lunedì 21 gennaio 2008

La fetta di pane




La fetta di pane

di Letizia Ricci



Prendi una fetta di pane e comincia col guardarla, scoprirai una serie di variazioni di colore legate certamente alla cottura, più o meno uniforme, ma anche alla buona lievitazione, al sale, alla qualità della farina e alla dose d'acqua evaporata nel forno, potresti anche risalire alla dose d'acqua iniziale.
Poi potresti annusarla. La crosta ha un odore diverso dalla mollica.
L'odore è diverso anche tra la parte soprastante e quella sottostante della fetta.
A volte in quella in basso, se cotta al forno a legna, si sente ancora l'odore del carbone, materializzato da qualche piccolo puntino nero.
Poi devi cominciare a toccarla. Ogni volta con un dito diverso, perché le dita non hanno tutte la stessa sensibilità, non sono abituate a toccare le stesse cose nello stesso modo. Ogni dito dunque ti rivelerà qualcosa di diverso. Il pollice, ad esempio, è goffo nei riconoscimenti. Lui è un tipo un po' sbrigativo, un acchiappatore. Il lavoro di fino lo faranno, con intensità sempre maggiore, prima l'indice, poi il medio, l'anulare ed infine il mignolo. Lui, gracilino e leggero, sarà quello che ti darà il maggior numero di nuove informazioni.
Conformazione della crosta, asperità, affossamenti, mollezza indesiderata. Poi passando alla mollica, con poche bolle scendendo a sud, dove il pane è buonissimo ma ha la mollica densa, sentirai tutti i piccoli picchi ruvidi, scoprirai che la mollica non è affatto morbida, anzi.
È arrivato il momento di accostare la fetta alle labbra.
Ma stai fermo e aspetta un attimo! Non morderla!
Che diamine, un po' di pazienza. Cerca di fare lo stesso lavoro delle dita, ma con le labbra. È una sensazione molto diversa. Perché tutta la finezza che perdi nell'accertare la conformazione, la recuperi con un primo anticipo di sapore.
Infine ecco il primo morso.
Ti sei accorto di quanto poco ci soffermiamo di solito a gustare gli alimenti con i denti? I denti, non la lingua.
I denti poveri cristi hanno molta sensibilità, non solo quando sono cariati. Anche loro sono capaci di distinguere mollica da crosta, ancora meglio, granulometria dell'una e dell'altra, quasi fino a risalire alla materia prima.
Infine la tua lingua si approprierà di questo sapido boccone, talmente desiderato, voluto, gustato, che nel palato procurerà la gioia di un cioccolatino che fonde, lo stesso immenso piacere di un sorso di vino fresco appena hai mangiato un pasto delizioso.
Era una fetta di pane, è diventata una festa.
Buon appetito.



4 commenti:

Solimano ha detto...

Questo brano di Letizia lo lessi quando lo pubblicò la prima volta, e mi piacque molto per la sinteticità efficace, perché pur essendo breve di cose ne dice tante. Ma quello che mi impressionò di più, e di cui forse ho poi tenuto conto, è l'attenzione a quello che succede a 'sta benedetta fetta di pane ed al beato fruitore (o fruitrice) di essa. Sembra ovvio, ma non lo è manco pe' gnente, perché a una attenzione di questo tipo non ci siamo più abituati, quindi ci perdiamo il meglio della festa che ha da essere lucidamente epicurea. Una festa globale che ci arriva però nei dettagli di ogni briciola di mollica e di crosta. Tendiamo ad abbandonare la concretezza per rifugiarci in un porto tranquillo di banalità aggettivante, di generica sensibilità, mentre le cose si fanno magari in pochi minuti, però con passettini ognuno indispensabile e tutti goduriosi.

saludos y besos
Solimano

Anonimo ha detto...

Il pane spesso passa inosservato, come altre cose importanti della vita, accade quando si vive senza pensare a quel che si fa e a quel che ci circonda. Il pane profumato è una grande consolazione, per gli occhi, per il palato, per l'olfatto, senza pane non mi sembra nemmeno di aver mangiato.

Habanera ha detto...

Ombra, non so più da quanto non mi capitava di ridere così di gusto e ti assicuro che non ho la risata facile.
No, non per il tuo commento sul pane ma perchè ho appena visitato il tuo blog. Ti ringrazio per questa tua visita che mi ha permesso di scoprirti e di ridere fino alle lacrime leggendo i tuoi post. Vado immediatamente a linkarti tra i miei preferiti e già pregusto il piacere di tornare con più calma sul tuo blog e di leggere tutto.
Ciao!
H.

Roby ha detto...

La fetta di pane era davvero SAPORITA! E poi, sgranocchiarla sbirciando il blog di Ombra è stato ancora meglio!

Roby