martedì 2 ottobre 2007

Bianco




Bianco

di Roby




La professoressa di lettere, signorina Egle D.V., radunava i suoi libri, chiudeva il registro, riponeva gli occhiali nella custodia e infine ci ammoniva, severamente: “Ragazze, vi ricordo che domani c’è compito in classe di italiano. Portate penne funzionanti e fogli protocollo sufficienti”. A quelle parole, la maggioranza delle mie compagne di seconda media cominciava a boccheggiare, a sudare freddo e a lamentare disturbi psicosomatici comunemente noti sotto il nome di “sindrome da foglio BIANCO”. Oddio – pensavano atterrite le poverine - da dove comincio? Come vado avanti? Che ci metto nel finale? E soprattutto, ce la farò a riempire almeno DUE colonne???? Io le guardavo con aria di compatimento, sulle labbra un lieve sorriso, negli occhi un’ombra di consapevole superiorità. Mai avute difficoltà nello SCRIVERE, la sottoscritta: la prof. avrebbe potuto inventarsi qualsiasi tema, per quanto astruso, e Super-Roby sarebbe comunque stata in grado di completare le sue brave SEI colonne d’ordinanza. Garantito: sia che si trattasse del classico “Come avete trascorso il pomeriggio della scorsa domenica?” sia che si andasse invece sull’elaborato, tipo: “Esponete in modo preciso e circostanziato le vostre ipotesi circa le sensazioni provate da Dante Alighieri allorchè si accingeva alla stesura della Divina Commedia”. Senso di vuoto? Panico davanti alla pagina immacolata? Tzè! Ma scherziamo??? Queste erano debolezze che lasciavo alle altre, perennemente dubbiose sull’uso della punteggiatura, sulla quantità delle doppie in “dopotutto” e sulla presenza o meno della “i” dopo la “c” di “sufficiente”. Certo, da parte mia non avevo la minima idea di quanto facesse 9 per 8, né di dove andasse a finire la virgola nelle operazioni con i decimali, e neppure del perché – al termine dello svolgimento di un’equazione – il mio risultato fosse regolarmente lontano anni-luce da quello riportato sul libro degli esercizi… Tuttavia, riflettevo tra me a mo’ di consolazione, che ci vuole ad essere bravi in matematica? Sarebbe bastato trascorrere un po’ più di tempo a ripassare tabelline, formule e regole codificate, invece di fantasticare sulle pagine avventurose di Walter Scott, Alexandre Dumas, Jack London… o di piangere insieme allo zio Tom di H.B.Stowe… o di ridere sulla barca con Jerome K. Jerome e gli altri due…
Probabilmente è stato a causa di tanta innata sicurezza “letteraria” che l’improvviso attacco di PANICO da SCHERMO BIANCO mi ha colto così impreparata e mi ha lasciato così stordita. Per giorni – o forse settimane? - sedermi davanti alla tastiera, anziché darmi la sensazione piacevole di sempre, è stato un vero incubo. Ho aperto, iniziato, ricominciato e poi cancellato non so quanti files, ho riempito e svuotato affannosamente il cestino, ho vagato come una naufraga in quella “rete” che prima avevo tante volte solcato con orgogliosa sicurezza, chiedendomi sgomenta se e quando avrei potuto riacquistare la capacità – l’unica mai posseduta! - di giocare a rimpiattino con le parole scritte, inanellandole come le ghirlande di margherite di quand’ero bambina, scomponendole e ricomponendole come i mattoncini del Lego, impastandole come la sabbia per fare il castello più grande…

Va bene, calma: ci devo riprovare. Adesso mi posiziono sullo schermo, premo il tasto destro del mouse, clicco su Nuovo Documento di Word e…
(8 settembre 2007)




Nessun commento: