dovrò ripassare, delle Muse ricordo qualche nome ma mi sono saltati gli abbinamenti col mestiere che facevano.

Habanera ha detto...

Sol, hai letto l'ultimo Punto di fuga di Stefania?
Sono sicura che ti interesserà perchè si parla di una tua vecchia conoscenza: Carlo Crivelli.
Troverai il link nella colonna qui a destra, tra i Miei Preferiti.
H.

Roby ha detto...

Ho avuto da poco un incontro a quattr'occhi con la Maria Adelaide di Liotard... ma il suo sguardo, a dire il vero, è rimasto concentrato sul libro (che si presume interessantissimo) indolentemente stretto fra le dita...

Saluti, cara Stefania, e complimenti per il post!!!

Roby

Rosie ha detto...

Post stupendo davvero!
Il quadro del "Sogno" di Corcos l'ho visto dal vivo.. un emozione pazzesca!
http://artsandco-rosie.blogspot.com/