giovedì 20 dicembre 2007

San Gerolamo e il leone


Lo studiolo di Gian Giacomo Poldi Pezzoli


San Gerolamo e il leone

di Giuliano


Scricchiola sotto le mie scarpe, il parquet del Poldi Pezzoli. L'antica casa del signor Poldi Pezzoli, in via Manzoni a Milano, oggi trasformata in Museo, ha questa caratteristica: sembra davvero ancora una casa d'abitazione, e ho sempre un po' di timore reverenziale ogni volta che ci entro. Mi verrebbe da chiedere permesso, e mi sento un intruso: ma ho tra le dita il biglietto appena fatto, giù all'ingresso della Casa (pardon, del Museo), e quindi la mia parte razionale mi incoraggia ad andare avanti. Una gran bella casa, la casa di un vero signore: con la fontana all'ingresso, sotto la bella scala che porta ai piani superiori. E il Museo è bellissimo, forse il più bello di Milano. Non è un museo tematico, si vede che è il frutto della raccolta di un appassionato; ma un appassionato davvero competente. Per esempio rimango sempre un po' sconcertato quando arrivo davanti al ritratto di Martin Lutero del Cranach (come sarà arrivato fin qui?), ma tutto quanto è da guardare e da ricordare, compresi i mobili e gli arredi residui della casa. Si ha l'idea di un'altra Milano, di un'altra civiltà, di qualcosa che si è perduto forse definitivamente. Del resto, siamo in via Manzoni, nel cuore della Milano ottocentesca, a due passi dalla Scala: ed è inevitabile il confronto di questo cortile e di questa casa con il lavoro degli architetti e dei politici del nostro tempo, che non sanno rinunciare a lasciare la loro firma indelebile (proprio come gli aborriti writers) invece di restaurare, e magari anche ammodernare, ma con rispetto e "sottotraccia", senza farsi notare troppo. Operazioni che non portano voti né pubblicità, ma solo il rispetto degli appassionati veri; e quindi del tutto fuori moda.

Lucas Cranach the Elder : Ritratto di Lutero e sua moglie
Museo Poldi Pezzoli, Milano


Ma intanto sono arrivato davanti ai quadri del Luini, e ormai sapete quanto ci tenga, a questo pittore. Davanti a me c'è il suo San Gerolamo: il vecchio santo nel deserto, intento a scrivere la Vulgata, con un leone al suo fianco. Il leone è domestico, sembra un grosso gatto ed è abbastanza ridicolo. Ma non credo che sia un caso: di certo Luini avrà avuto voglia di giocare, magari di divertire i suoi figli (futuri pittori anch'essi); e poi, via, il leone terribile che diventa un grosso gatto sorridente è una bella metafora sulle nostre collere e sulle nostre preoccupazioni. Magari andasse sempre così, magari si potessero trasformare le nostre rabbie in questo modo... Per queste operazioni, è bene rivolgersi ai santi, sembra dirci Bernardino Luini: e dunque, eccomi raccolto, meglio che posso, in orazione davanti a San Gerolamo.

Il leone del Luini in San Gerolamo
che sembra un gatto ma incute anche terrore
è un grosso gatto ma è ugualmente splendido
nell'opera buffa ma bella del Pittore.
Egli è un Leone ma per il Santo è gatto:
e così accade col nostro malumore
che ci perseguita e non se ne vuole andare -
ci vuole un Santo, tramite d'amore.

(6 gennaio 2005)


P.S.
Il San Gerolamo del Poldi Pezzoli è qui ma non me lo lasciano portare via. Guardare e non toccare.
(Habanera)

Antonio Colantonio: San Gerolamo nello studio
(ca. 1445-1446) - San Lorenzo Maggiore - Napoli

8 commenti:

Solimano ha detto...

Io mi chiedo cosa passi per la testa di certa gente. Perché l'immagine del San Gerolamo del Luini non è asportabile dal sito del Poldi Pezzoli?
Hanno paura che sia come rubargli il quadro?
Hanno paura che le persone, vedendo il quadro, non vadano al Museo?
Hanno paura che le persone, una volta presa l'immagine non tornino più nel sito del Poldi Pezzoli?
Per me è il meccanismo che scatta in certe riunioni con la cancelleria a disposizione, che c'è chi si prende cinque notes e dieci biro.
Poter dire "è mio" è etologicamente una soddisfazione maggiore di dire "è di tutti", ma fa parte della parte arcaica del nostro cervello, che cercassero di usare anche la corteccia cerebrale.
Chiudo, perché ho problemi di Internet e di PC: il post di Giuliano è ottimo (come di solito) ed Habanera ha fatto un gran bel lavoro.

grazie e saludos
Solimano

Giuliano ha detto...

Ne è passato di tempo... però non si può togliere né aggiungere niente, è come le foto che sono in casa degli altri e ogni tanto te le tirano fuori, e pensi che eri più giovane (e questo è senz'altro meglio) - ma poi ti chiedi se eri veramente così...
(il terzo verso sarebbe da sistemare, ma pazienza.)
tanti saluti e grazie e auguri

Habanera ha detto...

Giuliano, per fortuna non c'è niente di immutabile in un blog. Se decidi di cambiare il terzo verso ti basta segnalarmelo con una mail ed io provvedo subito ad aggiornare il post. E non pensare mai che sia troppo tardi perchè qui i post hanno lunga vita; sono visitati (e rivisitati) quotidianamente dagli utenti che si rivolgono a Google in cerca di informazioni, sui più svariati argomenti, e posso assicurarti che niente va perduto. Hai visto che la saga di Gilgamesh, il treno di Rossini, il Cielo stellato sopra Padova, le poesie di Arsenij Tarkovskij, e tanti altri, sono ancora richiesti? Sarà così anche per San Gerolamo e il leone, quindi hai tutto il tempo che vuoi.

Ricambio affettuosamente gli auguri
H.

Laura ha detto...

Una freccetta che coglie il centro, Giuliano, quel "sottotraccia" che non fa moda.
E' sempre un bene che qualcuno la rammenti, la discrezione, in tempi in cui tutti urlano con disinvoltura inaudita.
Anche negare la copia dell'immagine del San Gerolamo è un urlo fastidioso. Se fossi il Luini troverei il modo di far visita a certi signori. No, meglio, mi riprenderei il dipinto per andarlo a sistemare in qualche piccola piazza di paese aspettando nascosta da una parte per farmi poi quattro risate.
Scrivo, e Lutero mi guarda. Pare quasi mi dia ragione.
Un caro saluto, a te e ad Habanera.
Laura

Giuliano ha detto...

Cara Habanera, il terzo verso lo lascio così. Non è elegante, ma si fa capire: a me sembra importante...
Caro Solimano, e idem Laura, parlando di diritti e di copyright, quantomeno questa del Luini ha un senso (fare belle foto ai quadri non è facile). Io penso sempre a quanta gente guadagna soldi su quattro accordi sui tasti bianchi del pianoforte, sempre gli stessi, e a quelli che fanno soldi coi pupazzi di cera fatti con lo stampo...
Cara Laura, ma quand'è che torni a scrivere qualcosa? Che ormai è ora, almeno a Natale...

Roby ha detto...

Il Poldi Pezzoli, ecco un posto dove mi devo ricordare di andare, quando -prima o poi- visiterò Milano!!!

Saluti e auguri a tutti/e, con affetto!

[:->>>]

Roby

mazapegul ha detto...

Giuliano: ho cercato di carpire il segreto metrico della strofa, ma non ci sono riuscito. Endecasillabi (suonano particolarmente bene quelli sdruccioli) che non rimano, alternati a versi più lunghi e meno regolari che rimano?

Bello, bellissimo,
Màz

Giuliano ha detto...

Caro Maz, io scrivo quasi sempre a orecchio... L'orecchio me lo sono fatto su Rossini, e su Monteverdi, e sul buon Francesco Maria Piave.
(o meglio: scrivevo...). Poi non ritocco quasi niente, anche perché poi se no mi stufo e butto via tutto.
saludos
Giuliano