lunedì 6 aprile 2009

Una madre di sei mesi




Una madre di sei mesi

di Sabrina Manca



Ecco raggiunta e superata la boa dei sei mesi, nonostante il mare agitato e la poca esperienza con vele e rande.
Le domande di amici (amiche) e conoscenti incalzano: ma che cosa fa a sei mesi? Sta seduta? Sta in piedi? Mangia con il cucchiaio? Fa ciao con la manina? Si gira da entrambi i lati? Ti riconosce, riconosce gli estranei? Mette tutto in bocca? No, perché il mio/la mia faceva così, e blabla, blabla, blabla...
Il dubbio mi attanaglia di sapere che cosa gli esserini di razza umana facciano a sei mesi nei manuali. Vado alla ricerca, poi confronto la bibliografia con i miei dati e l' "esperimento" in corso, soprattutto per rispondere alle domande con precisione di dettagli.
Mi chiedevo però se da qualche parte non esistesse un manuale sulla madre e il suo sviluppo, per esempio: che cosa sa fare una madre a un mese, due, sei ?

Io ho imparato tanto in questi ultimi tempi. Riesco a compiere un numero sempre crescente di azioni pur restando addormentata, sto perfezionando le mie qualità di compositrice di musica e parole per canti a cappella, ninne nanne e intermezzi rock, per non parlare del teatro, sono diventata un'attrice drammatica di notevole spessore, non solo, ma metto su pièces su pièces con capacità registiche davvero impressionanti, così, in pochi minuti, sui più svariati soggetti e con le più diverse angolature e prospettive.
Mi sto allenando nel contorsionismo facciale e corporale anche se credo che questa dote verrà perfezionandosi più avanti con la bisogna.


Sviluppo con una rapidità insperata doti di veggenza, sono capace di prevedere ciò che si compirà in pochi istanti se non si esercita le necessaria prudenza e non si prendono le debite precauzioni.
Anche il mio fisico è divenuto più rapido nell'arte dello schivare. Costretta a farmi carico di un fardello dotato di mani divenute improvvisamente prensili (e non poco) e decise a ottenere tutto ciò che sfiorano, sono costretta a ricalcolare continuamente le distanze che ci separano da suddetti oggetti per salvare loro la vita (lo sa bene un curioso gatto egiziano, dotato un tempo di magnifiche, lunghissime orecchie, ora mozzate da una caduta dal terzo piano della libreria.


Sono fiera del mio ritmo di apprendimento che solo talvolta cede il passo alla frustrazione e alla fatica dei miei anni che mi costringono nella categoria di "primipara attempata", ma comincio a sospettare che ciò che mi attende sarà infinitamente più duro e provante.
Su una cosa sarò ferma e irremovibile: a diciotto anni via di casa, filare, sparire, andare dovunque ma lontano. Se non lo farà lei, lo farò io!

***
Oggi è una splendida giornata e così sarà per tutto il fine settimana. La città prende un altro abito, molto più gaio, con il sole. I palazzi haussmaniani riflettono un po' della luce mattutina e qualche timido sorriso appare sul viso dei passanti. Gabbiani e rondini svolazzano sul tetto del mio, cantando false note su questa primavera tardiva. Quando il bel tempo trova il coraggio di presentarsi all'appuntamento con le stagioni non è più il tempo delle parole.
Si esce.

(venerdì, 02 maggio 2008)


Da C'era una volta un Re

6 commenti:

sabrinamanca ha detto...

Che sorpresa Haba! Non mi ricordavo di aver scritto questa cosa.Come passa in fretta il tempo, ora la Creatura è diventata un serio "pericolo pubblico". Oggi termino la mia maratona lavorativa (abbasso il lavoro) e poi rido' alla lettura. Bacetti!

Habanera ha detto...

Il tempo passa in fretta più di quanto vorremmo ma ci sono momenti, vissuti con particolare pienezza e intensità, che sentiamo di dover fermare in qualche modo.
Tu lo hai fatto scrivendo ed è certamente il modo più vivo ed emozionante di ricordare, anche a distanza di molto tempo.
Conservale queste cose che hai scritto su tua figlia e per tua figlia; un giorno le rileggerete insieme e sarà un momento bellissimo, per te e per lei.

Ti abbraccio
H.

Silvia ha detto...

Delizioso tesoro:) Fa venire voglia di fare figli. E poi hai un modo splendido di narrare, fluido, dolce e chiaro come l'acqua di fonte. Un grande conforto in queste giornate confuse e tragiche.
Haba come al solito è una grafica number One. Il quadro di Picasso è uno splendore. Per il tuo gatto egiziano, pazienza: che si accontenti delle sette vite.
Un abbraccio a tutte e due.

Anonimo ha detto...

Mi ha molto emozionato questo tuo post, cara Sabrina. Accompagnare un bambino nella sua fatiocsa e gioiosa crescita è una bella avventura, anche se con momenti di grande fatica.
Ricordare questi momenti scrivendo, come hai fatto tu, credo che sia davvero un recuperare i ricordi in modo vivo e farà molto piacere anche alla tua "creatura".
Davvero brava sempre Habanera nel valorizzare ciò che si scrive.
Un abbraccio a tutte e a te in particolare,
Giulia

Solimano ha detto...

Ci sto pensando in questi giorni, al fatto che non è più il tempo delle parole.
Ho una soluzione intermedia, fra andar fuori e stare in casa: fruire del terrazzo principale, lungo quasi dieci metri e non troppo stretto (in casa mia esiste solo una finestra, tutte le altre sono porte-finestra).
Non è la temperatura che mi fa stare fuori (basta coprirsi), è l'allungarsi delle giornate. Il mese più bello sarà maggio, quando la quercia avrà le foglie grandi. Però devo stare attento: se non accosto la porta-finestra, il merlo Ciccio (così si denomina) entra nel soggiorno. Il problema è farlo uscire, gli abbiamo dato troppa confidenza, e abbiamo sbagliato, dovevamo tenerlo sul lei: "Lei signor Ciccio..."

grazie Sabrina e saludos
Solimano
P.S. Che vor dì, primipara attempata? Guarda che poi ti prendono sul serio, è un discorso pericoloso, ricordo come fosse oggi una missiva di un ventenne ad una Signora della presse du coeur: "Cara Donna Letizia, mi sono innamorato di una donna attempata di ventott'anni". Pensa che guaio...

sabrinamanca ha detto...

Mia figlia compirà fra una settimana diciotto mesi, un anno e mezzo per i comuni mortali, quelli che, a differenza delle madri, non contano la gravidanza in settimane e l'età delle Creature in mesi.
Essendo bilingue ancora non parla, dice oppa (le ripeto ossessivamente opla ogni volta che termino di fare qualcosa, del genere, riordinare il suo casino), papà (ma non mamma, al massimo babà)e poi, quasi a rivendicare origini napoletane urla "accà" che sta per acqua, ancora, (voglio) quello!
Al supermarket sotto casa la chiamano signorina daidai perché sta sempre gridando daidai a tutti, e guai se non si fermano a salutarla, allora fa proprio una scena madre, alla napoletana, appunto!
Il tempo passa, e questa bambina arrivata per caso diventa, giorno dopo giorno il nostro tesoro più grande.

Solimano: "primipara attempata" l'ho preso in prestito al ginecologo della mia amica che cosi' scherzava con lei.
Io anche sono una primipara attempata con la mia prima gravidanza a 37 anni suonati!

Il tempo fa schifo, in quel di Parigi. Cielo grigio, vento e pioggia a sorpresa, ma almeno la temperatura è salita di alcuni gradi e si puo' uscire senza cuffietta e sciarpa!

Non vedo l'ora di una bella primavera, per quelmomento, vi prometto belle fotografie.