Anni fa ero un appassionato cercatore di funghi. Mi alzavo all'alba, facevo in macchina decine di chilometri di strada di montagna, parcheggiavo alla sperindio vicino a mulattiere e mi avviavo in salita, perché i funghi si cercano così), girando adagio lo sguardo da una parte all'altra e cercando di non fantasticare, che era la cosa che mi costava di più.
Non solo; il fungaiolo, durante la ricerca, è assolutamente misantropo: se vede un altro, cinquanta metri più su, cambia rotta e rimpiange il tempo perduto ad esplorare zone già battute. Poi ci sono i permessi, i giorni sì e quelli no, le danze per la pioggia e contro il vento (de' funghi inimicissimo), la snervante attesa dopo che è piovuto, perché non crescono subito, gli sfiziosi. Quando si esce in compagnia, si possono rompere amicizie decennali se l'amico, al vostro terzo porcino, ha ancora il canestro vuoto. Mettiamo che vada bene, e che si torni con un buon raccolto, non col canestro pieno perché c'è pure un massimo peso autorizzato: alla bottega sotto casa vendono funghi migliori dei vostri ad un prezzo, fatti i conti, minore di quello che avete pagato. Eppure, all'andare a funghi sono legate esperienze e ricordi che non si dimenticano.
Navigare in Internet ha qualcosa di simile. Lo faccio da due anni e mezzo. Prima avevo un dignitoso PC, qualche archivio alimentato con dischetti e cd-rom. Utile e dilettevole. Poi, ho deciso di dotarmi di Internet. Mi sono consigliato con un amico informatico che, dopo aver guardato con sprezzo il mio vecchio PC (aveva un anno e mezzo), mi ha detto che dovevo per lo meno raddoppiare tutto: hard disk, memoria, clock, e che anche il monitor, insomma era piccino. "Non c'è problema, compro i potenziamenti!" "Ti costerebbe di più che comprare un PC nuovo". E così è andata. Sei mesi fa, anche il secondo PC era oramai "vecchio" ed ora c'è il terzo, ma il video già me lo guardano con compatimento.
Naturalmente anche il modem è un altro, quello ad alta velocità e per cui paghi un forfait mensile, non a tempo. Alcuni miei amici il PC lo tengono acceso 24 ore su 24, come se fosse un frigorifero.
Poi c'è stata la faccenda dei forum. Mi interessa la politica, i girotondi e così via. La rete è piena di forum politici di tutti i tipi; i primi due mesi tenevo un dizionario a portata di mano per non fare brutta figura, finché mi sono accorto che gli internettiani non erano una specie di moderni templari, superiori alle bassezze umane. Esiste invece una nuova schiatta: quelli che sanno quattro html, che usano le chat ed i newsgroup e che perciò stesso credono di sapere tutto il resto. Se gli dici: "sutor, ne ultra crepidam", credono che parli in bergamasco. È il villaggio che fa lo scemo, ma è lo scemo che fa il forum. Nel senso che tu puoi scrivere il miglior post della tua vita, ma contro chi ti risponde "Uhei!" o "Aarghhh!", sei assolutamente disarmato.
Altro che templari! In rete c'è di tutto: nel bellissimo "Guestbook" della Web Gallery of Art c'è, fra i commossi ringraziamenti della neozelandese o del polacco, quello che fornisce la sua e-mail e cerca "girls": è italiano, naturalmente. Oppure lo strambo brasiliano che si vanta di essere un lontano discendente di Pompeo Batoni, illustre pittore lucchese del Settecento.
Adesso ci sono i blog, che nascono come diari personali tenuti in rete: bellissimo, il blogger sceglie chi pubblicare e chi no, quindi c'è un controllo di qualità. Poi scopri che le tante visite ad un blog sono quelle degli altri blogger, ansiosi di capire quale è la palla del giorno. Il social forum di Firenze, a cui tutti i bloggers hanno partecipato, tre giorni dopo era già passato di cottura. Tutti in punta di piedi, come quelli che volevano vedere Ferrer che andava dal vicario di provvisione. Se stessero coi piedi per terra, vedrebbero tutti allo stesso modo e farebbero meno fatica: "è del blogger il fin la meraviglia / chi non sa far stupir / vada alla striglia".
Intanto, ti sei fatto degli amici e delle amiche in rete. Ed è bello scambiarsi messaggi. Solo che sono appassionati di politica come te, e per farti vedere che ti vogliono bene, ti iscrivono a newsletter, sollecitano la tua firma a petizioni, appelli, lettere aperte. E ti mandano immagini di un metro quadro. Il mio "Outlook" qualche volta è collassato. Capisci le loro buone intenzioni ed usi chiotto chiotto (o quatto quatto?) il tasto "Elimina". Solo che poi ti interrogano: "Hai inoltrato a tutte le e-mail della tua Rubrica la petizione che ti ho mandato ieri?". Così mi tocca conservare la posta eliminata, perché non si sa mai...
Per capire come vanno realmente le cose ci ho messo mesi e mesi. Ogni giorno aveva la sua delusione e la sua speranza. Il tempo vola, in rete. Credo che la felicità sia perdere il senso del tempo: succede anche quando si disegna o si gioca con concentrazione piena, che non costa fatica. Oggi in cucina c'era un foglio di giornale per terra: qualche folata di vento lo sollevava e la mia gatta ha trascorso dieci minuti di incanto. Se ne stava lì, pronta a balzare, ed appena il vento alzava il giornale, ci zompava sopra. Anche noi, sotto la vernice, siamo così.
Come faccio adesso, dopo tutti questi affanni? Avevo il desktop con un centinaio di icone: le riduco a venti. Avevo nei preferiti cartelle e sottocartelle che eccedevano lo schermo video: le riduco alla metà della metà, tanto c'è Google ed Altavista, nel caso.
Sì, in rete il 95% è rumore, ma il 5% restante vale la spesa ed il tempo. Un mio amico ha scoperto una cosa importante: con Internet si risparmiano soldi. Nel senso che, se si sta tre ore a navigare, bisogna considerare che altrimenti, in quelle tre ore non si starebbe certo fermi: si farebbe una camminata in centro, si comprerebbe un altro maglione, un libro, un CD in più. È la famiglia che mi regola: altri utilizzano Internet, ed abbiamo istituito un rigoroso sistema di turni. La settimana prossima, ho a disposizione il mezzo dalle dieci di sera alle due di notte.
Come vorrei che fosse la rete? Mi spiego con due esempi. C'è un piccolo sito a cura della Regione Marche dedicato a Carlo Crivelli: in particolare alle opere che sono ancora nelle Marche, ma anche a quelle che sono disperse in tutto il mondo, con i luoghi di origine, gli smembramenti dei polittici, e così via. Vorrei che i grandi musei italiani avessero la documentazione che c'è in questo sito e soprattutto la qualità delle immagini. E c'è un sito intitolato Actrices Francaises et Francophones in cui ci sono tutte le informazioni degli ultimi dieci anni sulle attrici francesi (che in genere prima fanno teatro e poi cinema) senza pacchianeria e senza volgarità. Vorrei che qualcosa del genere esistesse pure in Italia: è anche in queste cose che si vede la civiltà di un paese.
Cosa ho imparato? Ad esempio, se voglio sapere tutti i film in cui è stata utilizzata la musica di Bach, sono in grado di saperlo, e di capire perché (Bach è decollato nel '68...), se voglio capire quali sono i film che piacciono più alle donne che agli uomini, anche questo mi è possibile, e la risposta è complicata e semplice, se voglio (finalmente!) apprezzare da vicino la grande arte delle miniature e delle tarsie del rinascimento mi è agevole, come visitare da vicino la Cappella Sistina con tutte le immagini aggiornate dopo il restauro.
E sono tornato alle e-mail, cioè alle origini. Non più di venti amici ed amiche a cui scrivere paroleggiando, col gusto di rispondere. Ad ognuno ho assegnato una cartella personale.
Cambiano i modi ma la sostanza è quella di un epistolario del Settecento. Infatti spesso spedisco una immagine di Chardin o di Watteau, leggera però, non di un metro quadro...
Ma il piacere più grande me lo dà la scoperta dei piccoli siti, che una o due persone, solo perché hanno la passione di una vita su quel libro, quel musicista, quella opera d'arte, quel paese, quel bosco, hanno fatto per il gusto di dare piacere a se stessi. Li trovo per caso: uno, due al mese.
Se il contatore delle visite sale è meglio, ma ne possono fare a meno. Appagati senza essere pagati.
01.02.2003
Anche su Golem l'Indispensabile
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