domenica 16 settembre 2007

Colazione da Tiffany

Habanera

Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany

Non è stato un amore a prima vista.
Non che non mi fosse piaciuto quando l' ho visto al cinema, solo che in quel momento non sapevo ancora che sarebbe diventato uno dei film che avrei rivisto sempre volentieri,
un film amico.
L' ho scoperto quando ho avuto occasione di rivederlo la seconda volta, in TV, e ne sono passati di anni.
Non è sempre vero che un film lo si apprezza realmente solo al cinema, dipende dalle circostanze, dallo stato d' animo.
Invece è assolutamente vero che niente può sostituire il teatro, la sua magia, il rapporto diretto che si stabilisce tra gli attori e gli spettatori, ma questo è un altro discorso.

Torniamo al film e ai due protagonisti, Paul (George Peppard) ed Holly (Audrey Hepburn).
Paul, scrittore in crisi d' ispirazione, è l' amante strapagato di una sofisticata signora dell' alta borghesia, Holly frequenta il giro delle persone in vista sperando di accalappiare un marito ricco per riscattarsi, insieme al fratello, dalla miseria in cui sono cresciuti. Sono vicini di casa e diventano amici, con estrema naturalezza, nel momento stesso in cui si conoscono. Nessuna formalità tra di loro, mai un attimo di imbarazzo, solo confidenza e fiducia reciproca, come si conoscessero da anni.

Alba a New York - Colazione da Tiffany


Holly entra ed esce senza preavviso da casa di Paul, anche in piena notte, direttamente dalla finestra e lui sembra trovarlo del tutto naturale. E' un' amicizia complice ed allegra, come tra due adolescenti, che si rafforza di giorno in giorno; tutto sembra filare a meraviglia finchè Amore ci mette lo zampino e inevitabilmente la situazione si complica. Holly ha paura di amare e di essere amata, non vuole appartenere a nessuno, teme di trovarsi ingabbiata, lei così interiormente libera da non avere mai arredato il suo appartamento nè dato un nome al suo gatto, che infatti chiama Gatto.

Paul è il primo a capire che l' amicizia si sta trasformando in qualcosa di diverso e si comporta di conseguenza. Lascia senza rimpianti l' amante non amata, ricomincia a scrivere, cambia casa e stile di vita. E Holly? Adorabilmente testarda, come sempre, non si arrende. Resiste, si rifiuta di mettersi in gioco, cerca di fingere, anche con se stessa, che niente sia cambiato. Spera ancora di realizzare un matrimonio in cui l' affetto non rischi di trasformarsi in amore per continuare così a sentirsi libera, senza radici.

Colazione da Tiffany, Happy End


Ma alla fine cederà anche lei. Sotto una pioggia torrenziale, cercando e ritrovando il Gatto che aveva abbondonato, ritroverà anche Paul. Si guardano negli occhi e per un tempo che sembra interminabile nessuno dei due si muove verso l' altro... L' Happy End, prevedibile ma non tanto, arriverà con l' abbraccio più inzuppato della storia del cinema, un abbraccio a tre perchè c'è anche Gatto, bagnato fradicio anche lui ma felicemente al riparo sotto il bavero dell' impermeabile di Holly.

Il tutto condito da una sognante colonna sonora, Moon River, e dalle immagini di una New York sul finire degli anni cinquanta con la sua mitica Quinta Strada, emblema di quel sogno americano che ha accompagnato tante generazioni e in cui oggi è tanto più difficile credere, per tutti.
Ho detto molto ma non ho detto tutto, chi ha visto il film lo sa. Occorre ascoltare il dialogo, battuta per battuta, ma soprattutto vedere lei, Audrey Hepburn, perchè senza i suoi incantevoli occhi questo film sarebbe un' altra cosa ed io, probabilmente, non sarei qui a parlarne.
(giovedì 26 aprile 2007)

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Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany


2 commenti:

Giuliano ha detto...

Rivedo sui giornali le foto di Maria Callas e la trovo somigliantissima a Audrey Hepburn. Chissà se è un caso, perché le due donne hanno successo negli stessi anni... Di certo Audrey è nata così, la Callas invece a vent0anni era tutta un'altra cosa.

Solimano ha detto...

Habanera, a suo tempo mi sono letto il libro di Truman Capote da cui è tratto il film. E' un libro molto bello, ma anche molto duro. La storia c'è anche nel film, anche se offuscata dal fascino di Audrey Hepburn, ma il personaggio di Holly Goligty è anche un personaggio drammatico. E' stato bravissimo Blake Edwards nel non mentire indorando solo un po' la pillola, perchè quando Holly va alla toeletta, va proprio alla toeletta... deve pur vivere!

saludos
Solimano