lunedì 29 ottobre 2007

Il gusto degli altri


Clara e Castella


Il gusto degli altri

di Solimano


Le gout des autres di Agnès Jaoui (2001) Sceneggiatura di Jean-Pierre Bacri e Agnès Jaoui Con Anne Alvaro, Jean-Pierre Bacri, Alain Chabat, Agnès Jaoui, Gérard Lanvin, Christiane Millet Musiche di Mendelssohn/Purcell/Handel (canta Kathleen Ferrier) ma c'è anche Schubert suonato da Benedetti Michelangeli, Verdi cantato dalla Gruberova e tante canzoni, persino il "Je ne regrette rien" (112 minuti) Rating IMDb: 7.2

"L'enfer c'est les autres", così Sartre, che ne ha dette troppe e che ci si deciderà finalmente di non leggere. Mi piace mettere i titoli dei film in lingua originale, se è l'inglese o il francese o lo spagnolo, ma perché farlo con "Le gout des autres"? Il titolo italiano è fedelissimo, quindi uso la lingua che conosco meglio, Agnès Jaui sarebbe d'accordo, anzi chiamiamolo anche come l'hanno chiamato dalle altre parti: "The Taste of Others" (notino le maiuscole), "Para todos los gustos", "Lust auf anderes"... Chi non ha visto il film non può capire l'immagine che metto qui sopra: un uomo grosso, probabilmente grossolano, già di una certa età - di cognome Castella - che parla con una donna anche lei non più giovane, di una finezza un po' debole, al limite sfigata - di nome Clara. Ma che avranno mai da dirsi, questi due? Non solo, che avranno da dire a noi? Che ce frega, a noi, del loro dialogo faticoso e felice, lei che insegna privatamente inglese per guadagnare un po' di soldi perché la sua vera passione, quella di fare l'attrice drammatica, non le consentirebbe di vivere decentemente e lui, un industrialotto fattosi da solo, tanto deciso quanto ignorante, con moglie che tiene la casa come una bomboniera.


Solo che una sera va in un teatro di seconda schiera, di quelli che se la tirano facendo fatica a stare aperti, lui ci va con la moglie, ci va per dovere, stanco della giornata di lavoro e dice "Merde!" quando sente che la commedia è in versi, solo che è lei che dice quei versi e lui rimane lì ad ascoltarla con un'aria di baccalà, un baccalà però commosso. E ci torna la sera dopo, e compra il libro dove ci sono quei versi - non mi ricordo, forse di Racine, ci starò più attento la prossima volta che lo guardo. E lei è imbarazzata da questa passione fastidiosa, ne ride con il suo giro di amici teatranti, critici e pittori. Eccetera eccetera eccetera. Anticipo, per chi vuole certezze, che c'è anche il lieto fine. Immaginate un cuore, quelli di una volta, che il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce, un cuore che fa carriera, diventa cervello restando però pulsante, ma da cervello pieno di neuroni non sbaglia una mossa che sia una: ecco, questo è il cervello di Agnès Jaoui e del suo complice Jean-Pierre Bacri, autori di cotanta sceneggiatura. E il gusto per la musica? Ho cercato di riportare nelle righe iniziali più informazioni che ho potuto riguardo le musiche che percorrono il film, che non sono più musiche a sé stanti, sono diventate parte del film. Il gradimento negli Usa è stato nettamente inferiore al gradimento europeo, e questo è preoccupante, per gli Usa. Quando qualcuno vi sta veramente sulle balle, amico o parente o nemico, guardatevi "Il gusto degli altri": sorriderete di lui e di voi e tutto andrà a posto, altro che enfer. Ma Agnès Jaoui aggiunge un'altra finezza. Nella maggior parte delle situazioni reali si fa fatica a lasciar posto al "gusto degli altri", e la Jaoui ne fa un esempio nel film. Una coppia è quella di Manie e di Franck Moreno. Sono reciprocamente innamorati pur essendo molto diversi, ma il loro rapporto non andrà a buon fine un po' per orgoglio personale un po' per non dargliela vinta al partner. E tutti e due saranno profondamente amareggiati. Agnès Jaoui ha scelto per sé come attrice proprio la parte di Manie, il che la dice lunga sulle sue capacità di autoironia.
giovedì 29 marzo 2007, rivisto per l'occasione

Da Abbracci e pop corn

Manie e Frank Moreno


1 commento:

Habanera ha detto...

Che chicca questo "Il gusto degli altri", Solimano! Complimenti anche per le immagini.
Non sono personaggi di un film, sono persone vere e sembra quasi di poterle toccare come se fossimo anche noi in mezzo a loro.
Peccato che manchi l'audio...
Che si staranno dicendo Clara e Castella, Manie e Frank Moreno? Non mi resta che vedere il film per saperlo.

Merci, mon cher Solimanò.
H.