Sì, nevica, non troppo, quel tanto che basta per coprire tutto di un velo sottile di bianco, e lasciare scoperti a metà i rami, brizzolare il ciglio delle strade, lasciare sporco l'asfalto dove cammini e candido tutto intorno.
Il cielo è plumbeo, e mi pare più bello di ieri, quando era blu, terso, prepotente. Nel grigiore svettano tutti i rami secchi, le foglie a terra non ci sono più, ormai sono concime, e mi ritrovo improvvisamente ad amare questa città, questa campagna, tutto stretto in una valle stretta.
Oggi tornando a casa e guardando la strada dinanzi a me, col suo muretto di pietra pieno di muschio appena coperto di neve, gli ippocastani nudi, un po' tozzi e rozzi sfidati dal salice che pure senza foglie si lascia cadere in quei rami sottili che sembrano capelli, elegante lui, ecco mi pareva di vedere un quadro che ho negli occhi e di cui non ricordo l'autore, un quadro impressionista che non mi ha mai comunicato tristezza ma solo calore, il senso di casa, la voglia di entrarci dentro e camminare lungo quel viale lungo, di fermare quel passante dalla schiena curva. Sono entrata nel quadro. Nei suoi colori scarni e nel suo orizzonte che fotografa il "senso di casa" che non si materializza in nulla se non nelle nostre emozioni.
A volte l'assenza di colore fa bene, fa pure allegria. Come l'assenza di rumore. Sembra uno scatto al foto finish, tutto fermo, solo pochi istanti, ma fermo.
Poi ho trovato questa poesia, è di un giovane poeta francese, e mi è parsa bellissima.
"Tutto l'azzurro che c'era
tra lo stagno e il muro
tra l'oracolo di un silenzio
e quello del vecchio susino
Tu sceglievi una pietra
Per credere
alla propria gioia
essa diveniva più grave
del giorno."
(Christian Viguié, estratti)
2 commenti:
tanti auguri di un sereno 2008, prolifico di belle cose, ospitate qui
remo bassini
Caro Remo, gli auguri sono più che ricambiati, e di cuore.
In quanto al post di Letizia, che dire... ho solo anticipato di qualche ora l'evento; sentivo che la neve stava arrivando, anche prima di ascoltare le previsioni meteo. Tu chiamalo, se vuoi, il senso della neve di... Haba.
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