Giuliano
La Cappella degli Scrovegni, a Padova, non è certo un capolavoro di architettura. Sembra di entrare in una scatola da scarpe, però con il soffitto fatto a volta.
E che volta: il cielo stellato, dipinto da Giotto!
E' uno di quei capolavori che danno le vertigini, quando si entra nella Cappella degli Scrovegni ci vuole sempre un po' di tempo per riprendersi.
E' qualcosa che va al di là dell'abilità pittorica, o del concetto di "arte" e di "cultura" . E' un'emozione.
Le anime insipide pensano che arte e cultura siano due parolacce, sinonimo di noia e di libri di scuola, e di professori noiosi e di interrogazioni; qui dentro possiamo lasciarle semplicemente da parte, insieme a tutte le altre parole. Possiamo guardarci in giro, trovare un particolare da studiare con cura, poi chiudere gli occhi, poi girarci a cercarne un altro. E così via, finché ci lasciano stare lì dentro, dentro questa scatola di meraviglie vecchie di 700 anni.
Dopo una mezz'ora, abbiamo rubato abbastanza magia per provare ad avere una visione d'insieme. Eccola dunque, la scatola di scarpe meravigliosa: alle nostre spalle, sopra la porta d'ingresso, il Giudizio Universale: in basso diavoli e dannati torturati, in alto la schiera delle anime beate e in mezzo Gesù come giudice. Di fronte a noi, all'altra estremità, la cappella vera e propria. Ai lati, a destra e sinistra, sulle pareti, c'è tutta la storia di Gesù: si parte da sant'Anna e san Gioacchino fino alla fuga in Egitto, e così via. In basso, vizi e virtù - ma come ombre, non più a colori.
Un incanto. Verrebbe da sedersi per terra, e star lì a godersi lo spettacolo. O magari, addirittura, sdraiarsi con la schiena sul pavimento e perdersi nel cielo stellato - ma i custodi non me lo lascerebbero fare, e poi, via, ho già una certa età, non sono un bambino, sono un signore alto e distinto con un cappotto nero e col cappello, mica posso più permettermi certe cose.
(10 gennaio 2005)
martedì 23 ottobre 2007
Il cielo stellato a Padova
Pubblicato da Habanera alle 00:40
Etichette: Appunti personali, Arte, Giuliano
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11 commenti:
Che meraviglia.Splendido post. Giulia
E' roba mia?? E io che pensavo a qualcosa di Nicola... Adesso me lo rileggo, chissà mai cosa avevo scritto, in quel tempo lontano.
gracias habanera
La triste realtà è che oggi non si possono più fare, certe cose: oggi siamo tutti contingentati, mica si può stare davanti al Cenacolo o a Giotto tutto il tempo che ci pare...
Il post è del 2005, ma la visita a Padova è del '99, se non ricordo male.
gracias hancora
E' vero, Giuliano: io sono stata a Padova nel 2003, e dentro la Cappella degli Scrovegni si poteva stare -se non erro- non più di un quarto d'ora, accompagnati da un simpaticissimo pensionato, custode "volontario", il quale però non sapeva una parola d'inglese, e guarda caso il gruppo in cui mi trovavo era casualmente TUTTO di stranieri, eccezion fatta per mia figlia e me. E' finita che lui "raccontava" a me la storia degli affreschi e io cercavo di "tradurla" agli anglofoni, nel mio STUPENDO inglese imparato in tre mesi di corso all'American Institute, nel 1976...
Dimenticavo: splendido post, in ogni caso!!!
Roby
Giuliano, Habanera ha avuto una ottima idea, mi ha fatto venire in mente due cose, e dovrò scriverne, prima o poi.
La prima è che le parti monocrome (Virtù e Vizi) sono le più avanzate dal punto di vista spaziale, con due scomparti non grandi un po' in alto ai lati dell'altare: c'è un lampadario in prospettavia praticamente perfetta.
La seconda è che bombardarono a poche decine di metri, difatti gli affreschi giovanili del Mantegna sono quasi del tutto distrutti (La chiesa è degli Eremitani, la cappella è Ovetari) però da qualche parte forse trovao qualche fotografia degli anni Trenta e si può fare un bel discorso.
L'idea di mettersi distesi a guardare gli affreschi con più comodo è venuta anche a me per gli affreschi del Crespi in Palazzo Pepoli-Campogrande (Via Castiglione a Bologna).
saludos
Solimano
La cappella degli Scrovegni, e la vicina chiesa degli Eremitani (di rara bellezza) li ho avuti di fronte casa per tutti gli anni in cui ho vissuto a Padova. Tutto intorno ci sono gli splendidi giardini, aperti al pubblico ma rigorosamente controllati, dove ogni giorno portavo a passeggio mia figlia. Prima in carrozzina, poi con il passeggino e quando ha cominciato a sgambettare ce ne andavamo felicemente a piedi tra quelle meraviglie. Che splendidi ricordi! Quando ho letto questo bel post di Giuliano ho avuto un tuffo al cuore e, naturalmente, me lo sono subito portato a casa.
Un abbraccio a tutti ed un saluto particolare alla carissima Giulia.
H.
Proprio negli anni in cui Habanera passeggiava con la figlia in quei giardini, io cominciavo il lavoro in IBM, nella sede di Padova, che allora era in via Matteotti, a due passi da Scrovegni, Eremitani e giardini adiacenti. Ci andavo spesso prima di ricominciare a lavorare al pomeriggio.
Poche storie, qui risulta che agli Scrovegni ci siamo stati tutti, ma quando ci andavo io, si era veramente in quattro gatti, e si poteva stare dentro a lungo e senza nessuna confusione.
Lì vicino c'è anche il canale di Brenta e poco più in là la stazione ferroviaria, tutto comodo.
A questo punto, possiamo solo prenderci un pulmino in una decina di persone ed aggirarci per una settimana fra Padova, Mestre e Treviso... ce ne sono di posti belli dove ancora non va nessuno!
saludos
Solimano
P.S. Ci ho pensato, a Giuliano disteso sul pavimento degli Scrovegni. E' meglio che non lo faccia, sarebbe una scena da Hulot vedere le comitive di giapponesi inciampare in Giuliano.
E pensare che mio nonno paterno era di quelle parti... (Sant'Ambrogio di Trebaseleghe)
Invece voi ci avete vissuto vicino, io a Padova ci sono stato per meno di 24 ore (adesso che ci penso, forse era addirittura il 1995).
Post scriptum per Primo: come statura ci siamo, solo che l'impermeabile chiaro non ce l'ho più da tanto tempo... (cappellino e ombrello sì, la pipa no perché non ho mai fumato)
Cappella degli Scrovegni, il mio primo amore nei confronti di una materia che giudicavo completamente inutile. Storia dell'Arte.
E' semplicemente fantastica quest'opera, x i colori, x le innovazioni e x tanti piccolissimi dettagli che la rendono speciale.
Grazie per il commento! Purtroppo, non è un'esperienza ripetibile: a meno di avere adeguate conoscenze, adesso il tempo è contingentato, a Padova come al Cenacolo a Milano.
Si fa in tempo ad andare in Paradiso e tornare, in venti minuti scarsi?
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