domenica 28 ottobre 2007

Informazioni





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di Roby



In tutti i viaggi è un classico: prima o poi arriva sempre il momento in cui ci si ferma, a piedi o in macchina, ci si guarda intorno dubbiosi e si comincia ad annaspare, dispiegando il più possibile la cartina topografica e tentando caparbiamente di orientarsi nel dedalo colorato di strade, incroci, deviazioni, uscite autostradali. Non c’è navigatore satellitare che tenga: la crisi del “ma-dove-cavolo-mi-trovo??” giunge puntuale a ricordarci che non siamo infallibili, per quanto perfezionate possano essere le risorse tecnologico-informatiche su cui abbiamo impostato il percorso.
Però - grazie al cielo - è altrettanto scientificamente provato che non siamo soli su questo pianeta.
Ho avuto riprova di quanto sopra in almeno due occasioni, durante l’ultima vacanza in terra di Francia. La prima nella campagna presso Caen: mentre - chiusi nella nostra Hyundai, sotto una pioggerellina ostinata - consultavamo la carta per decidere se visitare un non meglio identificato castello o prendere la strada verso il nord e puntare verso Cap de la Hague, un sottile ticchettìo sul vetro ci ha fatto sussultare tutti e tre all’unisono. Il distinto signore in motocicletta che si era fermato al nostro fianco ci sorrideva, amichevolmente. “Est-ce que vous cherchez quelque chose?” (Cercate qualcosa ?) ci ha chiesto, una volta abbassato il finestrino, fugando col suo tono di voce tranquillo ogni nostro residuo timore di tentativi di rapina, scippi et similia.


Ugualmente deliziosa l’attempata signora del distributore poco fuori Grenoble, venuta spontaneamente in nostro soccorso dopo aver intuito ad un primo sguardo che non sapevamo più dove sbattere la testa (o meglio, il navigatore, del tutto inadeguato in quel frangente). Un paio di frasi metà in italiano metà in francese, tre o quattro sorrisi, una risatina simpatica e infine la strada per raggiungere la Grande Chartreuse era chiarissima: tutto diritto e poi alla rotonda in fondo “tournez à gauche… a sinistrrrra: compris???”
Ripartendo, il mio augusto consorte bofonchia: “Questo sì che è un paese civile: da noi puoi anche morire, ma nessuno si ferma a darti una mano!!!”. Io, di rimando, sbuffo sonoramente: “Va bene, ho capito, vuoi chiedere asilo politico: comunque sappi che in piazza Duomo o davanti al Battistero mi capita ogni giorno di soccorrere turisti in difficoltà. Quindi” concludo soddisfatta “quello che ci è successo qui non è altro che la giusta ricompensa!”. Lui, per nulla convinto, affronta bellicoso la rotonda. “Pensala come vuoi” taglia corto, con aria decisa “io - lo confesso - ho una gran voglia di stracciare la carta d’identità…”
(12 settembre 2007)




3 commenti:

Anonimo ha detto...

Sarà una coincidenza, però qualche giorno fa a Parigi nei dintorni tra il Luxembourg, tra rue de Vaugirard e Rue de Rennes mi ero fermata un attimo e mi guardavo attorno. Non mi ero affatto persa, ma evidentemente doveva sembrare che si, perchè un distinto signore parigino mi si è avvicinato e gentilmente mi ha chiesto (in francese) se mi fossi persa, se avessi bisogno di indicazioni e se mi poteva aiutare in qualche modo...

mazapegul ha detto...

Tutt'altra cosa a New York. Un mio conoscente americano lì in visita chiese a un poliziotto un'informazione stradale. La risposta fu:

"I'm a cop, not a map."

["Sono uno sbirro, non una cartina"; complimenti comunque al poliziotto per la poetica assonanza.]

Roby ha detto...

Gabriella, BENTORNATA dalla ville lumiére! (si vede, dal tuo schermo, che sono verdognola d'invidia?)

Nicola, fantastica (e allucinante) la risposta del cop-not-map: ma a new York, per strada, esistono anche map ambulanti???