martedì 7 luglio 2015

Il viale dei tigli

Solimano
La scuola non era proprio vicina a casa, ci voleva più di mezz’ora per andarci a piedi. Al mattino non ci si guarda attorno, anche perché si ha il risveglio lento, da ragazzi, e si parte all’ultimo momento . Quindi camminavo con passo svelto, reggendo con la mano destra la cartellona -non si usavano zaini- spesso appesantita da dizionari, ed ero solo.
Diverso il ritorno. Avevo compagnia per metà strada, poi, salutati gli amici, potevo scegliere se continuare per la strada o passare attraverso il giardino pubblico, che a Parma si chiama Parco Ducale.
Di primavera sceglievo il giardino, merito del viale dei tigli e di quello degli ippocastani, percorrere l’uno o l’altro voleva dire scegliere fra il naso e gli occhi. La festa dei fiori degli ippocastani -aesculus hippocastanum- era clamorosa, altroché i meli di Proust: infiorescenze a cono alte fino a venti centimetri ricoprivano fitte fitte l’intera pianta da dove il tronco si diramava su fino in cima, molto alta di suo. Una grandiosa e abbondantissima nevicata fuori stagione, che si poteva affrontare senza paltò, smesso da poco.
La festa non durava molto, e quando finiva -una, due settimane al massimo- veniva il turno dei tigli -tilia europaea. Le “dimesse frondi” del Foscolo esistono, lo confermo: la chioma dei tigli tende ad aprirsi più che a salire, difatti sotto i tigli d’estate non è penombra, è proprio ombra fresca quasi senza fessure di sole. Quindi i piccoli fiori dei tigli non erano lontani da terra, il loro profumo si sentiva per tutto il viale, senza alti e bassi. Un profumo diffuso, tranquillizzante, soprattutto. Forse lo sentivo tanto perché era abbinato alla quiete -pochi passavano per il viale ed io ero solo. Avevo bisogno di silenzio e di starmene per conto mio, dopo la mattina in cui non avevo smesso di sentire voci, professori, bidelli o studenti che fossero.
I tigli erano compagni discreti, il profumo mi accompagnava per quei cinque minuti -non mi ci abituavo, continuavo a sentirlo- e mi piaceva anche vedere i polloni che spuntavano in basso, vicini alle radici, e che sarebbero cresciuti rapidamente, come fanno tutti i tigli di questo mondo.
Dopo aver mangiato, a casa, mi tornava la voglia che i compagni venissero a trovarmi, a giocare o a studiare poco importa, avvertivo il peso della solitudine pomeridiana. Ma sotto i tigli non era stato così.
Oggi c’è un tiglio, uno solo, di fronte a casa mia; mi piace, nella stagione giusta, chiamare fuori il mio vicino, così ci mettiamo a parlare sotto il tiglio, che è suo -ammesso che un tiglio possa essere di qualcuno. E’ una conversazione profumata, qualche ape si aggira, ci fa del buon miele con quei fiori.

6 commenti:

zena ha detto...

Conosco questo profumo: è profumo di casa.
Come tornare qui.
zena

Habanera ha detto...

Zena, che gioia ritrovarti!
Da quando non c'è più Splinder (si chiamava così?) i link ai vostri blog mi danno "pagina inesistente"
Mi scrivi qui il tuo nuovo indirizzo? Ho tanta, tanta voglia di rileggerti...
Per molti anni sono stata lontana dal mio blog e da tutti voi ma non vi ho mai dimenticati e la nostalgia del nostro piccolo mondo, fatto di parole e di affetti, mi ha riportato qui.
Non sono più capace di creare un post nuovo, non ricordo come si fa, ma proverò a recuperare. Nel frattempo ho deciso di pubblicare un post di Solimano che avevo in bozza ed era pronto da più di cinque anni.
E' stata una splendida idea perché ora tu sei qui ed io non voglio più perderti.
H.

zena ha detto...

Sapessi come ne sono felice!
Il tuo ritorno mi dà una grande gioia e ne ho proprio bisogno!
Sono stati (e sono) anni molto difficili.
Ti abbraccio.
Mi trovi qui:
https://colfavoredellenebbie.wordpress.com
o se digiti il mio nome e cognome ...
un abbraccio
zena

Sgnapis ha detto...

Mi commuovete Signore.
In questo mondo che spesso non mi piace, sempre più spesso non mi piace, la vostra grazia e il vostro sapere di cuore e d'intelletto mi accompagnano e mi danno forza perché non mi fanno sentire sola.
Ci sono anch'io e ci sarò per sempre.
Io non scrivo più, nemmeno leggo, purtroppo sto troppe ore davanti al pc e alla sera sento il bisogno di staccarmi, però vi voglio sempre bene.
Tanto, ricordatevelo.
Sgnapis

Habanera ha detto...

Silvia, lo so che ci vogliamo bene... e tanto!

Passano gli anni, cambiano tante cose, ma non dimenticheremo mai i momenti che abbiamo vissuto insieme. Forse non abbiamo mai smesso di cercarci.

Adesso ho il link aggiornato dei vostri blog e verrò a leggervi, a salutarvi. Se al momento non stai scrivendo avrò sicuramente da leggere molti post arretrati.

Sono passati cinque anni e noi siamo ancora qui, più vicine che mai.

Un abbraccio fortissimo a te ed a Zena, con tutto il mio affetto di sempre.
H.

Anonimo ha detto...

Cara Habanera, cara Zena, cara Sgnapis... ciao, sono ROBY!!! Chissà cosa mi ha riportato qui,proprio stasera... Vi abbraccio tutte, vi ricordo tutte, ricordo lui e ripenso a quello che era, anni fa... Un po' di tristezza, tanto affetto, tonnellate di nostalgia... Non ho più la mail yahoo, chiusa per problemi di intrusione, e non ho (non ho mai avuto un mio blog), ma sono su FB: se cercate Roberta TheFrog mi troverete! Un bacio grande :-*