mercoledì 21 maggio 2008

Angolo per fumatori




Angolo per fumatori

di Bruno Munari
(postato da Giuliano)




Bruno Munari (1907-1998) era un architetto e un designer, e anche uno scrittore molto fine e divertente. Una volta gli chiesero di disegnare un piccolo oggetto, lui lo fece e poi scrisse questa presentazione.

Sulla produzione della cenere da tabacco e suoi contenitori.
La produzione della cenere da tabacco cominciò dopo il 1560, in seguito all'omaggio di semi di pianta del tabacco che l'ambasciatore francese Nicot fece alla sua graziosa regina Caterina de' Medici.
Da allora, e specialmente nella nostra epoca, moltissime persone si dedicano volontariamente alla produzione di cenere da tabacco.
Le industrie, e in certi casi anche lo Stato, forniscono corti tubetti di carta pieni di foglie secche triturate, oppure foglie di tabacco arrotolate o anche foglie secche triturate sciolte, aromatizzate e trattate in vari modi. Tutto per facilitare la produzione di questo tipo di cenere.
Non si sa ancora bene a che cosa serva tutta questa cenere, tanto è vero che la si conserva in appositi recipienti detti posacenere, ma solo per poco tempo, poi la si butta via, senza aver trovato cosa farne.



A scopo di studio, ma in un modo alquanto automatico, vengono fatti vari tentativi: c'è chi si lascia cadere la cenere addosso e poi se la strofina contro il vestito; chi la fa cadere apposta sui tappeti; chi la adagia delicatamente sopra piattini di porcellana, chi la sbatte nelle tazzine vuote del caffè. Alcuni ricercatori, ormai ridotti in miseria, se la mettono in tasca assieme al mozzicone della sigaretta.
La cenere da tabacco, da sola, su di un bel piattino di maiolica gialla, può anche essere bella da vedere, ma quello che rende sgradevole l'insieme è l'aggiunta inevitabile del mozzicone della sigaretta. Il tutto assume allora l'aspetto di una piccola pattumiera che non sta certo bene sopra una tavola da pranzo o su di un tavolo ordinato. Qualche persona sensibile cerca di migliorarne l'aspetto aggiungendo alcuni fiammiferi rossi bruciacchiati, ma anche cosí l'aspetto non migliora.
Occorrerebbe una specie di scatola, con una fessura nella quale introdurre la cenere e il resto, che occultasse il tutto. Una scatola cubica, per esempio, in resina melamminica con interno estraibile in alluminio anodizzato.
Un portacenere come questo, anzi questo stesso.
( Design, 1957) (da "Codice ovvio" , ed. Einaudi)




Attenzione, vi voglio descrivere un innocente svago che si prendono gli uomini: prendete un tubetto di carta pieno di foglie secche, tagliate in minutissimi pezzettini, e tenetelo provvisoriamente fermo, da uno dei due capi, con una leggera pressione delle labbra. Strofinate una asticciola di legno (colorato in rosso, magari) preventivamente intinta (in parte) in una miscela fosforica, contro una minuta carta vetrata. L'asticciola si infiamma e voi appoggiate la fiamma all’altra estremità del tubetto di carta pieno di foglie secche, che tenete ancora fermo con le labbra. Niente paura.

Ora, seguitemi bene, dovrete aspirare una certa quantità di aria in modo che passi attraverso il tubetto, e che comunichi il fuoco alle foglie secche. Appena queste si saranno accese, siate calmi, continuate a far passare l'aria attraverso il tubetto, e il fumo delle foglie secche vi entrerà in bocca! Un altro piccolo sforzo ed entrerà nei polmoni! Quale emozione! Quale inebriante trattenimento! (dico seriamente, credetemi). S'intende che il fumo di queste foglie dovrà essere almeno un po' nocivo.
Guardate in tasca a vostro zio, anche lui avrà una scatoletta di tubetti di carta pieni di foglie secche Tutti li hanno. Ci sono delle piantagioni apposta e ogni tanto un incaricato va a contare quante foglie ci sono in un campo. Forse battendosi ritmicamente in testa una sbarretta di piombo dipinta di bianco si hanno emozioni simili, ma ormai l'usanza vuole che si adoperi il fumo di certe foglie secche.
(Agitatori di coda per cani pigri, da “Le macchine”, 1942) (dal volume “Codice ovvio”, ed. Einaudi 1971, pag.16)


Le fotografie di Bruno Munari sono tratte da “Codice Ovvio”, ed. Einaudi.
Le illustrazioni di Valeria Petrone vengono da vecchi numeri del “Corriere della Sera” (anni ’90).
La spazzola di Roland Topor viene non so più nemmeno io da dove, molto probabilmente da un vecchio numero di Linus (quello vero, anni ’60-‘70).




8 commenti:

Giuliano ha detto...

Mai fumato una sigaretta in vita mia (non ne ho mai neanche avuto voglia); però i pacchetti di sigarette, i fiammiferi, i cerini, gli accendini, mi sono sempre piaciuti molto. I pacchetti di sigaretti "morbidi" (oggi non ne fanno più, credo) erano molto belli da "paspare" (come si dice in dialetto, qui nel Parapagàl), e anche l'odore del tabacco sugli scaffali mi piaceva, soprattutto in quei negozi di legno antico di quand'ero piccolo.
Però, quanto al fumare, bah: e Munari ha ragione, i portacenere sono una piccola pattumiera.

Roby ha detto...

UFFA!!!! Credevo di essere rimasta l'UNICA al mondo a non aver MAI FUMATO... Certo, se non si conta quella volta che provai ad assaggiare la vecchia pipa (spenta) che mio padre -per un certo periodo- si divertiva a fumare: strano gusto, di bruciato e di legno...

Munari resta mitico!

Roby

Solimano ha detto...

Io ho smesso di fumare per tre anni, poi ho ripreso a causa dei colleghi che fumavano tutti. So come si fa a smettere, ma per il momento non ho tempo.
Per un mese c'è la dipendenza fisica, che sparisce bevendo ogni giorno almeno due litri di acqua, però permane la vulnerabilità psicologica. Appunto.
Però so, perché me l'hanno spiegato i dottori che ci tennero il corso per smettere, che la ragione vera per cui si fuma non è legata a nevrosi o complessi, ma al piacere che si prova a fumare. Peccato che sia un piacere nocivo, per smettere, a parte il bere dell'acqua a gogò, occorre gratificarsi molto, regalandosi, ad esempio, delle cose comprate con i soldi non spesi per il fumo. Si può smettere anche con un volontarismo di tipo alfieriano, ma dopo ci si mette a lutto e si diventa dei gran rompiballe per chi continua a fumare. Gli apostati sono tutti così, non come i virginei Roby e Giuliano. Ho spento in questo momento la mia U.S. della giornata, domani è un altro giorno!

saludos
Solimano

Habanera ha detto...

Munari è mitico, Giuliano e Roby non lo sono da meno eppure i mozziconi delle mie Rothmans continuano ad accumularsi nel portacenere.
Solimano, per fortuna ci sei tu a farmi sentire meno in colpa.
Ma cosa sono le U.S.?
H.

Solimano ha detto...

Habanera, U.S. sta per Ultima Sigaretta. Zeno Cosini, il protagonista de La coscienza di Zeno di Italo Svevo (libro che consiglio caldamente a tutti, perché oltre tutto è molto divertente) fuma continuamente la U.S. Dopo un po' accende un'altra U.S. A colpi di Ultima Sigaretta riesce a continuare a smettere di fumare fumando ancora. Esattamente quello che faccio io e credo che faccia anche tu.

saludos y besos
Solimano

Giuliano ha detto...

Ogni tanto qualcuno mi chiede come mai non vado nei locali, al bar, in discoteca. La ragione è che lì si fumava, e di brutto. Anche al cinema si fumava, e di brutto.
Ricordo ancora le mattine in cui andavo a scuola sulle Nord e per arrivare allo scompartimento non fumatori (ammesso che fosse possibile, sui treni pendolari nell'ora di punta è già tanto se si riesce a salire, figuriamoci spostarsi)c'era da attraversare un muro spesso e denso di fumo.
D'inverno era così dappertutto; poi quando arrivavi tra i non fumatori c'era sempre quello che si accendeva la sigaretta.

Oggi le cose sono cambiate, a testimonianza del fatto che le leggi calate dall'alto non servono a nulla. Le leggi devono arrivare dal basso, oggi si è fatta la legge di divieto di fumi nei locali pubblici e si è protestato pochissimo. Trent'anni fa sarebbe successo il finimondo...

Anonimo ha detto...

Non sapevo questo aspetto di Munari, ogni volta mi sorprende. Anch'io soprattutto da ragazza, pur non avendo mai avuto il desiderio di fumare, amavo i pacchetti... Giulia

Giuliano ha detto...

Cara Giulia, un paio d'anni fa hanno distrutto un vecchio negozio con i mobili di legno massiccio: vendevano sali e tabacchi, liquirizia di legno, caramelle, bottoni, filati... Hai idea di che bell'odore che c'era quando si entrava?
Adesso è tutto nuovo, il negozio è più grande e luminoso, ma insomma.
(per i pacchetti, visto che in casa fumavano tutti - oggi non più - metto le Gauloises, le vecchi Nazionali, tutti i pacchetti morbidi da sanfognare. E una citazione per le Turmac, che erano ovali: le fanno ancora?)