martedì 5 febbraio 2008

La ragazza con l'orecchino di perla

Habanera

J. Vermeer: La ragazza con l'orecchino di perla
Mauritshuis Museum, The Hague

Questo non è un bel film, lo dico subito. Almeno, non lo è dal punto di vista cinematografico.
Troppo caricato, ed allo stesso tempo quasi statico, inerte.
Gli attori, poi, sono una vera iattura. Il tanto amato Colin Firth in questo ruolo dà una pessima prova di sè e mi chiedo perchè lo abbiano scelto per interpretare Vermeer del quale è assolutamente incapace di cogliere lo spirito e l'anima.
Perchè un'anima, per quanto olandese e seicentesca, schiva e poco dannata, l'avrà pure avuta il nostro Johannes, meglio conosciuto come Jan. E che anima, a giudicare dai suoi quadri!

Jan Vermeer: The Art of Painting
Kunsthistorisches Museum, Vienna

Se la cava meglio Scarlett Johansson, nel ruolo di Griet, se non altro per l'impressionante somiglianza con la Ragazza con turbante, vero nome del celebre dipinto. Ma anche lei eccede in sospiri e tremori, pur mantenendo per tutta la durata del film quasi sempre la stessa espressione, leggermente attonita.
In questo dissento dalla critica ufficiale che ha generalmente stroncato il film (vi risparmio il solito Tullio Kezich, più tagliente che mai) salvando però, almeno in parte, solo la giovane attrice.
In verità nulla sappiamo, realmente, della vita privata di Jan Vermeer nè dei suoi amori segreti, sempre ammesso che ne abbia avuti. Tutto nasce dalla fantasia di Tracy Chevalier, autrice dell'omonimo romanzo da cui è stato tratto il film.
Il libro, che non ho letto e che non leggerò, ha avuto molta fortuna, il film, critica negativa a parte, non so. So però che quest'opera prima di Peter Webber ha avuto diverse nomination all'Oscar per fotografia, scenografia, costumi e penso che siano tutte meritatissime. Infatti, dal punto di vista puramente estetico non c'è niente da dire, sfiora la perfezione. Quella mitica rifrazione di luce che in Olanda non c'è più, causa trasformazione dei canali in campi coltivati, è magicamente ricostruita con filtri e specchi. Tutto è curato nei minimi dettagli, con maniacale puntigliosità, eppure manca qualcosa, manca il pathos, anche nelle scene che vorrebbero, e dovrebbero, essere drammatiche.
Non un bel film, dunque, a meno che...

Jan Vermeer: La Lattaia
Rijksmuseum, Amsterdam

A meno di non essere, come io stessa sono stata in passato, una pittrice dilettante. E' lì che nasce la magia di questo film, nella sua luce e nei suoi colori; una magia irresistibile per chiunque abbia avuto tra le mani una tavolozza e un pennello. Ecco, il solo vedere l'impasto e la preparazione dei colori, il blu ottenuto dai lapislazzuli, la particolare sfumatura del vermiglione, il giallo ambrato, il nero addolcito da una mano leggera di colore diverso, la luce catturata nell'orecchino di perla... luce e colore, colore e luce... un'emozione profonda, un ottimo motivo, almeno da parte mia, per amare anche questo film.
E la trama? Si immagina che ci sia stata una intensa ma non dichiarata attrazione tra il Maestro e Griet, la sedicenne servetta di casa che avrebbe posato per lui come modella. E' solo un gioco di sguardi e di cose non dette... le loro mani, anche se vicinissime, non si sfiorano mai. Lei intuiva i misteriosi processi della creatività, amava la sua arte e forse, timorosamente, amava anche lui; lui si sentiva finalmente compreso, fin nelle pieghe più segrete della sua sensibilità artistica e forse anche lui l'amava.
Ma la moglie di Jan, nell'intervallo tra una gravidanza e l'altra (hanno avuto ben undici figli), riesce a trovare il tempo per fare una scenataccia di gelosia e scacciare di casa l'innocente Griet.
Pura fantasia o forse c'è qualcosa di vero in questa romantica storia d'amore senza lieto fine? Sinceramente non credo sia così importante saperlo.
I pochi, affascinanti quadri di Vermeer per nostra fortuna sono ancora qui, vivi e veri.
Lasciamo che siano loro a parlare, a raccontarci...

Pubblicato anche su Abbracci e Pop Corn

J.Vermeer: La Merlettaia
Musée du Louvre, Paris


P.S.
Colgo al volo il suggerimento del nostro espertissimo d'Arte, Solimano, e aggiungo la spettacolare "Veduta di Delft", per la gioia dei miei e dei vostri occhi (consiglio di cliccare le immagini per ingrandirle).
H.


Johannes Vermeer: Veduta di Delft
Private collection

7 commenti:

Roby ha detto...

Splendido Vermeer!!! E bello anche da rileggere il tuo post sul film! Chissà, forse più bello del film stesso....

[;->>>]

Roby

PS: a quando la tua prossima non-critica cinematografica su Abbracciepopcorn?

Habanera ha detto...

E tu pensa, Roby, che sono andata a ripescare questo post solo per avere una scusa plausibile per postare delle immagini dal mio amato Vermeer...
Ognuno ha le sue fisse e sono lieta di sapere che anche tu condividi. ;-)

bisous
H.

Solimano ha detto...

Dei quattro: Rubens, Rembrandt, Vermeer ed Hals (ma ce ne sono altri...), ammiro Rembrandt e Vermeer, ma Rubens ed Hals li ammiro e li amo. Questa differenza la faccio anche per i libri ed i film: ammiro Joyce ed amo Svevo, ad esempio.
Ma c'è la Veduta di Delft di Vermeer, che sta all'Aja al Mauritsuis (spero di non sbagliare coi ricordi). che è sbalorditivo: Proust, che già di suo amava molto Vermeer, di fronte a quel quadro diventava matto, ed aveva ragione, a parlarne a lungo nella Recherche.
Ma l'esperienza dei tanti altri pittori olandesi e fiamminghi è anche piacevolissima, oltre tutto. Si può fare al Louvre e naturalmente al Rijkmuseum di Amsterdam, per me il meglio è stato alla National Gallery di Londra. Ognuno era specializzato in un suo genere: osterie, animali, navi, inverno, bambini, ubriachi, rammendatrici, vecchi, serve galanti, lettori, scrittrici, bibbia erotica, mezzogiorno, sera, suonatori, strumenti musicali, fiori, frutti, memento mortis, marito e moglie, prato, boschi, castelli, interni di chiese, mugnai, pescatori, cacciatori...
E se De Hooch, Maes, Hobbema, i due Ruysdael, Cuyp, Steen non ci fossero stati la vita sarebbe meno bella. Per chi è interessato, la Web Gallery of Art ha centinaia di ottime riproduzioni con notizie biografiche, informazioni sui singoli quadri, da un po' anche musiche d'epoca.
Mentre per quanto riguarda alcuni fra i nostri grandi: Correggio, Parmigianino, Veronese, Pontormo, ma anche altri la Web ha ancora delle grosse lacune, ma la colpa è nostra, i nostri grandi musei fanno i superiori, ma hanno dei siti che sono lontani anni luce da quello della Web, sembra quasi che gli si faccia dispetto a visitarli, tanto sono brutte e piccole (e poche) le immagini.
Vadano, i sovraintendenti-nullafacenti, presi solo nelle loro battaglie da due di coppe, nei grandi musei americani (anche nei piccoli) per vedere come si fa. Però, l'Annunciazione di Leonardo (su tavola!) la spediscono a Tokio, così fanno felice Rutelli, 'nu bello guaglione.

grazie Habanera, saludos y besos
Solimano

Giuliano ha detto...

Cara Habanera, a me il film è piaciuto, è un lavoro di fantasia e come tale va preso, mi è sembrato ben fatto. Certo è che davanti a Vermeer diventiamo tutti gelosi...
La veduta di Delft è stupefacente per la quantità di dettagli, è come una foto fatta su un negativo di due metri quadrati con un obiettivo luminosissimo, incredibile ma vero.

Habanera ha detto...

Nello scegliere le immagini da inserire in questo post sono stata a lungo indecisa sulla Veduta di Delft. Mi piace immensamente (e a chi non piace?) ma alla fine ho deciso di dare maggiore risalto ai ritratti di donne per seguire un filo conduttore legato al film di cui si stava parlando. Ma Solimano, e per bocca sua anche Proust, hanno fatto cadere ogni indugio; così, tornando lietamente sui miei passi, ho aggiunto un'altra immagine: crepi l'avarizia!
H.

Anonimo ha detto...

Hai scelto delle bellissime immagini. Mi sono ritrovata in quello che dici sul film. Spesso anche un film che non vale dal punto di vista cinematografico, risveglia in noi emozioni che sono nostre e non possono essere di qualcun altro ed allora vale vederlo. Ciao, Giulia

Habanera ha detto...

Giulia carissima, grazie e un abbraccio
H.