venerdì 11 aprile 2008

We be of one blood, thou and I


Rudyard Kipling rappresentato come burattinaio



We be of one blood, thou and I
(Livre mon ami - 15)

di Solimano



-It was seven o'clock of a very warm evening in the Seeonee hills when Father Wolf woke up from his day's rest, scratched himself, yawned, and spread out his paws one after the other to get rid of the sleepy feeling in their tips. Mother Wolf lay with her big gray nose dropped across her four tumbling, squealing cubs, and the moon shone into the mouth of the cave where they all lived. "Augrh!" said Father Wolf. "It is time to hunt again."-
-Erano le sette di una sera molto calda, sulle colline di Seeonee, quando Padre Lupo si destò dal suo riposo quotidiano. Si grattò, sbadigliò e stirò una dopo l'altra le zampe per scioglierle dal torpore. Mamma Lupa se ne stava distesa col grosso muso grigio abbandonato sui suoi quattro cuccioli che ruzzolavano squittendo, e la luna entrava dalla bocca della tana dove la famigliola viveva. "Augrh!" disse Padre Lupo. "È ora di rimettersi in caccia."-

Come si vede, perde poco anche tradotto, tanta è la vigorìa di Kipling nell'inizio del Libro della Giungla, e continuerà così, perché leggere il primo e il secondo Libro della Giungla era una esperienza epica, altro che animalistica carina, come credono gli sprovveduti che non hanno letto Kipling all'età giusta, da ragazzi alla soglia dell'adolescenza.
Non credo che lo facciano oggi, io ebbi quella fortuna e la capii quasi del tutto anni dopo, quando ebbi l'esperienza dello yoga. Non sono documentato, ma credo proprio che Kipling avesse acquisito l'attitudine giusta di vedere il mondo degli animali, vederli come dei nostri consanguinei: "Siamo dello stesso sangue, tu ed io!". In tutti gli asana yoga che ho imparato, ho ritrovato l'animale che insegnò con naturalezza quell'insieme di movimenti a volte faticosi ma sempre armoniosi.
Per me ragazzo Mowgli, Baaghera, Baloo, Akela, Shere Khan, Kaa, Tabaqui, i cani rossi del Deccan erano un mondo di cui avrei voluto fare parte, un mondo di pericoli e di libertà, di fame da soddisfare e di fantasia da sfrenare. Oggi, credo che pochi, ragazzi e adulti, leggano Kipling. Non sanno cosa si perdono, il piacere con cui si divorano quelle pagine con immedesimazione totale.
In Kipling si verifica veramente l'incontro fra Occidente ed Oriente, e si raggiunge proprio qui, più che nei suoi libri etichettati per adulti. Libri molto belli, ma che non danno questa esperienza così unica. La fase prima della adolescenza non era facile, per tanti motivi, non era certo un paradiso né di famiglia né di amici, ma il cuore che avevo dopo pochi minuti di lettura era quello di uno che al mondo voleva starci, e starci bene.

L'amore per la vita, ecco cosa insegna Kipling, e i ragazzi ne hanno bisogno. Di maestri ne trovano pochi, in genere pedanti o velleitari, privi di gusto e di rispetto per la prima regola, quella di essere un buon animale. Siamo talmente lontani da questa ovvietà che ne ridiamo o ce ne indignamo, mentre la prima regola è quella, e Kipling la insegna in un modo che apparentemente si scorda, ma in realtà dura nel tempo.
Se qualcuno riesce ancora a far leggere il primo ed il secondo Libro della Giungla ad un ragazzo di dieci anni, gli fa un grande regalo. Quel ragazzo, pur nelle traversie della vita, avrà un centro dentro di sè, un cuore di luce a cui potersi rivolgere non come pensiero pensato ma come forza di vita prima del pensiero. Ma non so, veramente non so, se oggi questo sia ancora possibile o se, come mi auguro -non sono un tifoso- ci siano degli autori più nuovi che conseguano lo stesso del vecchio Kipling, so che essere nella propria vita quella cosa lì che sei tu, non sarà mai facile, ma prima o poi è necessario.

P.S. Ho scritto questo brano mesi fa, l'intenzione era di scrivere un post su Il libro della giungla come film di animazione di Walt Disney, un post che è anche piaciuto, viste le visite. Ma mi sono accorto da un po' di tempo che sul film ho scritto solo quattro righe. Evidentemente, erano i libri di Kipling ad interessarmi, e lo vedo bene nella serie Livre mon ami, una volta tolte le quattro righe sul film di Walt Disney. A questo brano sono personalmente molto affezionato.
Le due immagini a fianco al post sono di due posizioni yoga, quella dello scorpione e quella del guerriero.

Bassorilievo dai templi di Kajuraho, fra il 950 e il 1050
Stato indiano del Madhya Pradesh

4 commenti:

mazapegul ha detto...

Ma lo sai, Solimano, che Il Libro della Giungla io non l'ho mai letto!? E non per colpa di mio padre, che me lo avra' messo in mano dieci volte. Lessi invece Kim.
Approfittero' della paternita' per rimediare a questa mia lacuna, aiutandomi con la presenza della bambina per cercare d'avere uno sguardo adatto al libro (uno sguardo meno quarantenne, per intenderci). Credi che vada bene anche per una bimba di sette anni? (Glielo leggo io, ovviamente).

Solimano ha detto...

Maz, può darsi che io sbagli, ma Il Libro della Giungla leggilo anzitutto per te. Funziona anche da grandi, te lo assicuro. Poi, con calma, quando lo senti dentro, lo leggi ad Angelica.
Una sola cosa non so: se funziona con le bambine come funziona coi maschietti. Di fondo è un libro epico, ma Roby aveva detto che come esperienza di lettura è del tutto d'accordo con me.
Comunque la cultura indiana (vedi il Mahabharata ottimamente presentato da Giuliano) ha una profondità che ci spiazza, noi individualisti occidentali: il tat twam asi (quello sei tu) ho il sospetto che sia molto più vicino alla moderna fisica e biologia dell'amore cristiano, che spesso è solo attaccamento imbellettato. C'è una storia zen che è rivelatrice, prima o poi la metterò qui.

saludos
Solimano

Anonimo ha detto...

"Siamo di uno stesso sangue, fratellino, tu ed io"

Non è una cosa strana, Solimano, almeno per me, pensare al "Libro della Jungla" come a una lettura fondamentale per dei bambini (sì anche le femmine) tra gli 8 e gli 11 anni.
Forse perché il mio passato scout me l'ha fatto vivere, il Libro, proprio attraverso di loro.
La Giungla è stata "adottata" da Baden Powell (il fondatore dello scoutismo) come ambiente fantastico in cui far crescere i Lupetti attraverso il gioco, usando proprio Akela, Baloo, Bagheera, Rasjhka, Kaa, ma anche Chil e altri, come figure di riferimento (e anche il "Bandar-Log", i senza-legge, come esempio negativo).

Per cui mi permetto di dire a mazapegul che sì, va bene anche per una bimba di sette anni (ma se oltre a leggerlo potesse anche viverlo, giocandolo, andrebbe anche meglio).

Detto questo, sono anni che non tocco il Libro della Giungla, credo sia arrivato il momento di rileggerlo (e sì, Walt Disney non gli ha fatto un bel servizio, anche se il film è gradevole).

E... buona caccia!

Solimano ha detto...

Riccionascosto, grazie per il tuo commento che dà valore aggiunto. Consento e dissento. Apprezzo lo scoutismo come metodo educativo per molti motivi fra cui il fatto essenziale di puntare a una autonomia forte degli appartenenti alle comunità, e che la personalità sia centripeta e non cetrifuga è fondamentale, per sé e per gli altri.
Però non commettere l'errore di prendere la parte per il tutto (come fanno certe associazioni non scautistiche): il tat twan asi, (quello sei tu)ha le radici nella grande cultura induista, da noi spesso non conosciuta o fraintesa, non è la stessa cosa, anche se gli somiglia, all'ama il prossimo tuo come te stesso. Occhio che il monoteismo (tutti i monoteismi e i monoateismi peggio ancora) tendono all'appropriazione, è una pulsione talmente abituale che diviene quasi inconscia.
Ci risentiremo, e sarà una bella cosa.

saludos
Solimano
P.S. Sull'età in cui leggere quel libro (come altri) sono d'accordo con te, raccontavo la mia esperienza personale. Il guaio che leggono (se leggono) altro che non li aiuta.