giovedì 4 ottobre 2007

Bestiame




Bestiame

di Roby



Avevo 12 anni, era autunno inoltrato ed io - cappottino a quadretti, coda di cavallo e cartella di pelle marrone - come tutte le mattine mi trovavo sull'autobus 44, che da via Mazzini, a Bologna, mi portava in centro, alle medie Guido Reni. Ero lì, appesa al corrimano, col pensiero fisso delle interrogazioni e dei compiti in classe che mi attendevano di lì a poco, quando, ad una frenata più secca delle altre, persi l'equilibrio, e l'angolo della mia cartella andò ad urtare leggermente le gambe di una distinta signora, rovinandole probabilmente le costose calze di nylon.
Non l'avessi mai fatto! La signora, trasformatasi in virago scatenata, prese a inveire contro "i ragazzi di oggi", che "non avevano educazione" e che "stavano con la testa fra le nuvole", disturbando gli "adulti", sempiternamente degni di sacro rispetto. Mentre mi facevo piccina piccina, sperando che la mia fermata arrivasse al più presto, giurai a me stessa che, una volta cresciuta, avrei avuto infinita comprensione per i miei simili più giovani, ricordandomi sempre dell'increscioso episodio...

Ebbene, lo confesso: ultimamente ho rotto il giuramento, senza remora alcuna, anzi, con una certa qual maligna soddisfazione interiore. Il sacrilegio è avvenuto, per una sorta di legge del contrappasso, proprio a bordo di una vettura del trasporto pubblico fiorentino, di cui per motivi di lavoro sono costretta a servirmi ogni mattina. Ed ogni mattina, puntualmente, si ripetono sugli autobus di linea che frequento le stesse scene irritanti, indegne perfino del più affollato carro bestiame. In primis, le due aree di salita del bus, in testa e in coda, sono regolarmente intasate da gruppetti di tre o quattro ragazzine vocianti, impegnatissime nel rendere edotti tutti gli altri passeggeri su quanto sia str*** Pierniccolò o tr*** Mariacarlotta: e guai a disturbarle per chiedere permesso o per suggerire gentilmente di spostarsi un po' più avanti! Come minimo, dalle labbra lucide di gloss fuoriesce il bercio: "O signora, ma indo' vole che vada? 'Un lo vede da sè che 'un c'è posto?", mentre le amiche solidali sghignazzano apertamente dandosi di gomito e sussurrando qualcosa come "ma-guarda-tu-come-l'è-conciata-questa-vecchia!!!". Così la vecchia in questione, rimpiangendo lo sferragliante n° 44 color verde ramarro della sua adolescenza, riesce alla bell'e meglio a guadagnare la parte centrale del mezzo pubblico, rassegnandosi a trascorrere circa venti minuti con uno zaino da trekking hymalaiano piantato tra le scapole (ma che cappero ci cacciano lì dentro gli studenti contemporanei? Il kit completo per un corso di sopravvivenza???). Come Dio vuole, si arriva alla fermata di discesa, e a questo punto non dovrebbe essere difficile "atterrare" sul marciapiede, se la portiera riservata all'uscita non fosse letteralmente ostruita da un altro manipolo di ragazzi, equipaggiati alla stregua di guerriglieri , che trovano del tutto naturale servirsi di tale porta per salire. Alle garbate rimostranze della vecchia di cui sopra, i ribelli tupamaros sgranano gli occhioni circondati di brufoli e piercings bofonchiando: "Signora, la si calmi: quando s'arriva alla fermata ci si sposta e la si fa passare", con il tono di chi ha a che fare con un debole di mente.

Conclusione: la signora, avviandosi (finalmente a piedi!) in direzione dell'ufficio, non può trattenersi dal masticare un paio di vocaboli non proprio consoni alla sua età, alla sua cultura ed alla sua posizione, rivolgendo agli armenti sopra citati il più fervido augurio di invecchiare il più velocemente possibile e di ritrovarsi -magari fra una quarantina d'anni- a bordo della 13° linea della tramvia di cui è attualmente è in costruzione il primo tratto, assediati da torme di teen-agers ululanti classe 2035 sparsi un po' dappertutto: distesi sul pavimento, penzolanti dal soffitto, raggomitolati sotto i sedili, appollaiati sulla macchinetta obliteratrice, seduti sulle ginocchia del robot-autista... e via così, terrorizzati e tremanti, fino al capolinea.


3 commenti:

Habanera ha detto...

Cara Roby, immagini cosa si prova ad andare in giro con un braccio legato al collo in mezzo a quella mandria di bisonti? A me è capitato anche questo. Dovevo prendere tutti i santi giorni il metrò per raggiungere il centro di fisioterapia e l' orario coincideva con l'uscita dalla scuola... non ti dico altro.
Hai tutta la mia solidarietà!
H.

Anonimo ha detto...

Ciao Roby, sono la figlia di Habanera, da lei occasionalmente e inopinatamente citata in Blog e Post.
Sono felice di notare che il blocco dello scrittore sia per te un problema risolto: come sai, i tuoi brani sono uno dei miei (pochi!) momenti di svago.
Grazie :)
O.

Roby ha detto...

Ornella cara, così inopinatamente eppur tanto opportunamente citata da mammà, CIAO a te!!!

Sono onoratissima di costituire un tuo svago, ma mi piacerebbe che tu ne avessi di più. E riguardo al blocco dello scrittore... per adesso sembra superato, ma chissà: mai dire mai!

Ave&vale

Roby