giovedì 18 ottobre 2007

Bertolt Brecht




Bertolt Brecht

Poesie



IL giardino fiorito

Declinando sul lago tra gli abeti
Chiudono siepi altissime un giardino
Adorno di corolle con si savia
Cura che a marzo come a ottobre ride.
Qui, talvolta, all'accendersi del giorno,
Siedo pacato, e sogno di portare
Anch'io, d'ogni stagione, nel sereno
E nel nubilo tempo, qualche fiore.


Domande di un lettore operaio

Chi costruì Tebe dalle Sette Porte?
Dentro i libri ci sono i nomi dei re.
I re hanno trascinato quei blocchi di pietra?
Babilonia tante volte distrutta,
chi altrettante la riedificò? In quali case
di Lima lucente d'oro abitavano i costruttori?
Dove andarono i muratori, la sera che terminarono
la Grande Muraglia?
La grande Roma
è piena di archi di trionfo. Chi li costruì? Su chi
trionfarono i Cesari? La celebrata Bisanzio
aveva solo palazzi per i suoi abitanti?
Anche nella favolosa Atlantide
nella notte che il mare li inghiottì, affogarono
implorando aiuto dai loro schiavi.

Il giovane Alessandro conquistò l'India.
Lui solo?
Cesare sconfisse i Galli.
Non aveva con sé nemmeno un cuoco?
Filippo di Spagna pianse, quando la sua flotta
fu affondata. Nessun altro pianse?
Federico II vinse la guerra dei Sette Anni.
Chi vinse oltre a lui?

Ogni pagina una vittoria.
Chi cucinò la cena della vittoria?
Ogni dieci anni un grande uomo.
Chi ne pagò le spese?

Tante vicende.
Tante domande.


Il cambio della ruota

Sto seduto ai margini della strada.
L'autista cambia la ruota.
Non sono volentieri lì da dove vengo.
Non sono volentieri lì dove vado.
Perché vedo il cambio della ruota
Con impazienza?


Tempi brutti per la poesia

Sì, lo so: solo il felice
È amato. La sua voce
È ascoltata con piacere. La sua faccia è bella.
L'albero deforme nel cortile
È frutto del terreno cattivo, ma
Quelli che passano gli danno dello storpio
E hanno ragione.
Le barche verdi e le vele allegre della baia
Io non le vedo. Soprattutto
Vedo la rete strappata del pescatore.
Perché parlo solo del fatto
Che la colona quarantenne cammina in modo curvo?
I seni delle ragazze
Sono caldi come sempre.
Una rima in una mia canzone
Mi sembrerebbe quasi una spavalderia.
In me si combattono
L'entusiasmo per il melo in fiore
E il terrore per i discorsi dell'imbianchino*.
Ma solo il secondo
Mi spinge alla scrivania.
Con "l'imbianchino" Brecht si riferisce a Hitler.


La Maschera del cattivo

Sulla mia parete è appesa una xilografia giapponese
La maschera di un demone cattivo, dipinta con la lacca d'oro.
Pieno di compassione vedo
Le gonfiate vene frontali, segno di
Quanto è faticoso essere cattivo.


Ho sentito che non volete imparare

Ho sentito che non volete imparare niente.
Deduco: siete milionari.
Il vostro futuro è assicurato – esso è
Davanti a voi in piena luce. I vostri genitori
Hanno fatto sì che i vostri piedi
Non urtino nessuna pietra. Allora non devi
Imparare niente. Così come sei
Puoi rimanere.
E se, nonostante ciò, ci sono delle difficoltà, dato che i tempi,
Come ho sentito, sono insicuri
Hai i tuoi capi che ti dicono esattamente
Ciò che devi fare affinché stiate bene.
Essi hanno letto i libri di quelli
Che sanno le verità
Che hanno validità in tutti i tempi
E le ricette che aiutano sempre.
Dato che ci sono così tanti che pensano per te
Non devi muovere un dito.
Però, se non fosse così
Allora dovresti studiare.


Non ho bisogno di una lapide

Non ho bisogno di una lapide, ma
Se voi avete bisogno di una per me
Vorrei che ci fosse scritto:
"Ha fatto delle proposte; noi
Le abbiamo accettate".
Con una tale incisione saremmo
Onorati tutti quanti.


Lode del dubbio

Sia lode al dubbio! Vi consiglio, salutate
serenamente e con rispetto chi
come moneta infida pesa la vostra parola!
Vorrei che foste accorti, che non deste
con troppa fiducia la vostra parola.

Leggete la storia e guardate
in fuga furiosa invincibili eserciti.
In ogni luogo
fortezze indistruttibili rovinano e
anche se innumerabile era l'armata salpando,
le navi che tornarono le si poté contare.

Fu così un giorno un uomo sulla inaccessibile
vetta
e giunse una nave alla fine
dell'infinito mare.

Oh bello lo scuoter del capo
su verità incontestabili!
Oh il coraggioso medico che cura
l'ammalato senza speranza!

Ma d'ogni dubbio il più bello
è quando coloro che sono
senza fede, senza forza, levano il capo e
alla forza dei loro oppressori
non credono più!

Oh quanta fatica ci volle per conquistare il
principio!
Quante vittime costò!
Com’era difficile accorgersi
che fosse così e non diverso!
Con un respiro di sollievo un giorno
un uomo nel libro del sapere lo scrisse.

Forse a lungo là dentro starà e più generazioni
ne vivranno e in quello vedranno un'eterna
sapienza
e spezzeranno i sapienti chi non lo conosce.
Ma può avvenire che spunti un sospetto, di nuove
esperienze,
che quella tesi scuotano. Il dubbio si desta.
E un altro giorno un uomo dal libro del sapere
gravemente cancella quella tesi.

Intronato dagli ordini, passato alla visita
d'idoneità da barbuti medici, ispezionato
da esseri raggianti di fregi d'oro, edificato
da solennissimi preti, che gli sbattono alle
orecchie un libro redatto da Iddio in persona,
erudito da impazienti pedagoghi, sta il povero e
ode
che questo mondo è il migliore dei mondi possibili
e che il buco
nel tetto della sua stanza è stato proprio previsto
da Dio.
Veramente gli è difficile
dubitare di questo mondo.
Madido di sudore si curva l'uomo
che costruisce la casa dove non lui dovrà abitare.

Ma sgobba madido di sudore anche l'uomo
che la propria casa si costruisce.
Sono coloro che non riflettono, a non
dubitare mai. Splendida è la loro digestione,
infallibile il loro giudizio.
Non credono ai fatti, credono solo a se stessi.
Se occorre, tanto peggio per i fatti.
La pazienza che han con se stessi
è sconfinata. Gli argomenti
li odono con gli orecchi della spia.

Con coloro che non riflettono e mai dubitano
si incontrano coloro che riflettono e mai agiscono.
Non dubitano per giungere alla decisione, bensì
per schivare la decisione. Le teste
le usano solo per scuoterle. Con aria grave
mettono in guardia dall'acqua i passeggeri delle navi
che affondano.
Sotto l'ascia dell'assassino
si chiedono se anch'egli non sia un uomo.

Dopo aver rilevato, mormorando,
che la questione non è ancora sviscerata vanno a
letto.
La loro attività consiste nell'oscillare.
Il loro motto preferito è: l'istruttoria continua.

Certo, se il dubbio lodate
non lodate però
quel dubbio che è disperazione!
Che giova poter dubitare, a colui
che non riesce a decidersi!
Può sbagliare ad agire
chi di motivi troppo scarsi si contenta
ma inattivo rimane nel pericolo
chi di troppi ha bisogno.

Tu, tu che sei una guida, non dimenticare
che tale sei, perché hai dubitato
delle guide! E dunque a chi è guidato
permetti il dubbio!


Se durassimo in eterno

Se durassimo in eterno
Tutto cambierebbe
Dato che siamo mortali
Molto rimane come prima.


Mio fratello aviatore

Avevo un fratello aviatore.
Un giorno, la cartolina.
Fece i bagagli, e via,
lungo la rotta del sud.

Mio fratello è un conquistatore.
Il popolo nostro ha bisogno
di spazio; e prendersi terre su terre,
da noi, è un vecchio sogno.

E lo spazio che s'è conquistato
è sui monti del Guadarrama.
E' di lunghezza un metro e ottanta,
uno e cinquanta di profondità.

Bruegel Pieter the Elder: The Harvesters


7 commenti:

Giuliano ha detto...

Le poesie di Brecht sono l'opposto di quello che sono le maggior parte delle poesie che troviamo su internet: non eleganti, ma piene di contenuti e di idee.
Che è quello che io preferisco, perché l'opposto di Brecht è davvero poca cosa.
muchas gracias, Habanera.

Anonimo ha detto...

Brecht dice, ha il coraggio di indicare una strada... non si è tenuto fuori come tanti intellettuali fanno ancora oggi. Giulia

Solimano ha detto...

Habanera, non so se le parole di Brecht si possono definire poesia, per come la sentiamo di solito.
Però, per fare tre esempi, Leopardi, Baudelaire e Montale hanno saputo dire in poesia argomenti forti, rispondere a domande non certo sentimentali.
Non credo che Brecht sia un poeta paragonabile a loro, ma leggere queste parole di Brecht fa sentire ipocriti e nel migliore dei casi superficiali argomenti oggi dati per scontati nei giornali e nelle TV.
Hai fatto benissimo a metterle qui, e mi hai fatto ricordare due grandi spettacoli teatrali che devo più all'attore Buazzelli che al regista Strehler: Schweick e Galileo.

saludos
Solimano

Habanera ha detto...

Giuliano, Giulia, Solimano, sapevo già, mentre preparavo questo post, che avreste capito ed apprezzato la scelta di ricordare Brecht e vi ringrazio per i vostri commenti così interessanti e profondi. Fa piacere trovarsi in sintonia su un autore di cui si parla troppo poco, se non tra gli appassionati di teatro.
Ringrazio anche la mia carissima (e sempre attenta) Clelia che ha voluto segnalare questo post sul suo blog.
Vi ho risposto in blocco - e di questo mi scuso - ma ora vi abbraccio singolarmente, uno ad uno.
H.

Giuliano ha detto...

Uno che incomincia il Galileo così: "Tutto è cominciato dalle navi" non può che essere un Poeta.

mazapegul ha detto...

Aggiungo all'antologia una poesia di Brecht che m'impressionò da bambino e che ho continuato a rimuginare sino a oggi.

Avevo un fratello aviatore.
Un giorno, la cartolina.
Fece i bagagli, e via,
lungo la rotta del sud.

Mio fratello è un conquistatore.
Il popolo nostro ha bisogno
di spazio; e prendersi terre su terre,
da noi, è un vecchio sogno.

E lo spazio che s'è conquistato
è sui monti del Guadarrama.
E' di lunghezza un metro e ottanta,
uno e cinquanta di profondità.

Habanera ha detto...

Caro Nicola, ti ringrazio per il graditissimo contributo.
La poesia "Mio fratello aviatore" è già stata aggiunta nel post.

Saluti affettuosi
H.