giovedì 29 novembre 2007

Non andartene, amore...


René Magritte: Gli amanti


Non andartene, amore...

Rabindranath Tagore


Non andartene, amore, senza avvertirmi.
Ho vegliato tutta la notte e ora i miei occhi sono pesanti di sonno.
Ho paura di perderti mentre dormo.
Non andartene, amore, senza avvertirmi.

Mi sveglio e stendo le mani per toccarti.
Ti sento e mi domando: "È un sogno?"
Oh, potessi stringere i tuoi piedi col mio cuore e tenerli stretti al mio petto!
Non andartene, amore, senza avvertirmi.



Dimmi se tutto questo è vero

Dimmi se tutto questo è vero,
amore mio,
dimmi se questo è vero.

Quando i miei occhi lampeggiano,
le oscure nuvole,
nel tuo petto,
danno risposte tempestose.

È vero che le mie labbra
sono dolci
come l'inizio del primo amore?

Che i ricordi di svaniti
mesi di maggio
indugiano nelle mie membra?

Che la terra, come un'arpa,
vibra di canzoni
al tocco dei miei piedi?

È poi vero che al mio apparire
la rugiada
cade dagli occhi della notte
e la luce del giorno
è felice quando avvolge con gioia
il mio corpo?

È vero, proprio vero
che il tuo amore vagò solitario
attraverso epoche e mondi
in cerca di me?

E che quando finalmente
mi hai trovato
il tuo vecchio desiderio
trovò una pace perfetta
nel mio parlare gentile,
nei miei occhi, nelle mie labbra
e nei miei capelli fluenti?

È vero, dunque, che il mistero
dell'infinito
è scritto sulla mia piccola fronte?

Dimmi, amore mio,
se tutto questo è vero.



Qualcuno mi ha segretamente

Qualcuno mi ha segretamente
lasciato in mano un fiore d'amore.
Qualcuno mi ha rubato il cuore
e l'ha sfogliato in cielo.
Io non so se l'ho trovato o se vado
a cercarlo ovunque e se c'è un tremore
di gioia o di pena.



Chiederei ancora qualcosa

Chiederei ancora qualcosa
se possedessi il cielo,
le sue stelle
e il mondo
con le sue infinite ricchezze.

Sarei però contento anche d'ogni
piccola cosa
se lei fosse mia.



Parlami, amore mio!

Parlami, amore mio!
Dimmi a parole quello che hai cantato.
La notte è buia.
Le stelle si nascondono tra le nuvole.
Il vento soffia tra le foglie.
Scioglierò i miei capelli.
Il mio mantello azzurro mi avvolgerà
come la notte. Stringerò la tua testa
al mio petto; nella dolce solitudine
sospirerò sul tuo cuore.
Socchiuderò i miei occhi e ascolterò.
Non ti guarderò il viso.
Quando le tue parole cesseranno,
staremo fermi e in silenzio.
Solo gli alberi bisbiglieranno nell'oscurità.
La notte impallidirà.
Spunterà l'aurora.
Ci guarderemo negli occhi
per l'ultima volta e andremo ognuno
per la sua strada.
Parlami, amore mio!
Dimmi a parole quello che hai cantato.



Se vuoi così, smetterò di cantare.

Se vuoi così, smetterò di cantare.
Se fa sussultare il tuo cuore,
distoglierò i miei occhi dal tuo volto.
Se ti fa trasalire all'improvviso
mentre passeggi, mi trarrò in disparte
e prenderò un'altra strada.
Se ti confonde mentre intrecci i fiori,
eviterò il tuo giardino solitario.
se troppo agita l'acqua,
non vogherò vicino alla tua spiaggia.


(da "Il Giardiniere")

Gustav Klimt: Il bacio


3 commenti:

Giuliano ha detto...

Parlami, amor mio ! Dimmi a parole
quel che cantasti.
...
(Il Giardiniere, XXIX)

Se vuoi così, smetterò di cantare.
Se fa sussultare il tuo cuore,
distoglierò i miei occhi dal tuo volto.
Se ti fa trasalire all'improvviso,
mentre passeggi, mi trarrò in disparte
e prenderò un'altra strada.
Se ti confonde mentre intrecci i fiori,
eviterò il tuo giardino solitario.
Se troppo agita l'acqua,
non vogherò vicino alla tua spiaggia.
(Il Giardiniere, XLVII )


A mezzanotte, colui che voleva essere asceta
annunciò: « Questo è il tempo di lasciare
la mia casa, e andare di Dio in cerca.
Ah, chi tanto a lungo in quest'illusione mi trattenne? »
Dio sussurrò: « Io. » -
ma l'uomo aveva le orecchie turate.
Con un bimbo addormentato al seno
sua moglie dormiva tranquilla
su un lato del letto.
L'uomo disse: « Chi siete voi,
che per tanto tempo m'avete ingannato ? »
Ancora la voce mormorò:
« Essi sono Dio. » -
ma egli non intese.
Il bimbo pianse nel sonno e si strinse
accanto alla madre.
Dio comandò:
« Fermati, sciocco, non abbandonare la tua casa ! » -
ma ancora non udì.
Dio disse tristemente, sospirando:
« Perché il mio servo m'abbandona
per andare a cercarmi ? »
(Il Giardiniere, LXXV )

Habanera ha detto...

Colgo al volo il suggerimento ed aggiungo altre due poesie con un sentito grazie! e un abbraccio a Giuliano.
H.

Solimano ha detto...

Sono diffidente verso poesie che abbiano la tipologia di argomenti di quelle di Tagore, in genere le trovo sentamentalistiche, lungagnone e pure false (volutamente od ingenuamente), ma è proprio per Tagore che faccio un'eccezione, sia per la qualità della sua gentilezza amorosa, che traduce con naturalezza il sentimento in natura e in gesto (sono ben altro che metafore, le sue), sia perchè Tagore era uno che tante cose non le diceva, ma le faceva, tipo l'Università (in India, in quegli anni!) che prescindesse dall'appartenenza di casta. Una Università che esiste tuttora. Aveva anche un bellissimo viso che corrisponde del tutto a quello che ci si aspetta leggendo le sue poesie e conoscendo quello che ha fatto, prima o poi troverò una bella immagine e la porterò qui, nel Nonblog di Habanera.

saludos
Solimano