National Gallery, Londra
(Confessioni di un poeta finto - 1)
di Solimano
Limpido sguardo amato
Estenuante
Come ansia lunga
Il cuore te cerca
Invano.
Lontana rondine sei
Lietamente
Di là del mare fuggita
Nell’aria serena volando
Felice.
Dietro questi dieci versicoli di dolcezza cogliona campò per tre anni la mia ingiustificata autostima di adolescente che non sapea guardar negli occhi le compagne di classe, le quali se n’erano accorte dopo 10 minuti, e perciò stesso mi guardavano negli occhi, le maliarde! I dieci versicoli non li raccontavo a nessuno, erano il mio consolatorio segreto, e persistetti:
Nella valle notturna
Colma
Di suoni minuti
E di silenzi dolci,
Canta
L’usignolo.
Sui fiori del mandorlo
Da poco sbocciati
Risplende
La sua voce
Luminosa.
Ma chi l’avea sentito mai, desso rosignuolo? Una volta sì lo sentii, anni dopo, e me la presi perché non mi lasciò dormire. A non parlar dei mandorli, che non so tuttora dove sorgano e come crescano, i loro fiori poi men che meno: esistono? Di che colore sono? Mbah! Eppoi, quale minuteria di suoni, passavano i treni, vicino al casello ferroviario e i silenzi diurni e notturni erano visitati da vespe perigliose e voracissime zanzare, altro che dolci. Gaglioffe prodezze seguirono, c’è un tempo per ogni cosa.
3 commenti:
Trovo oltremodo "amusante" l'imago di te intento a maledire l'impertinente rosignuolo notturno....
...con ansia attendo altre autentiche prove del Finto Poeta.
Roby
Roby, questo è solo l'inizio. Preparati che ne vedrai delle belle.
In tutti i sensi...
H.
Per forza ce l'avevo coll'usignolo! Queste due brevi poesie le ho scritte s quindici anni, proprio quando avevo cominciato a lavorare d'estate a turni allo zuccherificio, e di dormire avevo bisogno. Guardate che desso rosignuolo è una bestia piccolina, ma ha una voce che si sente! Canta benissimo, dopo tutto, non ci sono paragoni...
saludos y besos
Solimano
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