sabato 17 maggio 2008

FAVOLE ANIMATE




FAVOLE ANIMATE

di Barbara Cerquetti
(Woodstock74)




Lilli e Franti, da un paio di anni a quella parte, avevano dato il via ad una simpatica iniziativa: ogni domenica pomeriggio mettevano in scena una favola animata dentro la loro libreria.
Il loro negozio aveva una sezione molto grande dedicata ai libri per l’infanzia, un po’ perché era un settore che tirava, un po’ perché erano convinti che i lettori bisogna formarli fin da piccoli e un po’ perché Lilli non era stata più la stessa dopo che aveva visto il film “C’è posta per te” .
Certo non era ancora arrivata al punto di mettersi in testa un cappello da fata (anche se in cuor suo ogni tanto ci faceva un pensierino), ma ci era andata vicino quando ad Halloween si era travestita da strega pasticciona, oltretutto divertendosi un mondo. In ogni caso, dopo aver visto quel film aveva deciso di portare quella filosofia nel loro paesino per poter affezionare alla lettura tutti i piccoli che ne avessero avuto voglia.


E poi si può dire che Lilli era la persona più esperta di letteratura per l’infanzia di tutta la provincia di Macerata, quindi non c’era nessuno più adatto di lei per fare una cosa del genere.
Era una grande appassionata, ne conosceva tantissimi, ne leggeva in continuazione di nuovi, si divertiva da matti ed era sempre aggiornata sulle ultime uscite.
Spesso Franti se ne stava tranquillo a badare ai fatti suoi in cassa (questo vuol dire che stava su internet per reperire qualche libro fuori catalogo dal ’63 oppure stava su internet a rispondere a qualche e-mail di clienti che volevano un libro fuori catalogo dal ’62-che l’edizione del ’63 non era la stessa cosa- oppure stava su internet a giocare a Travian) e tutto ad un tratto dai meandri più reconditi del negozio si sentiva un clamoroso AHAHAH che lo faceva sobbalzare fino al soffitto.


Andava a controllare e puntualmente scopriva Lilli, acquattata su uno sgabellino del reparto bimbi, china sulla sua ultima scoperta.
-Ma lo hai visto questo?- gli chiedeva ogni volta, con le lacrime agli occhi e poi, senza aspettare la risposta, gli leggeva qualche brano di storie in cui i ceffi dai nomi più strampalati venivano sconfitti da orfanelle buone, giganti gentili e regine d’Inghilterra. Insomma storie così, su questo tono.

L’ultima volta aveva preso “Sei un mostro mister Gum” e nel leggerlo aveva riso così tanto che le era venuto un mezzo attacco d’asma.

La ragazza aveva poi coinvolto nel progetto la sua amica Delfina, detta Delfi, che essendo di Loreto potremmo definire come la persona più esperta di letteratura per l’infanzia di tutta la provincia di Ancona.
Il titolo regionale se lo contendevano.


Ora occorre aprire una parentesi.
Nella famiglia di Lilli tutte le donne avevano un nome di fiore: Liliana detta Lilli, Margherita detta Emma, la mamma Edelweiss, la nonna Rosa.
Nella famiglia di Delfi invece imperversavano i nomi di animali: Delfina, sua sorella Vanessa, la mamma Leona, la nonna Gazzella (doveva essere Graziella, ma l’impiegato dell’anagrafe quel dì scordò gli occhiali a casa) e addirittura nonno Lupo.

Visto i rispettivi alberi genealogici Franti aveva ribattezzato la loro società “Serra & Serraglio”.

Quindi ogni domenica la “Serra & Serraglio”, cioè Lilli e Delfi, mettevano in scena una favola animata: Delfi, che aveva studiato un po’ di dizione e improvvisazione teatrale, leggeva alcuni brani del libro di turno poi Lilli, più portata per le cose manuali, faceva fare un lavoretto con forbicine e colla. Alla fine, come ogni tradizione italiana che si rispetti, tutto finiva a tarallucci e vino anzi, vista l’età dei partecipanti, a pizza e succo di frutta.


Di solito il giorno prima tra Lilli e Franti avveniva il seguente siparietto.
- Amore, hai mandato la newsletter per avvisare che domani c’è la favola animata?
-Ma a che serve?- chiedeva Franti. –Tanto ormai lo sanno tutti.
-Lo so ma è sempre meglio che glielo ricordiamo- insisteva Lilli.
-Sono due anni che la facciamo tutte le sacrosante domeniche.
-Dai su – incitava lei.
-E va bene. Che ci scrivo?
Lilli ci pensava un attimo, poi diceva:
-Dunque, mettila così: “Avvisiamo la gentile clientela che domani, domenica 13 Aprile, come di consueto alle 17.30 ci sarà l’appuntamento con la FAVOLA ANIMATA. -“favola animata” scrivilo maiuscolo, mi raccomando, così spicca- Stavolta leggeremo “Clorofilla dal cielo blu” di Bianca Pitzorno, una dolcissima storia a sfondo ecologico e poi,come sempre, seguiranno attività, giochi e l’immancabile merenda. Accorrete numerosi, vi aspettiamo”. Hai capito bene, Franti?

-Sì, tutto chiaro.

Questa era l’email che i clienti ricevevano di solito:
“ Domani c’è la FAVOLA ANIMATA. Non mancate”.
"Favola animata" era rigorosamente in maiuscolo, così spiccava.

Da Lavoretti

6 commenti:

Solimano ha detto...

Barbara, quella dei nomi strani è diffusissima in Emilia-Rimagna, io ad esempio ho una mamma Domitilla, una sorella Fiora e uno zio Otello (che tutti lo chiamavano Valter, un probabile diminutivo). Poi c'era il prozio Mamante e l'altro prozio Ildebrando.
Ho conosciuto uno romagnolo, di famiglia chiaramente anticlericale che di nome era Ateo (penso non battezzato).
Il meglio era in provincia di Reggio Emilia, dove non volevano mettere nomi di santi, ed ho conosciuto Velles (Welles) e Iames (James), pronunciati come ho scritto: Velles e Iames. E c'erano molti Aramis e Athos (Porthos molto meno).
Il massimo erano i fratelli Dieci (Dieci come cognome), che si chiamavano Primo, Secondo, Terzo, Quarto etc.
Poi arrivò il tornado delle Deborah (con l'acca così spiccava) e Samantha (idem) che rase al suolo tutto, e fu un peccato.
Uscì un bel libro, scritto da un mio collega di lavoro, intitolato "I nomi dei bolognesi" con l'aiuto della anagrafe computerizzata. Due cose interessanti: si vedeva la diminuzione del nome "Maria" per fascia d'età, sessantenni, cinquantenni, quarantenni etc etc. e poi c'erano i nomi ambigui. Eros ad esempio era un nome ambiguo, a Bologna erano in quindici a chiamarsi così, nove uomini e sei donne. Mentre Enea non era ambiguo: tutte donne.

grazie e saludos
Solimano

Giuliano ha detto...

Per me il posto "mitico" era la cartoleria: librerie nei paesi non ce n'erano, bisognava andare a Como. Nelle cartolerie nessuno faceva spettacolini, le mie cartolaie erano tutte signore che pensavano a mandare avanti il negozio, e basta. Però c'erano i libri, e a me bastava anche se costavano sempre troppo (ma me li comperavano lo stesso, perché leggere era considerato cosa positiva).
Solo quando avevo 14 anni aprirono la biblioteca in paese; funziona ancora ma ormai quando voglio muovermi in mezzo ai libri vado a Milano, che lì ce ne è di roba.
Però non ho mai trovato una libreria con la libraia simpatica, peccato. (Librai sì, libraie un po' meno).

Roby ha detto...

Nomi strani: in famiglia ne vantiamo parecchi, da Adone a Pasquarosetta, da Francelina a Lubiana, passando attraverso una zia Aman pronunciata -alla fiorentina- "àmanne".

Libri e librerie: posti deliziosi (come pure le cartolerie, concordo con Giuliano) per piccoli topi di biblioteca qual ero io da piccina.

I post di Barbara: una garanzia!!!! Questo l'avevo già letto sul suo blog, ma lo rileggerei 600 volte...

Incipit & explicit

Roby

Habanera ha detto...

Questo è un post che non mi stancherei mai di rileggere.
Una libreria con una grande sezione dedicata ai libri per l'infanzia, due protagonisti (Lilli e Franti) simpaticissimi ed allegri, la FAVOLA ANIMATA (maiuscolo, così spicca) che rallegra il pomeriggio domenicale di tanti piccoli lettori. E sullo sfondo l'adorabile Meg Ryan, deliziosa ed indimenticabile libraia nel film C'è post@ per te.

Grazie, Barbara, per tutte le piacevoli, belle letture che ci regali.
H.

Anonimo ha detto...

Grazie ragazzi per aver pubblicato questo mio brano sul vostro blog.
Scusate se ultimamente non mi sono fatta vedere, tornerò presto all'attacco (spero :-) ).

sgjlouytgbvddhk.oyfc vs
kmkluy vv vyv yvuubuubbuuuuuuubbbbbbb


(questo l'ha scritto Sofia Luna)


Le immagini che accompagnano il racconto sono fantastiche. La foto della libreria sembra proprio la mia (perfino lo sgabello, ma io ho anche quelli piccolini dell'ikea!!!)
Grazie ciao :-)

Habanera ha detto...

Cara Barbara, sono contenta di avere azzeccato l'immagine della libreria. Ce ne sono parecchie in rete ma questa corrispondeva più di altre all'idea che mi sono fatta della libreria di Lilli e Franti.
Sulla foto di Meg Ryan in "C'è post@ per te" non avevo dubbi, sapevo che ti sarebbe piaciuta.
Vedo che Sofia Luna ha già voglia di scrivere, come la sua mamma.
Un grosso bacione a te e a lei.
H.

P.S. Ero venuta sul tuo blog per avvisarti di questa pubblicazione ma ho notato che eri assente da qualche giorno; ho preferito lasciarti in pace ed aspettare il tuo ritorno.
Ciao e grazie.