domenica 20 aprile 2008

Lupi




Lupi

di Roby



L'ululato del lupo in una notte d'inverno, magari con il disco latteo della luna piena sullo sfondo, è fra gli stereotipi più diffusi delle atmosfere di terrore, di tensione, di paura.
"Chi ha paura del lupo cattivo?" ci si chiede nella favola dei Tre Porcellini. Ebbene, vi assicuro che posso alzare la mano di scatto e rispondere sinceramente: "IO NO!".
Sarà perchè, provenendo da una famiglia e da un contesto del tutto cittadini, il lupo non ha mai avuto per me i connotati di pericolo e di danno, anche economico, che rappresentava per la gente di campagna a cui poteva dimezzare il pollaio in una notte, o decimare il gregge in poco più. Io, il lupo, l'ho sempre associato all'immagine del cane poliziotto (vedi Rin Tin Tin o l'odierno commissario Rex), magari con il muso un po' più allungato e le zanne più lunghe: proprio quei denti ben sviluppati che tanto impressionano Cappuccetto Rosso quando se lo ritrova davanti, malamente travestito da nonna.

Cappuccetto Rosso illustrata da G. Doré

"Ma come si fa" pensavo, ogni qualvolta mi veniva letta o raccontata la celebre fiaba " a scambiare un lupo peloso e zannuto per una vecchia signora?" Avere la camicia da notte e la cuffietta non bastava a giustificare la svista: quella Cappuccetto doveva essere proprio scema, e come tale meritava senz'altro di essere divorata!!! Certo doveva aver preso da sua nonna, che incautamente apriva la porta a tutti gli sconosciuti di passaggio, benchè abitasse in una casetta isolata al limitare del bosco. Per non parlare di quell'incosciente della mamma, che mandava in giro per la foresta una bambina così piccola tutta sola...

Il lupo e la gru, il lupo e l'agnello
Fontana Maggiore, Perugia (XIII sec.)

Nè mi inteneriva particolarmente il destino dell'agnello che, nella favola di Esopo ripresa da Fedro, dopo un breve scambio di battute finisce per costituire il pranzo del lupo di turno. In fin dei conti, un ovino tanto sconsiderato da abbeverarsi allo stesso ruscello dove sosta un noto predatore non merita, zoologicamente parlando, nessuna pietà: semmai, si può obiettare sull'opportunità o meno -da parte del lupo- di star lì a chiacchierare del più o del meno, prima di mangiare, col rischio che intanto il cibo si freddi...

Arrivata all'età delle elementari, il mito di Romolo e Remo allattati dalla lupa non mancò di affascinarmi (come pure, in seguito, l'analoga vicenda del Mowgli di Kipling), attirata com'ero dal contesto avventuroso della storia. Certo, la versione della leggenda approfondita più tardi al liceo, secondo la quale Lupa era il nome che a Roma indicava le prostitute (da cui lupanare), mi aveva leggermente sconcertato: in ogni caso, femmina ferina o donna di strada che fosse, colei che si era presa la briga di salvare i due gemelli abbandonati alle acque del Tevere aveva comunque diritto -secondo me- al massimo rispetto, in nome di una mia personale politically correctness ante litteram.

Lupa capitolina - Musei capitolini, Roma
(età etrusca con aggiunte del XV sec.)


Che delusione, invece, scoprire che il lupo di Gubbio -infallibilmente presente insieme a S.Francesco in tutti i libri di lettura delle elementari anni '60- era probabilmente da identificarsi in un sanguinario fuorilegge della campagna umbra più che nella feroce bestia selvatica. Immaginare il poverello di Assisi a stretto colloquio con il ringhioso animale ha tutto un altro fascino, rispetto all'idea del santo che si limita a redimere un comune bandito di strada!

E poi, i cartoni animati, vero luogo di cuccagna per gli appassionati del nostro peloso amico.

Dall'Ezechiele Lupo di Walt Disney, in perenne caccia dei porcellini Timmy, Tommy e Gimmy (così antipatichini da meritarsi un bel morso, ogni tanto) ....

....al distinto, educato, correttissimo Lupo De Lupis, "il lupo tanto buonino" di Hanna e Barbera, antesignano delle campagne di riabilitazione del personaggio portate avanti del WWF, visti i rischi di estinzione della specie...

...fino all'allucinato, sarcastico, "umanissimo" Lupo Alberto dell'italiano Silver: sentimentalmente legato alla gallina Marta da una tempestosa relazione di amore-cibo, nonchè impegnato in dialoghi spesso surreali con la talpa Enrico, deve il suo nome all'inversione di quello di un attore che ha fatto la storia della nostra televisione negli anni '60, interpretando -in decine di sceneggiati di successo- il bel tenebroso "divoratore" di donne adoranti.

Ancora lupi al cinema, dove il tema dei licantropi spazia dall'horror più orripilante a certe curiose parodie (come in Un lupo mannaro americano a Londra o Voglia di vincere con Michael J. Fox ) passando attraverso la tenerezza infinita del burbero, pelosissimo uomolupo interpretato da Lon Chaney, ospite degli incubi di tante impressionabili fanciulle degli anni '40.

Peggio, molto peggio, in quanto a mostruosità concettuale, la pellicola dedicata addirittura a Luciano Liboni detto Il Lupo, delinquente omicida oggetto di una serrata caccia all'uomo in quel di Roma nell'estate del 2004: mentre resta una pagina significativa della storia di Hollywood quel Balla coi lupi che consacrò la fama di Kevin Costner nel 1990.

Ed ecco che, dopo favole, Tv e film, entri da Mel Bookstore, a due passi da S.Maria del Fiore, e ti trovi completamente circondata, assediata, accerchiata da copertine allettanti, su cui spiccano titoli di questo tenore:
  • Sopravvivere coi lupi (Defonseca)
  • Il bambino dal cuore di lupo (Seierstadt)
  • La tenerezza dei lupi (Penney)
  • I cani e i lupi (Nemirovsky)
  • Ragazze lupo (Millar)
  • Il lupo di Wall Street (Belfort)

Allora riprendi la strada di casa, rimuginando fra te e te al centro di un autobus più affollato del solito: e una volta arrivata, invece di metterti a stirare o a tirare la sfoglia come ogni brava massaia che si rispetti, ti siedi al computer e butti giù quel che ti viene in mente pensando al lupo. Il tutto sorridendo come una scema al monitor acceso, perchè ti sei appena ricordata un certo episodio, accaduto più di trent'anni fa, giusto il pomeriggio del primo appuntamento con quello che oggi è tuo marito, e di cui all'epoca conoscevi solo il nome di battesimo.

Quel giorno d'inverno pioveva a dirotto, mentre uscivamo dal cinema, tanto che mi venne spontaneo esclamare, rabbrividendo: "Accidenti, che tempo da LUPI!". Al che lui, rabbuiandosi, replicò, leggermente offeso: "Per favore, non cominciamo con la solita battuta sul mio cognome...".

Una battuta che -fortunatamente- dura ormai dal 1975.




12 commenti:

Solimano ha detto...

Lo zoo-safari sul lago di Garda era ben organizzato: le bestie grosse c'erano tutte, comprese le giraffe, gli elefanti e le tigri.
Spazi ampi, si visitava stando in macchina, però dove c'erano le scimmie piccole era meglio chiudere il finestrino, perché arrivavano dappertutto, peggio di quelle di Kipling.
Quando entrai nello spazio-tigri ero un po' impressionato, perché la tigre è un gatto grossissimo, e non mi tranquillizzai del tutto quando vidi che una se ne stava sparapanzata sulla sommità della macchina del guardione che, seduto al posto di guida, leggeva la Gazzetta dello Sport tenendo il finestrino aperto e il gomito di fuori, così sfogliava meglio le pagine della rosa.
E più o meno così anche con i gattopardi, bestie vigliacchette e timorose, che si strusciavano sulla rete di recinzione perché temevano i turisti e le macchine. I gattopardi sono troppo lunghi e anche con la coda esagerano.
Poi c'era il recinto dei lupi, l'unico che non si attraversava. Si parcheggiava la macchina e si saliva su una costruzione con sopra una terrazza. Sotto c'era il recinto dei lupi, che vedemmo poco, se ne stavano infrattati per i fatti loro. Ma sulla terrazza c'era un altro guardione, che non leggeva la rosa, ma aveva una carabina a portata di mano, sarebbe potuto anche succedere che qualche turista lievemente autolesionista cercasse di entrare nel recinto, malgrado tutti i divieti e le recinzioni.
Un mese fa, davanti a casa mia, è successo che sono scappati i tre cani-lupo che vivono nel grande prato recintato del riccastro della zona. Nel giro di dieci minuti hanno ammazzato il vecchio bastardino tipo volpino e mandato all'ospedale il padrone, condomino da noi al piano di sopra. Attenti al lupo, gran bella bestia.
C'è una famiglia, i principi Meli Lupi, che vive da 1000 anni nella stessa casa, la Rocca di Soragna, che è visitabile, un gran bel posto. Si chiamano Lupi perché per secoli sono stati dei lupi. Avevano a che fare coi Pallavicini (l'etimologia è pela vicini).

tutto molto bello, Roby
saludos y besos
Solimano

gabrilu ha detto...

Molto bella questa carrellata.
Di mio aggiungerei un testo che ritengo molto importate Donne che corrono coi lupi di Clarissa Pinkola Estés e i due libri autobiografici Variazioni selvagge e Lezioni private della pianista Hélène Grimaud, che è una donna che, tra un concerto e l'altro, con i lupi ci ha a che fare per davvero. Lupi veri, non quelli simbolici o delle fiabe.
Da quando ho letto i libri di queste due donne io effettivamente vedo (penso a) i lupi in tutt'altro modo da come facevo prima.

Solimano ha detto...

"Ed una lupa, che di tutte brame sembrava carca nella sua magrezza,
e molte genti fè già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza
con la paura ch'uscìa di sua vista,
ch'io perdei la speranza dell'altezza."

A Dante la lonza ed il leone non fanno un baffo o quasi, è la lupa a farlo retrocedere.

"Sendo adunque uno principe necessitato sapere bene usare la bestia, debbe di quelle pigliare la golpe e il lione, perché il lione non si difende da' lacci, la golpe non si difende da' lupi. Bisogna adunque essere golpe a conoscere e lacci e lione a sbigottire e lupi".
C'è il piccolo dettaglio che i lupi praticano la caccia di branco, ma Niccolò Machiavelli non aveva letto Lorenz. Anche le leonesse, a loro modo, cacciano insieme, difatti in genere il leone è un nullafacente che però mangia per primo. La caccia di branco dei lupi (anche dei piccoli licaoni) permette di farcela con prede molto più grosse di loro, prendendole per stanchezza.
Ma come letteratura, lo scrittore è Jack London e Dino Battaglia è il suo profeta visivo (vedasi Fumetti d'agosto in Abbracci e pop corn).

saludos
Solimano

Anonimo ha detto...

Bella ed interessante questa carrellata... I lupi sono nel nostro immaginario di sempre. Giulia

Anonimo ha detto...

Bella riflessione.

Carino il modo in cui vi siete conosciuti, degno di un raccontino :-)

Pensa che un po' di tempo fa avevo scritto una favole che si chiamava proprio "I Lupi". Quelli del mio racconto erano cattivissimi, ma alla fine l'ho buttato perchè mi sono accorta che era quasi identico a "Le Streghe" di Dahl!!! Ma perchè le cose migliori le ha già scritte tutte lui??!!!!

p.s. Tra tutti quelli che citi il mio preferito è Lupo de Lupis :-)

Giuliano ha detto...

Cara Roby, le vecchie fiabe avevano quel pregio lì: che ti insegnavano che sotto le migliori apparenze ci potevano essere delle bestie feroci.
Oggi chissà cosa si impara, dalla playstation...
(comunque quel pensiero lì sulla nonna e sul lupo mi sa che l'abbiamo fatto tutti).

Io mi ricordo volentieri di un film con Gianni e Pinotto dove c'erano tutti, ma proprio tutti: Dracula, Frankenstein, l'Uomo Invisibile, e c'era anche l'Uomo Lupo: che era molto amico dei due, ma quando gli venivano le crisi non conosceva più nessuno.
Era un film comico, ma da piccolo mi faceva paura lo stesso...

Roby ha detto...

Solimano, che figura: una concittadina di Dante come me che si dimentica della lupa nella selva oscura... (NB: i Lupi di Soragna, ahimè, non hanno nulla a che fare con i miei).

Gabrilu, grazie di aver ricordato la Grimaud e la Estés!

Ciao, Giulia e ciao, Barbara: racconterò solo a voi (!) di quella volta che una nostra amica, madre di un bimbo di quattro anni, annunciò giuliva al marito: "Caro, stasera vengono da noi i LUPI!"... e il piccolo, lì presente, scoppiò in lacrime: "NO, mamma, io ho paura: I LUPI NO!!!"

Giuliano, dalla playstation probabilmente i ragazzini d'oggi imparano (??) a guidare a tutto gas sulle strade di montagna piene di curve, a fare i bulli con i compagni più deboli e tante altre belle cosette del genere. Vuoi mettere???? (PS: di Gianni e Pinotto e dell'Uomolupo mi ricordo anch'io: è grave?)

...e ritornammo a riveder le stelle...

Roby

Habanera ha detto...

Non c'è niente da fare, per me il lupo è sempre stato quello di Gubbio e nessuno mi toglierà dalla testa che non sia cattivo come lo si dipinge. Ho avuto quattro cani-lupo (pastori tedeschi) nella mia vita e con tutti il rapporto è sempre stato splendido. Se li rispetti ti rispettano, se li ami ti amano, ma non bisogna mai dimenticare (o sottovalutare) quei loro bei canini così aguzzi.
Su Clarissa Pinkola Estés ed Hélène Grimaud avevo letto qualche mese fa un interessante post di Clelia e da tempo volevo riproporlo. Lo farò al più presto, ricordando a tutti che su questo affascinante argomento dei lupi c'è già un bellissimo brano di Stefania, qui.
H.

Solimano ha detto...

Bisogna evitare di estendere giudizi morali nel campo dell'etologia: il carnivoro e l'erbivoro fanno due mestieri ugualmente rispettabili, però diversi, le tortore sono ferocissime in certe situazioni e i pettirossi combattono ogni giorni fra di loro per il mantenimento del proprio territorio.
Racconto un fatto vero, a suo tampo pubblicato in un libro della scuola di Palo Alto, o "La pragmatica della comunicazione umana" o "Change".
In un'isola canadese dalle parti di Terranova, si notò che c'erano degli anni con una forte presenza di lepri, mentre in altri anni sembrava quasi che fossero sparite. Non si trovava una spiegazione, finché qualcuno notò che alle volpi succedeva lo stesso, ma in anni sfalsati. Negli anni in cui di lepri ce n'erano molte, le volpi non avevano problemi alimentari, quindi crescevano di numero. Ma per ciò stesso, le lepri cominciavano a diminuire, perché erano esposte ad un maggior numero di predatori. Dimunuendo le lepri, le volpi avevano meno cibo a disposizione, quindi cominciavano a dimunuire. Per ciò stesso le lepri ricominciavano a crescere, e così via.
In natura, tutto si tiene. Quando non si tiene più, non c'è più la preda e scompare anche il predatore. Se scompare il predatore, le prede diventano troppe e si riducono, perché non c'è erba per tutti.
Dopo di che, io sono stato morso da un cane qund'ero piccolo, quindi con i cani ho un rapporto problematico, salvo con i cani da caccia, con cui vado d'accordo.

saludos
Solimano

mazapegul ha detto...

Sono tornati i lupi. Protetti dalla legge e nutriti dal rimboschimento, che ha fatto aumentare a dismusura caprioli e cervi, i lupi hanno ripreso a riprodursi sui nostri monti. Alcuni contadini della mia zona dicono che sono discesi quasi a valle, seguendo la geografia economica degli allevamenti ovini, anch'essi in crescita.
Il lupo e' un animale zingaro: viaggia senza sosta lungo percorsi di centinaia di chilometri, che registra in un cervello assai piu' grande di quello del cane, poiche' deve contenere delle dettagliatissime carte geografiche. (Il cane, dunque, sarebbe un lupo disabile: per non aver senso dell'orientamento, s'e' ridotto a vivere con noi uomini).
Succede poi che i lupi, insensibili alla retorica dello stato-nazione, sconfinino in Francia, dove vengono miseramente abbattuti.
Io di lupi non ne ho mai visti, se non allo zoo. Mi piacerebbe una volta vederne qualcuno e progetto con figlioletta una escursione in canadese sul crinale, quando sara' piu' grande, a scopo osservativo.
Gran post e bellissimo tema, Roby.
I miei saluti al fortunato sig. Lupi

Solimano ha detto...

Ho una cosa OT, come dice la cultura blogghiera, ma è importante.
Ho notato che da due giorni il Nonblog ha superato le 100.000 pagine viste. Habanera, non essere timida, te ne sei accorta sicuramente anche tu!
Tutto in meno di un anno...

grazie Habanera e saludos
Solimano

Anonimo ha detto...

Ehi! Mi sono ricordata adesso di una categoria importantissima nella mia storia:

i lupetti!!!


Alle elementari ero cotta di uno di loro :-)