martedì 20 gennaio 2009

As time goes bye




As time goes bye

di Roby



A volte basta un'occhiata allo specchio del bagno, la mattina, per capire con immediata, spaventosa chiarezza l'ineluttabile verità che tutti ci accomuna: il tempo corre e va, inesorabilmente, e niente potrà modificare quello che è -ahimè- un dato di fatto tra i più incontestabili.
Le piccole rughe ai lati della bocca una volta non c'erano...
I capelli non avevano bisogno di ritocchi per mostrare riflessi ramati...
La curva del ventre appariva solo lievemente rotonda, non desolatamente rilassata... "Sembra che un bradipo ti stia abbracciato alla pancia!" dice scherzando il mio consorte, facendomi contemporaneamente sorridere e dolere.

Il tempo fugge, e si fatica non poco a stargli dietro. L'immagine interiore che abbiamo ancora di noi non corrisponde più (non del tutto, almeno) a quella esteriore, che lo specchio impietoso ci rimanda.
La sabbia della clessidra scorre lenta ma inarrestabile, e presto qualcuno dovrebbe pensare a rivoltarla, per ricominciare da capo.

Già: ricominciare. Vorrei davvero rivivere tutto il vissuto finora? Capricci con la mamma davanti all'imposizione della braciolina di vitella, bisticci con la compagna di banco antipatica delle elementari, brutti voti in matematica alle medie, delusioni amorose al liceo, e poi esami esami esami a ripetizione, dall'università fino a ieri mattina...

"Mi piacerebbe tornare alla giovinezza" diceva serafica la mia prof di lettere del ginnasio "avendo però l'esperienza di adesso." Ed aveva perfettamente ragione.
Ve l'immaginate, la goduria di poter rispondere a 12 anni, all'arcigna insegnante di applicazioni tecniche femminili, che del lavoro all'uncinetto non me ne frega un'emerita ****, e che con i campioncini di ricamo a punto croce può anche pulircisi il ****?

E alla (falsissima) amica del liceo che ti dà consigli per il tuo bene su pettinatura e vestiti, giudicando il tuo stile troppo monacale, sarebbe uno spasso ribattere: "Tesoro, io sono carina anche così, mentre a te -senza quel quintale di fondotinta, quei capelli cotonati e la minigonna inguinale- chi ***** ti guarderebbe???"


Ma questi, in fondo, sono solo giochi metafisici, equilibrismi della mente.
La realtà è che ore giorni mesi anni decenni stanno veramente scorrendo rotolando svanendo, un minuto dopo l'altro, lasciando segni sempre più marcati, fuori e dentro di me.
Ricordate la vecchia rubrica televisiva Almanacco del giorno dopo? "Il tempo corre e va: solo ieri era venerdì, e domani è già domenica...". E' vero -pensavo da ragazzina, affascinata da tale lapalissiana constatazione- ieri avevo una paura matta del compito in classe di greco, e domani invece vado al cinema a vedere Jesus Christ Superstar: che ganzata!!!

Una miriade di immagini riemergono dal passato, alcune piacevoli, altre meno; molte nitide e vive, alcune sfuocate e indistinte; e insieme ad esse, l'audio di sottofondo mi rimanda una colonna sonora fatta di voci, risate, rimproveri, richieste, promesse non mantenute, giuramenti infranti, confidenze esclusive, segreti di Pulcinella, grida di rabbia, pianti di delusione, urla di felicità.

Per non esserne sopraffatta, devo abbassare il volume, tapparmi le orecchie, pensare ad altro.

E allora, ecco che arriva puntuale il dubbio: quante occasioni ho perso? A quante domande non ho saputo (o voluto) rispondere? Quanti treni ho lasciato partire, senza saltar sopra al volo? Proprio lì, affacciato all'ultimo vagone, il vecchio dalla barba bianca mi guardava, con la clessidra in mano, sussurrando beffardo le parole di Orazio: "Carpe diem...".

Quanti ancora me ne restano, di giorni da afferrare?

No, non voglio fare il menagramo, ma la realtà è quella che è.
Anche nella più rosea delle ipotesi, non si può negare che abbia vissuto già quasi due terzi della mia esistenza.
Ai tempi del buon padre Dante, la mezza età per gli esseri umani si aggirava intorno ai 35 anni, per cui io -al di lui cospetto- sarei apparsa nient'altro che una decrepita madonna. Devo quindi ritenermi fortunatissima di essermi trovata a vivere tra il XX e il XXI secolo, epoca di enorme progresso e di fantascientifici traguardi in tutti i campi, nella quale appare praticamente sicuro campare almeno fino agli 80 abbondanti.


Rimpianti e soddisfazioni, a ben guardare, sarebbero quasi pari sulla bilancia, se non fosse che un solo rimorso pesa più di quattro o cinque gioie messe insieme.
Una lettera a cui non ho risposto, se non quando era ormai troppo tardi... Una visita che avevo promesso di fare, ma al campanello della porta non rispondeva più nessuno... Un viaggio che volevo intraprendere, per il quale -se aspetto ancora un po'- non avrò più forze sufficienti...

Tuttavia, questo guardarsi indietro, osservando la scia lasciata dagli anni che furono, può nascondere anche aspetti positivi, dolci, persino teneri.
Come Ingrid Bergman in Casablanca, vorrei chiedere anch'io a Sam di suonarla ancora, la canzone del tempo che se ne va, e sulle sue note rivivere, senza malinconia ma con matura consapevolezza, i quadri animati del passato che s'illuminano uno dopo l'altro, per poi subito di nuovo oscurarsi.


Forse non c'è bisogno di farla tanto lunga, nè di piangersi tanto addosso, se l'adolescenza è trascorsa ormai da un pezzo e se l'ipotesi di esibire il bikini in spiaggia, la prossima estate, è nettamente da accantonare.
Il tempo va di corsa, perchè quello è il suo mestiere.
Di highlander immortali -come diceva Christopher Lambert nell'omonimo film - ne resterà solo uno: ed io, tutto considerato, non vorrei essere quello, condannato per l'eternità ad una vita "immobile".

Magari, come suggeriscono gli psicologi e come già sapevano benissimo i nostri antenati, prenderla con filosofia e buttarla sullo scherzo potrebbe essere la migliore tecnica anti-aging, a dispetto degli ultimi ritrovati in fatto di creme antirughe e chirurgia estetica.

E così, insieme all'ignoto blogger romanesco incontrato per caso su Google-immagini, io pure mi ritrovo a chiedermi, col minimo della serietà possibile:

Il tempo fugge, ma 'ndo' ca**o va?




15 commenti:

Giuliano ha detto...

Una volta mi sono messo dei pantaloni di velluto che mi piacevano molto, ma non si chiudeva la cintura, chissà perché.
Nel toglierli mi è caduto l'occhio sull'etichetta: non è uno scherzo, era della Ditta Comero, di Biella (chissà se c'è ancora).
E sull'etichetta leggere Com'Ero è stato piuttosto, come dire, insomma. (divertente? ma sì, va)

Anonimo ha detto...

Se ti può consolare io c'ho un bel cucciolo di panda, appeso allo stomaco! Ma ti capisco, come ti capisco, solo, se ripenso al mio stato d'animo a vent'anni, a quindici, non direi che ero più spensierata o allegra di adesso. Quindi, quando il mal di schiena non mi attanaglia, le occhiaie non mi finiscono in bocca, e il sedere non devo arrotolarlo per fissarlo sui fianchi, mi sembra che vada tutto bene!
:)))

Giuliano ha detto...

Molto bella la raccolta di immagini, mi ero dimenticato di dirlo ieri.
Se vuoi, puoi aggiungere Willem Dafoe che interpreta il Tempo (Emit Flesti, Time Itself) nel film di Wenders... (Così lontano così vicino)

Habanera ha detto...

Roby, mi credi se ti dico che poi passa?
C'è un'età, che io per fortuna ho superato, in cui non si riesce ad accettare l'idea del come eravamo in confronto al come siamo.
Niente di più naturale, ci siamo passati tutti.
Ma la vita, per fortuna, continua ad andare avanti per conto suo ed ogni stagione della vita ha i suoi lati meravigliosi.
Molto però dipende da noi, dalla nostra capacità di accettare, senza eccessivi drammi, i cambiamenti.
Cambiamenti fisici, più che altro, perchè dentro ci sentiamo (e siamo) ancora delle ragazzine.
Basta fare in modo che il bagaglio di esperienze che abbiamo accumulato non diventi zavorra ma serena ed ironica saggezza.
H.


Giuliano, vuoi un consiglio da amica?
Dai via tutti i capi di abbigliamento che non ti stanno più.
Un tempo anch'io li conservavo dicendomi si sa mai...
Poi ho capito che mi facevo soltanto del male e che il mio vitino di vespa non lo avrei rivisto più.
Via, via, senza pietà!
Taglia nuova vita nuova.
H.

Solimano ha detto...

La nostra visione un po' terrorizzante del tempo (un vecchio con la falce che corre) è dovuta ad una confusione fra due parole greche a cui si è fatto assumere lo stesso significato: Cronos (il tempo) e Chronos (Crono, Saturno, il padre di Zeus che fra l'altro mangiava i suoi figli). Lo ha chiarito benissimo Panofsky e ne ho scritto qui ne L'Allegoria dell'Amore e del Tempo, che adesso in rete stanno allegramente scopiazzando senza mettere il link. Prima, c'era un altro mito più intrigante: il Kairos, l'Opportunità, l'Attimo Fuggente, un giovane col ciuffo davanti e la nuca rasata, perché devi prenderlo prima che passi.
Sono convinto che i ricordi vadano mantenuti e riguardati senza nostalgie e rimpianti, così, per conoscerci meglio adesso. Io mi ci diverto, con i ricordi, è come andare al cinema senza pagare il biglietto. Sono anche convinto che l'unico tempo che c'è veramente è il qui e ora. Quindi, evitare le fughe rimpiangenti e speranzose e stare su quello che si vive momento per momento, perché è lì che si trova (si può trovare) il bello. Ma cos'è veramente il segno della felicità (che esiste)? La perdita del senso del tempo, che ha un prerequisito: il dimenticarsi di se stessi tanto siamo penetrati in quello che stiamo facendo o pensando. Quindi, ironia vuole che la felicità è inconsapevole, ce ne accorgiamo dopo, e proprio perché ce ne accorgiamo non siamo più pienamente felici, perché torna a comandare il nostro piccolo io, un seccatore terribile e pedantissimo.

grazie Roby e saludos
Solimano
P.S. E comunque succede anche che il bello si nasconda dietro all'angolo...

Anonimo ha detto...

C'è stato un momento della mia vita che pensavo a cosa avrei potuto fare che non ho fatto... Poi, un giorno, ho capito che era più la vita ad aver scelto per me, a me spettava il compito di come vivere ciò che mi offriva nel bene e nel male. Ora che sono decisamente più vecchia, sono anche più tranquilla e i ricordi mi tornano in mente sereni. Per quanto riguarda l'aspetto fisico, il degrado c'è, è indubbio, ma mi consolo ripetendomi quella frase fatta che non usa più tanto: che tutte le rughe sono segni della vita.
Comunque mi è piaciuto molto quello che hai scritto e le immagini lo accompagnano magnificamente.
Cari saluti,
Giulia

Anonimo ha detto...

Non mi viene alcuna citazione operistica e questo è proprio il segno che il tempo lascia solchi tremendi nella mente di noi piccini.
Post grandioso :-)

Roby ha detto...

Giuliano, sono perfettamente d'accordo con Haba circa i capi di abbigliamento "d'antan". Però, quell'etichetta era davvero un capolavoro!!! E grazie per la segnalazione del film di Wenders!!!

Sabrina, mi avete fatto morire dal ridere, tu e il tuo cucciolo di panda!!!

Haba, confido molto che anche per me arrivi il periodo della saggezza e dell'accettazione. Sono già sulla buona strada, credo...

Solimano, lo so, bisogna vivere l'oggi senza rimuginare inutilmente sul tempo che fu... ma davvero ti scopiazzano così bellamente in rete? Corro a scorrazzare in Google per dare un'occhiata!!!

Giulia, è verissimo: le rughe sono un patrimonio inestimabile!

Amfortas, sono profondamente delusa: nessuno spunto operistico sul tempo che passa e va??? pensaci su e poi sappimi dire!!!

...E CHI HA TEMPO NON ASPETTI TEMPO, MAI!!!

Roby

Giuliano ha detto...

Beh, ci sarebbe l'addio del passato, ma è un po' tragica.
Per noi maschi, sempre confidando in San Giuseppe Verdi, c'è l'intero Falstaff: soprattutto per chi ha messo su qualche chilo.
( "Quand'ero paggio del duca di Norfolk, / ero sottile sottile sottile...")

Anonimo ha detto...

E' un post bellissimo e terribile. Sarà che sono nello stato d'animo in cui mi faccio queste domande almeno dieci volte al giorno. Dell'aspetto fisico francamente me ne infischio perchè cambio ogni secondo e senza traumi. Poi se per caso mi capita in mano una foto di quando avevo 20 anni ho un mancamento, ma io non sono più quella ragazza disgustosamente spavalda e bionda che mi guarda sorridente. Ho dei rimpianti però. La famosa frase: se tornassi indietro...bè io delle cose le cambierei, eccome.Almeno ci proverei con più determinazione.
Poi mi dico che va bene così. Malgrado tutto va bene così. E il tempo? E' già tanto quello che mi è stato concesso. Spero di averne ancora un po', per godermi ciò che ho compreso di me e della mia vita.
Di certo, a parte i dolori ora sono molto ma molto più serena della ragazzotta che mi guarda sorridente e spavalda.
Sempre grande scrittura la tua tesoro.
Buona notte:)

Angèle Paoli ha detto...

E se, a questo post sulla vanità delle cose, aggiungiamo che oggi piove a catinelle e che ne finisce più l'inverno, è da disperare della vita.

Ma, anche se corre il tempo e che a questo correr nessun di noi ne può nulla, anche se imbianchiscono i capelli e che le rughe divastano il bel viso di un tempo, anche con tutti quei disagi, penso che la vita è bella così e che ci vuole finirla, un giorno o l'altro, il più tardi possibile, certo. Quando mi viene la nostalgia del passato, mi ripetto in mente quella frase di Woody Allen che mi fa sempre sorridere e mi rende coraggio:
"è lunga l'eternità, sopratutto verso la fine"!

Roby ha detto...

Silvia, cara ex-ragazza bionda e spavalda, ammiro molto la tua filosofia. Non so perchè, ma le Silvie che ho conosciuto finora, di persona o in rete, sono tutte tipe in gamba... Buonanotte anche a te!!!

Angèle, merci beaucoup per aver lasciato qui il tuo commento!!! Sono sicurissima anch'io che la nostra vita sarà ancora luuuuunghissssima: anche se -forse- non quanto l'"eternità" di Woody! A bientôt! E speriamo che il tempo (meteorologico) migliori...

Roby

Anonimo ha detto...

Se nel nome c'è il destino noi veniamo dalla selva. Per cui, in teoria, nel dna abbiamo la capacità di sopravviere in luoghi difficile, quindi alle intemperie della vita. Forse:)

Giuliano ha detto...

... posso dirlo?
Mamma mia com'era bella la Bergman!!!
(lo so, sarò banale, ma ogni volta ci casco)

annarita ha detto...

Se ti può consolare, tutti passiamo attraverso questi momenti. È inevitabile di tanto in tante fare un bilancio del tempo passato, delle occasioni perdute, delle decisioni prese. Per quel che mi riguarda, non vorrei tornare indietro perché non sono certa che riuscirei ad evitare certi brutti momenti o a viverne meglio altri felici che non ho capito abbastanza. Tutto sommato preferisco questa età, anche se la mattina, appena sveglia, lo specchio potrebbe riflettere prima di rimandarmi la mia immagine ;-)
Un bacione, cara Roby